wasteland 2 director's cut

Wasteland 2 Director’s Cut – Recensione

Premesse – I MUD e i cRPG

Il Nintendo Switch si è dimostrato un tipo di console incredibilmente versatile. Perfetto per giocare a titoli altisonanti e dai bugdet con numerosi zeri; fatto apposta per tutti quei giochi indie, che sulla piattaforma della grande N acquisiscono quel qualcosa in più. Abbiamo visto una quantità impressionante di generi diversi adattarsi ad un tipo di gioco sia sedentario che più ‘nomade’. Ora, è arrivato il momento di dare benvenuto sui nostri Switch ad un genere che ha fatto la storia dell’industria videoludica: i cRPG. Acronimo per ‘classic role play games’, la loro origine va ricercata (ormai) molti decenni fa, quando il medium del videogioco stava appena cominciando a maturare. Era l’epoca dei cosiddetti MUD, o ‘multi user dungeon’: giochi per il computer che replicavano i giochi di ruolo carta e penna, tipo Dungeons & Dragons. Nei MUD, i giocatori vivevano storie incredibili all’interno di mondi fantastici, tutto questo attraverso una rappresentazione grafica che definirla tale sarebbe anche fin troppo generoso. Infatti, per navigare questi labirinti bisognava scrivere le azioni che il proprio personggio eseguiva, cosa che in qualche modo replicava il ‘feeling’ del gioco cartaceo. Aspetto portante di questo genere era esattamente l’importanza della narrativa, della storia. Essere il protagonista di un’avventura, vedere come le proprie scelte e azioni cambiano il mondo circostante: questi sono i pilastri di ogni cRPG che vuole definirsi tale. Un tipo di interattività che non si limita a offrire al giocatore la scelta fra diverse linee di dialogo, ma che permette di partecipare attivamente al mondo digitale che sta vivendo, il quale reagisce al suo passaggio. Cosa c’è di più caratteristico di questo del videogioco in quanto medium?

Esempio di MUD

Come non citare i pilastri del genere come Baldur’s Gate, Neverwinter o Planetscape: Torment. Che piacciano o no, questi giochi rappresentano la storia di questo mezzo di intrattenimento. Di conseguenza, quando ci si trova di fronte un ‘nuovo’ titolo appartenente a questo filone, è cruciale ed indispensabile collocarlo in un contesto più ampio, che abbraccia epoche diverse. Questa premessa rende tutto più emozionante, perché il primo cRPG ad arrivare sulla nostra console ibrida di fiducia non è nient’altro che il seguito diretto del primo episodio di una saga che ha fatto la storia dei RPG post-apocalittici: mi riferisco esattamente a quel Wasteland, precursore di Fallout, uscito nel lontanissimo 1988. A distanza di trent’anni, in una forma che nessuno si sarebbe mai aspettato, nella giornata odierna, accogliamo a braccia aperte il port di Wasteland 2 Director’s Cut, pronto a fare da apripista per i cRPG sulla console Nintendo.

Avellone’s Touch

Come la maggior parte dei videogiocatori ormai sapranno, Fallout in origine non era di Bethesda, che ne acquisì i diritti agli inizi del 2000. La storia di Wasteland/Fallout è legata a doppio filo con quello della sua vecchia casa di produzione, la Interplay Entertainment, vera e propria fucina di giochi di ruolo che ha lasciato un’impronta indelebile nell’industria videoludica. A titoli del calibro di Wastland e Fallout, seguirono i già citati Baldur’s Gate e Planetscape: Torment – quest’ultimo considerato come uno dei migliori giochi per PC di sempre. Nel corso degli anni, dalla Interplay Entertainment si staccheranno programmatori e desginer, fondando la Black Isle Studios (responsabile di Planetscape) e la Obsidian Entertainment (Fallout: New Vegas, o i più recenti Pillars of Eternity). Due sono state le personalità che hanno portato alla ribalta Interplay, e sono proprio loro le menti dietro Wasteland 2 Director’s Cut. Mi sto riferendo al papà della serie Brian Fargo e ad uno dei migliori designer in circolazione: Chris Avellone.

