state of mind

State of Mind – Recensione

La casa di produzione Daedalic Entertainment ha sviluppato, per la maggior parte della sua ‘vita’, video giochi punta e clicca. Con il loro ultimo lavoro, che porta il titolo di “State of Mind”, Daedalic ha deciso di compiere un passo in avanti e tentare un genere leggermente diverso. Pur presentando alcuni aspetti in comune con i punta e clicca, l’ultima fatica degli sviluppatori teutonici si discosta dai loro prodotti classici. Disponibile dal 15 agosto per tutte le piattaforme, State of Mind è un’avventura grafica fantascientifica, dove la storia fa da padrone. Il tema portante di tutta la produzione, seguendo le parole del creatore Martin Ganteföhr, è il transumanesimo – tematica decisamente ricorrente nella maggior parte delle opere fantascientifiche. In un periodo che ha visto la nascita di numerosi giochi a tema fantascientifico, sarà riuscita Daedalic a costruire una storia memorabile? Scopriamolo insieme.

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La corrente letteraria del postumanesimo esplora l’intreccio tra esseri umani e tecnologia, cercando una risposta alla domanda ‘che cosa significa essere umano?’. Il transumanesimo di State of Mind rappresenta una sfumatura di questo: come la parola trans- lascia intuire, questa forma di umanesimo indaga il processo di trasformazione dell’uomo in qualcosa che sia di più, che vada oltre l’umano. La fantascienza è uno dei generi privilegiati dove trattare questi argomenti, regalando raffigurazioni di futuri distopici, dove il significato stesso di natura umana sembra non esistere più. State of Mind è ambientato precisamente in un mondo simile, dove le persone convivono con macchine e robot, questi ultimi apparentemente in possesso di una qualche forma di coscienza.

Le premesse di State of Mind, perciò, non si discostano molto dal filone più mainstream – se così si può dire – rappresentato per esempio da SOMA (2015), o dal più recente Detroit Become Human (2018). Agli appassionati di fantascienza salteranno sicuramente all’occhio tutti quei dettagli e stilemi tipici di questo genere di lavori. Tuttavia, il mondo di State of Mind è molto ben caratterizzato e vive di vita propria, dando così una sfumatura diversa – ed ovviamente peculiare – a queste tematiche.

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La storia cominicia a Berlino nel 2048. Il protagonista, Richard Nolan, è giornalista del quotidiano The Voice, dove gestisce una rubrica che riflette sul ruolo dell’umanità in un mondo sempre più robotizzato e digitalizzato. L’incipit ci rivela che Richard è stato coinvolto in un incidente stradale. Risvegliatosi dal coma, si rende conto che la sua memoria ha subito dei danni. Ritornato a casa, la trova vuota: sua moglie e suo figlio sono spariti, e al loro posto c’è un robot. Compito del giocatore è quello di raccogliere e ricostruire i frammenti di memoria e ritrovare i familiari del protagonista: apparentemente, l’incidente e la loro sparizione sono collegati.

Come già detto, l’ultima fatica della Daedalic è fortemente incentrata sulla storia, lasciando minor spazio alle componenti più ‘ludiche’. A differenza dei giochi della Telltale, per esempio, State of Mind non presenta una struttura narrativa interattiva ‘a rami’: il giocatore non compie scelte le cui conseguenze cambiano significativamente gli eventi della storia. Al contrario, la trama è piuttosto lineare, e si possono contare sulla dita di una mano i momenti in cui il gioco ci pone di fronte ad una scelta. Questo non è assolutamente un difetto, ma anzi rispecchia semplicemente la concezione di Daedalic dell’unione fra sistema narrativo e sistema ludico.

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Non implementando una struttura narrativa ‘ramificata’, il giocatore si aspetta che la trama sia un susseguirsi di colpi di scena che lo tengono incollato allo schermo lungo la durata di tutto il gioco. Purtroppo, su questo aspetto, State of Mind è un po’ carente: il ritmo della storia è abbastanza lento, e ci mette del tempo ad ingranare. Fortunatamente, nel corso delle battute finali, numerosi colpi di scena tengono il giocatore con il fiato sospeso. Tuttavia, ciò non toglie che il gioco chiede del tempo prima che gli eventi diventino davvero interessanti, rendendo così le prime ore di gioco leggermente anonime. Al tempo stesso, la qualità della scrittura e dei dialoghi è molto elevata, rendendo più ‘piacevoli’ le situazioni tediose.

