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Dragon Ball FighterZ – Recensione

Premesse

Recensire Dragon Ball FighterZ per PS4 mi ha fatto tornare indietro con la memoria. Quanti picchiaduro di Dragon Ball abbiamo visto con il passare degli anni? Personalmente, nel corso della mia carriera videoludica, ho perso il conto del numero di adattamenti del fumetto di Akira Toryiama che ho giocato – a partire dai primi ingenui anni della PSOne fino ad oggi. Ricordo i pomeriggi passati sul leggendario Dragon Ball Final Bout, un picchiaduro fatto col preciso intento di valorizzare l’input lag dei comandi: non ho mai più trovato un gioco che avesse un tale ritardo a registrare gli input del giocatore, ma alla fine che importava? Erano tempi diversi, e ci si accontentava con poco, alla fine. C’era un altro gioco di Dragon Ball per PSOne che vale la pena di essere solo menzionato per ora, sul quale torneremo in seguito: Dragon Ball Z Ultimate Battle 22. Questo era un picchiaduro in 2D stile Street Fighter o King of Fighters, interessante dal punto di vista del gameplay, il quale comunque rimaneva incredibilmente macchinoso. A quel punto si è assistito ad una sorta di rinascita sulla PS2, con la saga Budokai che ha reso Dragon Ball un gioco come si deve, dove il sistema ludico era sì ben pensato, ma finalmente era accompagnato da una realizzazione tecnica decente. Il picco fu raggiunto con Budokai 3, secondo me uno dei migliori giochi di Dragon Ball mai fatti fino ad ora. I picchiaduro di DB subirono poi un ulteriore evoluzione con la serie Budokai Tenkaichi: non più scontri orizzontali, ma una mappa intera in cui darsele di santa ragione. Pure qui, tre capitoli si sono susseguiti prima dell’approdo del brand su PS3: dapprima con Burst Limits – riproposizione del concept di Budokai – e successivamente con la serie Raging Blast. L’abbandono di una formula di picchiadurao (relativamente) tradizionale avviene con Ultimate Tenkaichi: probabilmente il peggiore fra i titoli di Dragon Ball moderni, dove il sistema di combattimento è brutalmente sacrificato sull’altare della spettacolarità estetica. Con l’arrivo della nuova generazione di console, DB ha assunto la forma di Xenoverse, aggiungendo una componente MMO e leggeri elementi RPG. L’esperimento è stato incredibilmente audace, rivoluzionando completamente ogni singolo aspetto di quanto fatto nel corso degli anni. I giochi si sviluppano attorno ad un hub online, nel quale ci si muove con il proprio personaggio per accedere alle varie modalità. Ed è proprio la personalizzazione del proprio combattente la croce e delizia degli Xenoverse: se è incredibilmente soddisfacente creare un proprio alter ego à la Dragon Ball, scegliendo fra le varie razze del mondo di Toryiama, dall’altro lato il bilanciamento non è fatto in maniera appropriata – risultando quindi in razze, abilità e mosse nettamente più potenti rispetto ad altre. Allo stesso tempo, pure con Xenoverse il sistema di combattimento sacrifica profondità per fare spazio alla spettacolarità degli scontri. Anche se belli da vedere, con effetti di luce e particellari che hanno sempre colto appieno lo spirito di DB, il sistema di combattimento rimane molto poco profondo, finendo quindi per essere noioso e ripetitivo dopo un po’.

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C’era qualcosa da cambiare, per forza. Se affiancato a giochi del calibro di Injustice 2 o Mortal Kombat X, ma anche lo stesso Naruto Ultimate Ninja Storm, Dragon Ball Xenoverse è qualitativamente il fanalino di coda. Qualche buona idea ce l’aveva, ma il sistema di combattimento andava completamente rinnovato. Bisognava ripartire da zero. Così, ecco che arriviamo a Dragon Ball FighterZ che sancisce finalmente il ritorno del brand ai livelli del passato. Anzi, anche superiori, perché Dragon Ball FighterZ è non solo uno dei migliori giochi di DB mai fatti, ma è anche uno dei migliori picchiaduro degli ultimi anni. Il sistema di combattimento è semplice ma al tempo stesso incredibilmente profondo e l’aspetto tecnico lascia a bocca aperta.

