Fall of Light: Darkest Edition

Fall of Light: Darkest Edition – Recensione

Arriva su Nintendo eShop un gioco tutto italiano, sviluppato dal ‘two-men team’ di RuneHeads. In attesa che giunga sui nostri Nintendo Switch la remastered di Dark Souls, e dopo aver speso decine di ore su Salt and Sanctuary, ecco che è arrivato il momento di testare Fall of Light: Darkest Edition, gioco di avventura con un forte accento sulla storia, che prende ispirazione da Ico e Dark Souls, appunto. In un mondo dove le tenebre stanno avanzando e – guarda caso – esseri malvagi compiono atti spregievoli, nei panni del cavaliere Nyx dovremmo scortare nostra figlia attraverso terre e labirinti oscuri. Questo incipit non è particolarmente originale, ma è gestito in maniera tale che qualche curiosità la crei. Purtroppo, i lati positivi di Fall of Light finiscono qui: le idee, seppur buone, sono accompagnate da una realizzazione pessima, e c’è da chiedersi se RuneHeads non abbia fatto il passo più lungo della gamba.

fall of light: darkest edition

Salt and Sancutary ha dimostrato come un clone di Dark Souls possa brillare di luce propria, offrendo un’esperienza simile all’archetipo, ma al tempo stesso proponendo un prodotto originale e ben fatto. Fall of Light non riesce in tutto ciò. Il motivo fondamentale sta nel fatto che, secondo me, RuneHeads ha osato troppo ed ha voluto realizzare qualcosa che è molto complesso fare in sole due persone. Lo sforzo è ammirevole ed il risultato è impressionante, se pensiamo alle circostanze. Tuttavia, come gioco, come prodotto, Fall of Light: Darkest Edition non è valido.

La prima cosa che salta all’occhio quando si avvia il gioco, è il livello incredibilmente basso della risoluzione: le scritte appaiono sfocate, il che è molto fastidioso per gli occhi, dopo un po’. Andando avanti e selezionando la modalità normale, dopo un filmato che spiega qual è il motivo trascinante della storia, ecco che ci ritroviamo all’interno di una baracca, con la figlia di Nyx seduta poco davanti a lui. Se terremo premuto il tasto Y potremo tenere la mano della figlia, in modo che ci segua più da vicino. Altrimenti, lo fa automaticamente, mantenendo una leggera distanza. Se ci troviamo all’interno di un determinato raggio da lei, i nostri attacchi saranno più potenti e la nostra arma sarà circondata da un’aura di potere.

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Il gioco è sviluppato attorno a dungeon e aree da esplorare, piene di nemici da sconfiggere. Disseminati per le mappe, ci sono i santuari – vedi: falò – dove potremo ricaricare la nostra vita e salvare. Come in ogni Dark Souls, questo significa che tutti i nemici rinascono. Ci sono venti posizioni di combattiento differenti e dieci diversi tipi di armi, e per la versione console hanno inserito un nuovo dungeon con nuove tipologie di nemici. Se fin qui sembra che tutto vada bene, pad alla mano, Fall of Light: Darkest Edition crolla inesorabilmente, come quella luce che il gioco ci chiede di salvare.

Come ho già citato, il primo problema che si nota è la grafica e la risoluzione: le scritte appaiono sfocate, e il modo in cui gli ambienti sono realizzati manca di unicità, rendendoli nella maggior parte dei casi decisamente anonimi. In aggiunta, un fastidiosissimo input lag rende la navigazione della mappa un’esperienza tutt’altro che piacevole. Ma è quando si arriva al combattimento che il gioco mostra delle problematiche pesanti. Se il bilanciamento sembra decente, le battaglie in sé sono caratterizzate da così tanti problemi tecnici da renderle frustranti, non per la difficoltà – che è ragionevole, anzi – ma per il fatto che il sistema di combattimento semplicemente non funziona.

fall of light: darkest edition

Con il grilletto superiore destro si sferra un attacco rapido, con quello inferiore uno pesante, mentre con quello superiore sinistro ci si difende con lo scudo. Con la pressione del tasto B, potremo invece rotolare per schivare, come in Mamma Souls. Vero elemento portante dei vari scontri sarà la gestione della barra della stamina. Tuttavia, il già citato noiosissimo input lag, le animazioni terribili di Nyx, le innumerevoli inspiegabili collisioni con gli oggetti nella mappa, il rallentamento delle performance quando compaiono troppi nemici sullo schermo, rendono Fall of Light: Darkest Edition difficile per il motivo sbagliato: non perchè si vuole ricondurre al filone dei cosiddetti ‘Soulslike’, ma perchè i controlli non sono ottimizzati per niente.

La meccanica di ‘tenersi la mano’ è stata presa da Ico, dove anche li bisognava portare una principissa fuori da un’antica prigione. In Fall of Light: Darkest Edition, per replicare nel gameplay l’azione fisica di tenersi la mano, il giocatore dovrà tenere premuto il tasto Y, e quando lo lascerà, così succederà a schermo tra Nyx e la figlia. Questo stratagemma dovrebbe aiutare ad aumentare l’empatia verso il personaggio che dobbiamo salvare, simulando non solo il gesto ma anche la sensazione di stare a contatto con qualcosa e successivmente di lasciarla. Come meccanica è molto raffinata, solo che è la realizzazione tecnica che lascia a desiderare, distogliendo l’attenzione da un elemento di game design decisamente interessante.

fall of light: darkest edition

Per concludere, Fall of Light: Darkest Edition ha qualche buona idea, qualcuna buonissima, altre da scartare totalmente, ma questo è tipico di ogni gioco. Tuttavia, il comparto tecnico in generale non regge e mostra tutti i suoi problemi già dalla schermata di caricamento iniziale, che dura più di un minuto abbondante. Bisogna ricordare che questo gioco è stato realizzato da solamente due persone, ed il risultato è impressionante viste le circostanze. Rimane però il dubbio di cosa sarebbe successo se i ragazzi di RuneHeads avessero giocato più semplice, levando elementi al gameplay invece di aggiungerli senza riuscire infine ad attualizzarli: perchè optare per una grafica 3D che punta ad essere particolare, quando palesemente il risultato non è buono? Perchè non rendere il gioco più leggero, basandolo su un paio di idee semplici ma buone, come l’unire la meccanica di Ico con una struttura di dungeon crawling, invece di inseguire lo spettro di Dark Souls? Molte sono le domande che mi sono venute dopo aver provato Fall of Light. È un gran peccato che non ‘sia di più’, ma sono sicuro che con il prossimo gioco, gli italiani di RuneHeads sapranno fare tesoro di questa esperienza e riusciranno a presentare un prodotto che renda giustizia alle loro idee.

Fall of Light: Darkest Edition
Fall of Light: Darkest Edition – Recensione
PRO
Colonna sonora buona
Storia intrigante
CONTRO
Controlli pessimi
Input lag troppo vistoso
Animazioni orribili
Difficile per i motivi sbagliati
Realizzazione tecnica che lascia molto a desiderare
4
Un gioco con troppi problemi