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Ed è proprio quest’ultimo il filo conduttore fra la maggior parte delle produzioni Interplay, Black Isle e Obsidian: il tocco di Chris Avellone. Il suo curriculum è impressionante: Fallout 2, Planetscape, Fallout: New Vegas, Pillars of Eternity, Divinity: Original Sin 2, e recentemente Dying Light 2. Lui si è sempre principalmente occupato di implementare la struttura narrativa con le meccaniche di gioco, così da offrire al giocatore un’esperienza unica, che si può trovare solo ed esclusivamente in un videogioco. Questa è esattamente la caratteristica fondamentale di Wasteland 2: permettere al giocatore di plasmare la propria storia nelle Terre Desolate. 

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Terre Desolate 2

Il gioco comincia con un bellissimo filmato in live-action che descrive il mondo post-apocalittico in cui il giocatore si ritroverà a breve. Noi impersoneremo i Ranger, difensori auto-proclamati delle Terre Desolate. Subito, ci verrà assegnata la missione di indagare sulla misteriosa morte di un altro Ranger, chiamato Ace. Di lì a poco, cominceremo a ricevere trasmissioni radio da segnali sconosciuti, che ci minacceranno della prossima dipartita e sparizione dell’ordine dei Ranger. A questo punto, partiremo per un viaggio per scoprire da dove provengono quelle strane comunicazioni.

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All’inizio del gioco ci viene data la possibilità di selezionare la difficoltà e di creare il nostro party. Questo è un aspetto cruciale, perchè ogni personaggio è completamente personalizzabile: dal carattere, all’aspetto, alle singole abilità, fino addirittura alla possibilità di poter scrivere la biografia del personaggio. Se si è un giocatore alle prime armi con Wasteland o con i cRPG in generale, il primo impatto può essere un po’ travolgente: la quantità di statistiche, finestre e abilità da prendere in considerazione è enorme, proprio per garantire al giocatore piena libertà per la creazione della sua squadra. In aggiunta, l’interfaccia utente non è decisamente ‘user-friendly’. Tuttavia, gli sviluppatori hanno messo l’opzione di poter giocare con un party già creato, di default, così da permettere di tuffarsi immediatamente in Wasteland 2 con personaggi con le abilità giuste. A differenza dei cRPG classici, dove il party era composto da un massimo di quattro elementi, in Wasteland 2 si possono reclutare altri tre NPC nel corso dell’avventura, portando il limite della nostra squadra a ben sette elementi.

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Le abilità assegnabili sono veramente di ogni tipo e lasciano una grande libertà di scelta per quanto riguarda l’approccio al mondo di gioco. Per esempio, ci sta l’abilità per scassinare serrature, per scassinare cassaforti, o per farle esplodere. Se rompiamo una serratura tentando di forzarla, potremo ripararla – se un nostro personaggio ha l’abilità giusta – così che potremo tentare nuovamente di aprirla. Questo è solo un minuscolo esempio dell’incredibile libertà concessa al giocatore.

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Anche per quanto riguarda l’approccio ai dialoghi, pure lì potremo decidere come rapportarci col prossimo: dall’essere aggressivi fino a comportarsi da lecchini, sta al giocatore stabilire come è meglio agire nelle varie situazioni. Ovviamente, cosa e come risponderemo determinerà delle conseguenze. Tuttavia, questo non è l’unico modo in cui il giocatore interagisce con la storia: sono le azioni che determineranno chi sono i Ranger che controlliamo. Per fare un piccolo esempio senza spoiler, subito all’inizio del gioco ci viene messa di fronte una scelta: andare a salvare la cittadina attaccata dai briganti, oppure ci dirigiamo al laboratorio dove delle piante mutanti (?) sono impazzite? Qual è la cosa giusta da fare? Prendere una delle due decisioni significa esercitare la propria influenza sulla storia del gioco, che cambia e si adatta alle nostre scelte. Questa interattività avviene anche ad un livello inferiore, garantendo al giocatore di scegliere come affrontare le varie situazioni, magari attraverso il dialogo anzichè la forza bruta.

E veniamo al sistema di combattimento, che ovviamente è impostato a turni. Se si è familiari con le meccaniche di XCOM Mario + Rabbids, si vedranno numerose similiarità fra di loro. Infatti, pure in Wasteland 2 si muove il proprio personaggio usando i Punti Abilità: ogni azione costa tot punti abilità, da muoversi, a sparare, fino a ricaricare l’arma. Sfruttando i ripari e le varie specialità del nostro party, dovremo farci strada a suon di pallottole fra bestie mutanti e banditi. La quantità di scenari che si possono venire a creare è pressocchè infinita, facendo sì che il sistema di combattimento non diventi mai noioso.

