Sinner: Sacrifice for Redemption

Sinner: Sacrifice for Redemption – Recensione

Il mondo è stato distrutto e noi siamo rinati. Ma chi siamo veramente? Cosa dobbiamo fare? Solo un flebile ricordo: la nostra mano tesa verso qualcosa di sfocato. L’unica cosa che sappiamo per certo, è che siamo armati di tutto punto e pronti ad affrontare chiunque ci si pari davanti. Questo è Sinner: Sacrifice for Redemption, un action-rpg edito da Another Indie e sviluppato da Darkstar. Già dalle primissime battute di gioco, per la verità già dal filmato iniziale, si presenta come un videogame fortemente ispirato a Dark Souls. Forse troppo? Scopriamolo insieme in questa recensione relativa alla versione per Nintendo Switch.

Sinner-Intro
Il nostro “Eroe” in tutta la sua cattiveria

Sinner: Sacrifice for Redemption, ci farà calare nei panni del nostro piccolo guerriero senza ricordi, attraverso un tutorial molto breve. Breve ma intenso. Stavolta non avremo segni a terra per scoprire i pulsanti (Dark Souls), ma “spiriti” da ascoltare. Il meccanismo però è il medesimo. Parliamo con lo spirito e sperimentiamo i pulsanti che ci vengono suggeriti. Già da questo primo impatto col gioco, si capisce che non è un’avventura per tutti. Se è la prima volta che vi avvicinate a questo genere di gioco, potreste facilmente morire anche contro il primo nemico che vedrete. Non c’è niente di male in questo. Sbagliando s’impara e ogni buon giocatore di titoli simili a Dark Souls, sa che questa frase, in questi casi, non è mai vera abbastanza. Armatevi quindi di pazienza e iniziate a capire i meccanismi del gioco. La telecamera che non si muove, cambio arma, attacco pesante, attacco leggero, rollata, parata con parry (difesa tramite lo scudo con contrattacco) e uso degli oggetti disponibili. Si, anche Sinner ha i suoi oggetti, solo 4 per la verità. Abbiamo una specie di piccola sfera che ci rende la vita (chi ha detto pietra bianca o umanità?!?!), una lancia elettrificata usabile per colpire i nemici dalla distanza, una bomba incendiaria e un unguento per la nostra arma che la fa diventare infuocata. È giusto precisare subito che non avrete altri oggetti durante il gioco, vi verranno rigenerati solo dopo ogni boss fight, ma non li potrete ad esempio raccogliere. Già che ci siamo vi avverto anche che le armi disponibili sono due e subito utilizzabili: spada e scudo e spadone. Vi sembra poco? Bè lo è, ma anche il gioco è abbastanza breve una volta che capirete come affrontare ogni boss fight, quindi non sentirete il bisogno di avere altro.

Sinner-portale
Una volta fatto il sacrificio si aprirà un portale…

Completato il prologo e attraversato un passaggio che sembra quello di Dark Souls 2 per Majula, vi ritroverete in un hub. Qui troverete sette pietre attivabili attraverso un vostro sacrificio. Cosa significa sacrificio? Presto detto: ogni volta che vorrete aprire il varco per una boss fight, dovrete sacrificare qualcosa, già prestabilito. La prima volta volta toccherà alla barra della vita e della stamina che diventeranno più piccole, poi ai vostri oggetti, poi alle vostre armi e via dicendo. In pratica avrete dei malus cumulativi via via che proseguirete nel gioco che andranno a complicare non poco la vostra avventura. Questo meccanismo è leggermente controbilanciato tramite dei piccoli premi per ogni boss fight vinta, vi posso comunque assicurare che i malus superano di gran lunga i bonus che avrete.

Sinner Boss 1
“Scusi ho sbagliato stanza, magari torno dopo!”

