Armello non è un gioco qualsiasi. È un progetto ambizioso che unisce il gioco da tavolo col gioco di carte, condendo il tutto con un’ambientazione alla GDR cupa e matura. È proprio per questo motivo che la recensione di Armello deve essere teatrale. Perché fare questo? Una recensione fredda e distaccata su Armello non è assolutamente in grado di rivelarvi l’essenza dell’ambientazione. Probabilmente troverete questa recensione prevedibile, come se fosse scritta da un fanatico della saga… ma sfortunatamente non è così. Armello è malvagio, e la recensione che state per leggere deve evidenziare questo dettaglio. Se avete abbastanza fegato per rischiare la pelliccia, è arrivato il momento di esplorare il mondo di Armello.
Armello è un regno medievale abitato da animali antropomorfi. Tale luogo è governato da un Re, e sono presenti delle casate nobiliari piuttosto famose legate – in qualche modo – al volere del Re. Il clan dei conigli, dei lupi, dei ratti e degli orsi sono i più famosi in circolazione, ma anche altri gruppi hanno contatti con gli alti ranghi del regno.
All’improvviso, però, accade qualcosa di strano, inaspettato. Il Sovrano impazzisce misteriosamente a causa di una sorta di liquame. Il mondo di Armello cade così nell’oblio, nella pazzia, nel sangue, e solo chi ha fegato e cervello può sopravvivere. I quattro clan, incapaci di capire cosa sta succedendo, sanno che è la giusta occasione per accaparrarsi il trono. Qualcuno proverà ad assassinare il Re, altri cercheranno di vincere con la diplomazia, altri cercheranno di usare il Male per sopravvivere ed altri ancora tenteranno di salvare il Re con un ultimo gesto disperato. Il giocatore dovrà vestire i panni di uno dei membri delle quattro casate disponibili, e dovrà cercare di avere la meglio sugli altri. Sarai tu – giocatore – a deciderlo!
Il gameplay, fulcro del gioco, è complesso da spiegare. Armello chiede al giocatore di scegliere uno dei due membri delle 4 casate disponibili (per un totale di 8 personaggi) e dovrà utilizzarlo all’interno di una mappa di gioco, che cambia struttura ad ogni partita. Ad ogni turno sarà necessario pescare un certo numero di carte da tre mazzi differenti. Il primo riguarda gli oggetti, e permette al giocatore di equipaggiare/usare determinati materiali, utili per sopravvivere. Il secondo mazzo riguarda gli incantesimi, e permette di usare determinate mosse magiche spendendo punti Mana. Il terzo mazzo, invece, è quello più meschino. Molti lo chiamano semplicemente “trappola” ma non credo sia il termine più azzeccato. È il mazzo dei sotterfugi, delle mosse politiche, della criminalità. È un mazzo dai molteplici usi, e permette di ostacolare gli avversari sotto molti punti di vista.
L’obiettivo del giocatore è, semplicemente, quello di vincere. Per farlo, si possono usare una serie di strategie che porteranno a molteplici finali. La “vittoria diplomatica”, per esempio, obbliga il giocatore ad avere il maggior prestigio ed aspettare che il Re crepi. La “vittoria spirituale” obbliga il giocatore a cercare una cinque pietre dello spirito che, se unite, permettono di curare la maledizione del Re. Se, invece, si vuole massacrare gli avversari, c’è la vittoria per l’uccisione del Re. Questa si divide in due tipologie: quella “pura” e quella “putrefatta”.
Ma cos’è la putrefazione?
Nessuno è in grado di dirlo con certezza, ma si pensa sia una sorta di maledizione-parassita che attacca gli esseri viventi. Il Re stesso è afflitto da questa maledizione!
La Putrefazione agisce come una malattia: quando si presenta non è così pericolosa e potrebbe anche essere un vantaggio strategico (a patto di perdere 1 PS ad ogni alba). Quando, però, raggiunge il 5° stadio, diventa pericolosissima e potentissima. Aumentare gli stadi della putrefazione obbligherà il giocatore ad evitare determinate zone, ma solo così si può avere una qualche speranza durante lo scontro col Sovrano.
La Putrefazione ha, però, un grande nemico: lo Spirito. Si racconta che questo faccia parte della parte più sacra del regno. Come detto precedentemente, se si ottengono 5 pietre, si può ottenere un artefatto in grado di eliminare coloro che sono putrefatti senza neanche pensare di dover affrontare una lotta. Questo è l’unico modo per ottenere un finale abbastanza “positivo”.
Per quanto riguarda i protagonisti di quest’avventura, il pacchetto base di Armello permette di usare due personaggi per ogni Casata. Ognuno di essi ha statistiche differenti (che condizionano determinati dati come, per esempio, il numero di carte) ma in generale si cerca di mantenere una sensazione di gameplay comune. Il clan dei Lupi, per esempio, è ottima nel combattimento puro e crudo, mentre il Clan dei conigli ha un gameplay più legato al risparmio ed al guadagno. Tramite DLC è possibile ottenere altri Clan, e il team di sviluppo ha dimostrato di voler supportare il progetto. Pensate che l’ultimo DLC – i Rivals – è uscito negli scorsi mesi!
Molti di voi potrebbero chiedersi in che modo Armello incentivi la rigiocabilità, e qui entrano in gioco un sacco di dettagli. Non solo è presente un’ottima sezione di obiettivi, ma è anche presente una lista delle carte, che verranno sbloccate solo se il giocatore le trova durante una partita. È qui che si attiva una sorta di sensazione collezionistica, che incentiverà molti di voi a completare l’album. Tutto ciò è favorito proprio dal design delle carte che trovo ben azzeccato. In alcuni casi, però, l’adattamento italiano non rivela il concept originale (in una carta, per esempio, si perde la citazione a Game of Thrones) ma – in generale – funziona.
Il mondo di Armello non è perfetto, e la sua trasposizione su Nintendo Switch presenta difetti che danneggiano l’avventura proposta. Per quanto mi riguarda, vorrei trattarne solo due.
Il primo è probabilmente l’impossibilità di interagire col gioco tramite touch screen, mentre il secondo è più complesso e riguarda i contenuti del pacchetto base e completo. Da un certo punto di vista il pacchetto base presenta meno contenuti rispetto la versione completa, ma bisogna ammettere che, in tal modo, è equivalente a tutte le altre versioni. Il problema, sotto sotto, nasce quando si nota l’assenza dei dati extra e dei romanzi. Questi contenuti, infatti, non appaiono, e sembrano un’esclusiva della versione Mobile. Avrei decisamente apprezzato il loro inserimento, anche perché con l’assenza dei romanzi seguire la lore del gioco risulta parecchio difficile. È vero: i romanzi sono esclusivamente in inglese e potrebbero storcere il naso, ma avrei preferito la loro presenza. Comunque sia, per alcuni di voi questo dettaglio risulterà trascurabile.
in conclusione, Armello è un titolo che vi consiglio! Il gameplay è accattivante e la struttura delle partite rende questo gioco da tavolo virtuale divertente! La versione base da al giocatore le basi per giocare, mentre la versione completa offre contenuti extra come nuovi PG giocabili, nuovi oggetti e molto altro ancora. Alcune cose fanno storcere il naso, ma posso sicuramente dire che il porting di Armello su Switch è ottimo.
E ora che sai tutto su questo gioco… sei pronto ad esplorarlo?