The Messenger

The Messenger – Recensione

Al giorno d’oggi siamo ormai abituati ad assistere al proliferare incontrollato di produzioni indipendenti che cercano in tutto il modo di crearsi una strada verso il successo grazie a tributi, più o meno riusciti, a glorie del passato. Abbiamo visto una giovane Yacht Club Games salire nell’olimpo degli sviluppatori indie grazie ad una IP, quella di Shovel Knight, che è riuscita prima ad accogliere un’enorme successo dai finanziatori su kickstarter e successivamente da milioni di giocatori grazie ad un gameplay fresco “appiccicato” sopra un comparto audio-video capace di farci rivivere l’epoca 8-bit.

Oggi siamo qui per parlarvi di The Messenger, opera prima di Sabotage Studio che -ve lo dico fin da ora- ha tutte le carte in tavola per entrare di prepotenza nelle vostre softeche digitali (per ora il gioco è disponibile solo su PC e Nintendo Switch). Anche The Messenger nasce come atto d’amore per quella che fu un’era di svolta per il mondo dei videogiochi, e lo fa dannatamente bene ammiccando in continuazione ad un titolo che spero chiunque di voi abbia sentito nominare almeno una volta nella vita: Ninja Gaiden. Nonostante questo evidente paragone, che ha addirittura spinto Hideo Yoshizawa e Keiji Yamagishi a provare questo gioco con mano, The Messenger riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo grazie ad una programmazione certosina ed alcune idee di gameplay che possiamo tranquillamente definire geniali.

The Messenger
Tamponamento a catena tra 3, 2, 1….

L’avventura inizia all’interno di un villaggio, nel quale si sta tenendo una classica lezione del nostro addestramento ninja. Dalle prime fasi si può già annusare nell’aria il velo di ironia che pervade l’intera produzione, grazie ad un protagonista che fin da subito si dimostra annoiato nei confronti dell’ennesimo racconto storico tramandato dall’antico maestro. “Fortunatamente” un demone deciderà ben presto di attaccare il villaggio e lanciare una potente maledizione, che oltre ad interrompere l’allenamento ci offrirà l’occasione di azione che tanto stavamo aspettando. E’ così che ci trasformeremo nel messaggero e ci verrà affidato il primo importante incarico: consegnare ai 3 saggi, che ci stanno attendendo in cima alla montagna simbolo del gioco, una importantissima pergamena il cui contenuto ci è completamente sconosciuto, forse perché non ci è ancora venuta voglia di aprirla…

The Messenger
Schivare i nemici non era abbastanza, ora dobbiamo anche stare attenti a dove atterriamo!

Prima di svelarvi quella che è la vera meccanica capace di elevare The Messenger al titolo di capolavoro, andiamo a scoprire assieme cosa offre il gioco nelle fasi iniziali dell’avventura. Innanzitutto verremo guidati attraverso un velatissimo tutorial che ci farà prendere confidenza con le nostre potenzialità ninja. Oltre all’immancabile katana e le indispensabili shuriken, il messaggero sarà dotato di un’agilità senza confronti. Molte delle sue abilità potranno essere acquistate e potenziate all’interno dei numerosissimi negozi, che fungono anche da veri e propri checkpoint, ma la capacità base di eseguire salti multipli si rivelerà utile fin da subito. Per aggiungere un pò di pepe all’azione, e dare vita ad un gameplay sopraffino arricchito da un level design capace di valorizzarlo al meglio, i salti successivi potranno essere eseguiti solamente se nel mezzo riusciamo a mettere a segno un colpo con la nostra fedele spada.

Le prime fasi di gioco scorrono abbastanza lisce, e ci caleranno all’interno di un curatissimo platform bidimensionale a scorrimento dotato di un gameplay dinamico ed acrobatico che riesce a tenere il giocatore incollato al gamepad grazie alle atmosfere 8-bit ben riprototte ed a comandi precisi. All’inizio non siamo di fronte a nulla di miracoloso, sia chiaro, ma il titolo è sufficientemente valido da farci capire che c’è molto di più e che è sufficiente proseguire per scoprire cosa si cela in cima alla misteriosa montagna. Posso assicurarvi che ne varrà la pena.

The Messenger
La meccanica base, grazie alla quale poter eseguire salti multipli, sarà ben valorizzata dal level design del gioco!

Nonostante il gioco non sia localizzato nella nostra lingua, i dialoghi scorrono molto lisci e saranno capaci di intrattenerci grazie a veri e propri siparietti che terremo assieme agli NPC incontrati lungo il cammino (qualcuno vuole sentire una variante della novella “la principessa sul pisello”?) e si riveleranno spesso indispensabili per proseguire la nostra avventura. Lo stesso mercante che vive nei negozi dei quali parlavo più sopra si rivelerà un alleato grazie al quale ottenere potenziamenti, suggerimenti e preziosissimi consigli, il tutto dietro pagamento ovviamente. La valuta di gioco è caratterizzata dai “frammenti di tempo“, che saranno presenti in gran quantità e potranno essere ricavati sia colpendo oggetti sia abbattendo nemici. Una volta ottenuti i frammenti questi saranno nostri e non rischieremo mai di perderli, come avviene in alcuni giochi a seguito di una nostra morte prematura. Ma non è tutto oro ciò che luccica, se da una parte è vero che il denaro in nostro possesso non verrà mai decurtato se non in seguito ad un acquisto, dall’altra avremo a che fare con un piccolo diavolo che, oltre a godere di ogni nostra morte, sfrutterà questo evento per riportarci in vita ed inseguirci per un breve tragitto sottraendoci i frammenti di tempo incontrati. Se da un lato questa dinamica ci è sembrata piacevole, di fatto non introduce una vera e propria penalità ai giocatori troppo sbadati in quanto la quantità di denaro reperibile è già di suo molto generosa. Anche completare l’albero delle abilità con le quali potenziare il nostro ninja non sarà un’operazione poi così difficile, e ci riuscirete ben prima della fine del gioco.