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Il mondo è suddiviso in zone da esplorare nel dettaglio, mentre nella mappa in generale ci muoveremo solo spostando un cursore. Quando navigheremo per le Terre Desolate, dovremo stare attenti alle zone radioattive, le quali richiedono un’apposita tuta per essere attraversate. Bisognerà tenere sempre d’occhio il nostro livello d’acqua, senza la quale moriremmo in tempi molto brevi. Le singole aree sono molto dettagliate in termini di elementi e caratterizzazione, rendendo l’esplorazione sempre piacevole. Merito del comparto artistico, che restituisce in maniera sublime l’idea di un America post-apocalittica. La visuale è ovviamente impostata in prospettiva isometrica, come da canone cRPG.

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L’edizione Switch di Wasteland 2 Director’s Cut è il port della versione console uscita per PS4/XboxOne nel 2015. Se dal punto di vista ludico e narrativo il gioco è eccellente, il comparto tecnico fa storcere leggermente il naso. La grafica ha subito un downgrade rispetto alle altre versioni, e il risultato non è propriamente entusiasmante: a livello di texture sembra un gioco per PS3, e non è raro incontrare qualche bug ogni tanto. Tuttavia, questo è un aspetto decisamente minore, perche Wasteland 2 non punta sulla potenza grafica, ma sulla potenza dell’esperienza, ed altre come questa non ce ne sono. C’è da dire che un po’ fa dispiacere, perché questo gioco è un capolavoro e se avesse avuto una grafica aggiornata ad accompagnarlo, allora saremmo stati di fronte a qualcosa di veramente senza precedenti. La grande novità di questa versione, e nella storia dei cRPG in generale, è la possibilità di poter giocare in modalità portatile: nonstante la grande quantità di testi nel gioco, le scritte sono grandi abbastanza e si leggono chiaramente; giocato in modalità handheld, Wasteland 2 diventa ancora di più una malattia. Si, perchè saranno necessarie 80 e più ore per completare il gioco, ed ora possiamo anche portarcelo in giro. A parte quest’ultimo aspetto, chi ha già giocato Wasteland su PC o PS4/XboxONE non ha molti motivi per recuperare questa versione.

Conclusione

Wasteland 2 Director’s Cut è un gioco importante in sé, ed ancora più importante è il fatto che esca per Nintendo Switch. Ora che i cRPG cominciano a colonizzare la piccola console ibrida – anche con l’imminente uscita di Pillars of Eternity 2 – bisognerà solo vedere come reagirà il pubblico, e se un genere di nicchia riesca di nuovo a conquistare il cuore dei giocatori, come è successo con l’uscita di Divinty: Original Sin 2 l’anno scorso. Resta il fatto che Wasteland 2 è un gioco con una certa età, e non tutti riusciranno a digerire la grande quantità di informazione che vengono buttate in faccia al giocatore. Questo è un gioco lento, ragionato, dove bisogna godersi il fatto di vivere una storia che noi stessi plasmiamo con le nostre azioni e decisioni. Altro lato negativo sono i menu, molto poco intuitivi e decisamente confusionari, in grado di spaventare anche un veterano del genere. In aggiunta, la mancanza della localizzazione in italiano è un grande limite, vista la grande quantità di testo da leggere. Il che è un peccato, perchè  la qualità della scrittura è altissima, con picchi di humor decisamente spassosi. Sicuramente, una traduzione avrebbe attirato più pubblico per un genere di giochi che non è molto popolare. Nonostante questi difetti, Wasteland 2 rimane un capolavoro di game design e di architettura narrativa, che ogni amante dei videogiochi dovrebbe provare almeno una volta, se si è in grado soprattutto di superare la barriera linguistica. Le Terre Desolate non perdonano.

wasteland 2 director's cut
Wasteland 2 Director’s Cut – Recensione
PRO
Sistema narrativo incredibile
Comparto artistico molto ispirato
Qualità della scrittura elevatissima
Chris Avellone!
CONTRO
Comparto tecnico da rivedere
Un po' lento come gioco
Menu 'rustici'
Non per tutti
8.5
Finalmente i cRPG su Switch!