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Modalità e Sistema di Combattimento

Come il suo predecessore, anche Dragon Ball FighterZ si sviluppa attorno un hub online. Tuttavia, qui non avremo un nostro personaggio, ma bensì una caricatura di un personaggio canonico del quale potremmo personalizzarne il colore. Tutta la parte RPG di Xenoverse è quindi accontanata per fare spazio a qualcosa di puramente estetico, che non è per niente collegato agli scontri. I personaggi che controlliamo nell’hub possono essere sbloccati tramite le Capsule Z. Queste possono venire acquistate nel negozio tramite gli Zeni, la valuta del mondo di Dragon Ball. I soldi si guadagnano facendo delle missioni che ci vengono proposte, oppure semplicemente giocando una delle numerose modalità proposte. L’immancabile modalità storia, inoltre, racconta una storia originale, continuando quindi sulla linea dettata da Xenoverse, proponendo degli eventi non-canonici ma che comunque non sono le solite “saga del sayan” o “saga di Majin Bu”. C’è da dire, però, che se anche la storia si rivela abbastanza interessante, il livello della difficoltà resta incredibilmente basso – in luce anche del fatto che non è possibile scegliere la difficoltà della CPU.

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Ci sono 3 archi narrativi da completare per un totale di circa 8 ore. A causa della difficoltà bassa però, la modalità storia diventa noiosa abbastanza rapidamente. L’unico incentivo per completarla è quello che alla fine si sblocca l’Androide 21, la super cattivona delle vicende raccontate dal gioco.

Dragon Ball FighterZ è pieno zeppo di modalità e cose da fare diverse. Innanzitutto, la modalità Arcade propone diversi percorsi da completare, dove la direzione che percorreremo sarà dettata da quanti punti faremo nei singoli scontri. C’è poi la modalità Arena, dove sfideremo gli altri giocatori della lobby per stabilire chi è il più forte. Ci sono poi i Party Match, dove ci uniremo casualmente a squadre e dovremo lottare cercando di coordinarci con gli altri giocaotri. Questa modalità è forse la peggiore, dettaglio dettato più dal tipo di persone con le quali si vene messi in squadra – diciamo non sempre dei premi Nobel. La modalità Ring Match, invece, ci si unisce ad una stanza con altri giocatori e ci possono essere delle regole particolari che aggiungono dei modificatori. Infine, la modalità online rimane quella dove si passerà la maggior parte del tempo, fra partite libere e classificate. Ovviamente, se volete diventare veramente forti, non c’è miglior allenamento che farsi spaccare da gente online molto più forte di noi.

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E veniamo finalmente al sistema di combattimento. All’inizio di questa recensione ho menzionato Ultimate Battle 22, picchiaduro di Dragon Ball uscito per PSOne nel 1996. Questo Dragon Ball in salsa Street Fighter era molto complicato da padroneggiare, ma al tempo stesso proponeva un sistema di combattimento che almeno cercava di guardare ai titoli canonici del genere, provando ad imitarne il sistema ludico. Ben 22 anni dopo, Dragon Ball FighterZ riprende quel concetto provieniente da un’altra epoca e lo ripropone in salsa moderna, e il risultato è semplicemente incredibile. Gli scontri di FighterZ tornano a svilupparsi in arene orizzontali con i lottatori che si fronteggiano. Con il tasto quadrato si fanno gli attacchi leggeri, con triangolo quelli medi e con cerchio quelli potenti. Con la X potremo lanciare le sferette di energia. Il pregio di Dragon Ball FighterZ è proprio quello di avere un sistema di combattimeto molto facile da apprendere ma con una profondità pazzesca. Questo è un gioco che consente il button smashing, ma se volete competere al meglio questo non è mai l’approccio vincente. Dopo un inizio in cui si prenderà confidenza con i vari movimenti, cominceremo a vedere in che modo i vari attacchi possono essere concatenati, facendoci scoprire combo su combo che non lascieranno al nemico neanche un attimo di respiro. Ma Dragon Ball FighterZ è soprattutto un gioco di squadra: dovremo scegliere ben 3 combattenti intercambiabili durante il combattimento, aggiungendo così un altro livello di strategia. Cambiare fra i lottatori ci consentirà di recuperare vita, ma soprattutto di lanciare super mosse ancora più potenti.