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Completare l’albero delle abilità non sarà affatto complicato!

Nonostante i checkpoint siano sufficientemente numerosi, i nemici si dimostrano spesso molto agguerriti. Questi, inoltre, respawnano con molta semplicità in quanto per vederli tornare in vita non sarà sufficiente uscire e rientrare da ciascuna stanza -come ci ha abituato fino ad oggi la tradizione- ma basterà anche solo che la loro posizione originale esca dalla nostra inquadratura. La curva di difficoltà tenderà a salire molto rapidamente, ma assestandosi sempre su livelli gestibili, con picchi di complessità in corrispondenza di alcuni dei numerosi boss che dovremo affrontare. Questi risultano sempre molto ispirati, ma in più di un’occasione ci hanno dato parecchio filo da torcere a causa di un lieve sbilanciamento a loro favore che tende a rendere le boss fight sempre più impegnative.

Una volta superato quello che ho reputato il boss più ostico del gioco, The Messenger ci mette di fronte ad una vera e propria svolta, sia a livello di gameplay sia sotto il punto di vista grafico/sonoro. Nella nostra avventura ci ritroveremo all’interno di una “torre del tempo“, affrontando una prova alla quale verremo sottoposti e che si dimostrerà il nostro trampolino di lancio per quello che si rivelerà ben presto un metroidvania a tutti gli effetti. Da un certo punto in poi il gioco decolla, e lo fa a piccole dosi garantendo così un livello di coinvolgimento del giocatore costante e duraturo. Avremo finalmente accesso ad una mappa dei livelli, che potremo esplorare in libertà alla ricerca di alcune note musicali che, stando ad un’antica profezia, appartengono ad una melodia necessaria a sconfiggere la maledizione che ha colpito il nostro villaggio. Mentre svolgeremo le main quest, sempre valide ed ispirate, potremo partire alla ricerca di 45 sigilli del potere che, oltre a fungere da collezionabili, ci offriranno un ulteriore potenziamento. Peccato solo per la gestione dell’intera mappa che, a causa di varchi di teletrasporto posizionati in punti ben precisi, introduce un backtracking che a volte risulta lievemente eccessivo. Personalmente avrei abbondato con le scorciatoie (magari nascoste da passaggi segreti) ma fortunatamente il gioco si fa esplorare con piacere e, di conseguenza, il senso di ripetitività è ridotto all’osso.

The Messenger
A quanto pare qualcuno ha capito che dietro il controller si cela un collezionista!

Assieme all’introduzione della mappa, verso metà avventura assisteremo anche ad una vera e propria mutazione delle meccaniche alla base del gameplay, che riusciranno ad influenzare sapientemente anche il comparto grafico e sonoro. Il messaggero, infatti, acquisterà la possibilità di viaggiare nel tempo, attraverso alcuni varchi temporali sapientemente posizionati lungo la mappa. Attraversando tali portali verremo trascinati 500 anni avanti o indietro nel tempo, ed in corrispondenza di tali mutazioni si adegueranno anche la grafica e l’audio, che passeranno piacevolmente da un curato 8-bit ad un ancor più gradevole 16-bit.

Ci tengo a precisare che tale espediente non viene utilizzato solo come semplice pretesto per introdurre qualcosa di diverso nel gioco, ma che l’intera idea si fonde alla perfezione con la trama e con le quest che affronteremo. Una menzione d’onore va data alle tracce audio in chiptune prodotte attraverso Famitracker, frutto del lavoro del compositore Rainbowdragoneyes. Queste, proprio come affermato dal messaggero in uno dei numerosi dialoghi, sono veramente ben realizzate e riescono a trasmettere l’adrenalina necessaria ad affrontare le folli acrobazie necessarie per proseguire durante le circa 15 ore di avventura.

The Messenger
Non c’è niente di meglio che un bel tramonto in 16-bit!

Se non lo avete ancora capito, non avete scuse per ignorare questo gioiellino che porta il nome di The Messenger. Potete acquistarlo fin da ora all’interno dello store digitale della nostra piccolina made in Kyoto al prezzo, giustificato in ogni centesimo, di €19,99. Vi ritroverete tra le mani non solo un’ode al passato ma anche un prodotto al passo con i tempi e con una identità tutta sua, grazie alla quale mi sento di consigliarlo a chiunque, amanti del genere e non. Scoprirete una vera e propria gemma videoludica!

The Messenger
The Messenger – Recensione
PRO
Comparto audio/video eccellente
Level design sopraffino
La dinamica dei salti temporali è sfruttata benissimo
CONTRO
Backtracking poco permissivo
Non esiste una vera e propria penalità per ogni morte
Difficoltà che impenna in occasione di un paio di boss fight
9
indie of the year