Le Boss Fight in totale sono otto. Sette per ogni avatar di ogni peccato capitale (esatto, andremo ad affrontare proprio personaggi che rappresentano i sette peccati capitali), più una battaglia finale contro….tranquilli, non sono cattivo, non ve lo dico. Parliamo quindi di queste boss fight, anima e corpo di tutto il gioco. Niente livelli da oltrepassare che ci portano alla tanto agognata battaglia, ma solo un diretto, puro, difficile, scontro contro il boss di turno. Arriviamo quindi subito ad una pecca molto grossa di questo titolo, almeno per quanto riguarda la versione provata: la telecamera. È fissa, non la potrete muovere, mai. Al massimo si può fissare su un obiettivo specifico, come ad esempio un boss o un minions, ma non è liberamente utilizzabile. La telecamera, croce e salvezza nei vari Souls-Like, qui è solo un fardello. Spostarsi nelle arene, spesso piene di ostacoli o di nemici che arrivano da dietro, senza avere una visuale libera da puntare dove si vuole o dove se ne ha più bisogno in quel momento, è incredibilmente scomodo e frustrante. Vi capiterà più e più volte di finire fuori da un’arena proprio perché non ne riuscite a vedere la fine, o magari di cadere dentro un buco perché vi appare all’improvviso mentre scappate dal boss.

Sinner Boss 2
Mi sa che questo tizio ha fame…

Parlando delle arene invece, devo dire che sono ben fatte (ma è tutto il comparto grafico e sonoro ad essere decisamente sopra la media), ognuna con le proprie caratteristiche e che si amalgamano benissimo col boss che state affrontando. Ad esempio: per un nemico che spara veleno, combatterete in una palude; per una gentil donzella aggraziata vestita completamente di bianco, sarete nei ghiacci. Su questo fronte è stato fatto davvero un ottimo lavoro. Per quanto riguarda i Boss invece il giudizio cambierà radicalmente a seconda se avrete o meno giocato un dark souls in vita vostra. Se si, ogni battaglia, ogni scontro, avrà qualcosa di già visto, dalle abilità ai tipi di attacco che vi vedrete arrivare contro. Nel caso facciate parte di questa schiera di giocatori, abbassate pure di due punti il giudizio finale. Se invece vi state approcciando per la prima volta a questo genere di gioco, troverete ogni singolo boss ben fatto e che vi potrà sorprendere in modi che nemmeno immaginate. Vi troverete completamente immersi nelle battaglie con la curiosità di cosa potrà succedere una volta tolto più di metà vita al boss, di come potrà attaccarvi appena vi sarà davanti. Morirete più e più volte ma lo fare con gusto.

Sinner Boss 3
…ok, si è arrabbiato!!!

Per concludere, parlando anche della longevità, posso dirvi che la durata del gioco varierà moltissimo a seconda della vostra bravura. Potreste metterci più di una settimana per finirlo, oppure solo qualche oretta. Tutto starà nello scendere a patti con una pessima gestione della telecamera e nel capire come affrontare i boss in certe fasi. Sinner: Sacrifice for Redemption è sicuramente un ottimo gioco, ma rovinato in diverse parti dal non aver reso una telecamera spostabile a piacimento. Un peccato enorme in questo genere di videogame dove bisogna avere tutto sotto controllo, compresa la dimensione dell’arena. Mi sento quindi di consigliarlo solo a chi non ha mai avuto prima esperienze simili, sarà un buon punto di inizio per poi virare verso produzioni ben più longeve e profonde. Il gioco è acquistabile su eShop Nintendo Switch, Ps4 e XboxOne a 18,99€.

Se vi va, vi invito a dare un’occhiata qui sotto ai nostri primi minuti di gioco di Sinner: Sacrifice for Redemption per Nintendo Switch. Fateci sapere la vostra nei commenti.

Sinner: Sacrifice for Redemption
Sinner: Sacrifice for Redemption – Recensione
PRO
Difficoltà alta ma onesta
Boss molto vari
Arene in sintonia col boss di turno
CONTRO
Gestione telecamera orribile
Non ha una vera curva di apprendimento
6.5