Essendo un gioco che si concentra soprattutto sulla storia, la parte ludica è ‘ridotta ‘all’osso’. Il giocatore può esplorare  i vari ambienti, interagendo con specifici oggetti, segnalati da un indicatore verde. Durante il corso della narrazione, sono presenti alcuni mini giochi, che lasciano un po’ il tempo che trovano. Menzione speciale – e personale – per quanto riguarda il mini gioco del pianoforte: credo di aver passato almeno un’ora suonando melodie diverse – divertentissimo. In alcuni punti della storia, è necessario risolvere alcuni enigmi – a volte anche con meccaniche nuove introdotte per l’occasione – così da poter progredire nel gioco. Questi puzzle non spiccano per complessità, e non richiederanno molto tempo per essere completati. Ruolo centrale svolge il mini gioco dove i frammenti di memoria vengono ricostruiti: anche se di facile risoluzione, dal punto di vista narrativo questi momenti sono molto intensi.

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Daedlic Entertainment ha optato per una grafica low-poly: cioè con un basso numero di poligoni. Di conseguenza i personaggi, gli oggetti, il mondo stesso sembrano essere composti da frammenti, vero e proprio motivo portante, sia della sistema narrativo che ludico. Ne risulta perciò un colpo d’occhio molto affascinante – ed incredibilmente pulito, inoltre – che ad un esame più attento rivela la sua vera natura. La colonna sonora del gioco è ben curata e piacevole, rimanendo nel sottofondo nei momenti calmi, ed aumentato di intensità in situazioni concitate. La maggior parte delle canzoni sono di musica elettronica decisamente di qualità. Allo stesso tempo, sono presenti anche altri generi musicali, ognuno dei quali restituisce l’idea di un mondo distopico dove uomini e macchine convivono – non necessariamente in modo pacifico.

Nonostante la versione recensita fosse una versione di anteprima, non sono stati riscontrati cali di frame rate o bug di alcun tipo: il gioco gira perfettamente. Su Nintendo Switch, ovviamente, c’è una differenza di risoluzione fra dock e handheld, che si riflette perciò anche su State of Mind: se collegata al dock, il gioco presenta una risoluzione migliore, rispetto se giocato in versione portatile. Tuttavia, grazie allo stile grafico e artistico peculiare, non si notano eccessive differenze fra le due modalità di gioco.

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Anteprima Prodotto Prezzo
State of Mind (Switch Deutsch) State of Mind (Switch Deutsch) 19,95 EUR

Ultimo aggiornamento: 2023-12-15 at 00:10

State of Mind tratta temi che sono molto in voga di questi tempi. Basti pensare all’esempio già accennato di Detroit: Become Human, o cambiando piattaforma, alla serie tv Black Mirror. Tuttavia, il ritmo lento della narrazione e la mancanza di veri e propri colpi di scena per una buona porzione dell’avventura diminuiscono l’intensità della trama. Il tema transumanistico può interessare, soprattuto gli appassionati di sci-fi, i quali troveranno piacere nell’alta qualità della scrittura e dei dialoghi di State of Mind. Lo scopo di questo gioco è principalmente di raccontare una storia, relegando la parte ‘più ludica’ ad una porzione minore dell’esperienza. Non essendo una narrativa interattiva, il gioco non presenta un alto fattore di rigiocabilità: una volta terminato il primo playthrough, non ci sono molte motivazioni che potrebbero spingere un giocatore a rivivere gli eventi di State of Mind di nuovo. Al tempo stesso, la trama rimane intenzionalmente oscura in alcuni punti, lasciando così spazio a speculazioni e ipotesi. Un ultima nota va fatta riguardo il prezzo, un po’ più alto del solito per quanto riguarda produzioni di questo genere. In ogni caso, State of Mind offre più di quindici ore di intrattenimento in un mondo futuristico, che sembra attenderci dietro l’angolo.

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State of Mind – Recensione
PRO
Temi trattati molto interessanti
Stile grafico e comparto artistico molto particolari
Qualità della scrittura e dei dialoghi molto elevata
CONTRO
Ritmo della narrazione lento
Mini giochi un po' anonimi
I colpi di scena tardano un po' ad arrivare
6.8
Un futuro convincente, una storia un po' meno