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Se da un lato il sistema di combattimento di FighterZ fa gridare al miracolo gli appassionati di picchiaduro, per i neofiti il processo di approfondimento delle meccaniche può essere relativamente lento. Questo perché il gioco non fornisce una lista delle combo, ma solo delle super mosse. Perciò ci sono tre modi per imparare ad usare i personaggi in modo infallibile: fare allenamento studiando nel dettaglio come procedere da una mossa all’altra, guardare i numerosi video dove vengono spiegate le combo, oppure andare online e farsi brutalmente abusare imparando piano piano dai nostri errori. Tuttavia, Dragon Ball FighterZ rimane un picchiaduro che, anche a livello superficiale, rimane molto divertente, soprattutto se si è fan di Goku e compagni. Il motivo è da trovare soprattutto nel comparto tecnico: non riesco a non sbilanciarmi perché la grafica di questo gioco è semplicemente perfetta.

Comparto Tecnico e Colonna Sonora

Quello che gli Xenoverse non erano riusciti a fare, Dragon Ball FigtherZ riesca ad attualizzarlo, non sbagliando neanche un colpo. Da una parte abbiamo un sistema di combattimento pazzesco, e dall’altra abbiamo una grafica che ricorda in tutto e per tutto l’anime: l’effetto è proprio quello che sembra di star giocando alla trasposizione televisiva di Dragon Ball. Non solo, gli effetti particellari, le esplosioni, le distruzioni ambientali: tutto questo grida al miracolo. Si rimane semplicemente di stucco a guardare la miriade di luci, onde e quant’altro mentre si combatte a velocità elevatissime. Non c’è altro da dire, a livello grafico, questa volta, si sono decisamente superati.

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Pure la colonna sonora fa il suo dovere egregiamente. Tutte le tracce sono molto energiche, e alcune sono anche fatte sulla falsariga dei picchiaduro old school. In ogni caso, l’impressione che restituiscono è proprio quella dell’anime. Non c’è bisogno quindi di dire che rappresenta il contorno perfetto al lavoro che svolgono il sistema di combattimento e la grafica.

Conclusione

Come immagino sia sembrato chiaro, Dragon Ball FighterZ è un picchiaduro di una qualità incredibile, con decine e decine di ore di cose da fare. Finalmente la volontà di restituire la il feeling dell’anime è accompagnato da un sistema ludico all’altezza. I personaggi non sono molti, siamo lontanti dai numeri di Budokai Tenkaichi, per dire. Questo è comunque dovuto dal fatto che FighterZ è un gioco molto bilanciato che chiede di concentrarsi su un personaggio alla volta, se si vuole padroneggiarlo al massimo. Ne consegue perciò che ognuno di questi rappresenta da solo altre decine di ore di gioco. Insomma, FighterZ segna finalmente il ritorno di Dragon Ball fra i grandi nomi del genere. Questa è la strada giusta da seguire.

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Ultimo aggiornamento: 2023-12-05 at 12:00

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Dragon Ball FighterZ – Recensione
PRO
Sistema di combattimento semplice da apprendere, ma molto profondo
Molte modalità e cose da fare
Comparto grafico semplciemente perfetto
Colonna sonora molto bella
Modalità storia originale...
CONTRO
...ma che rimane fin troppo facile
Assenza della lista combo
9
Finalmente un picchiaduro di Dragon Ball come si deve