Hand of Fate 2 – Recensione

Giochiamo col destino

Defiant Development con il suo Hand of Fate ci pone senza tanti fronzoli di fronte al nostro mazziere, che potremmo definire quasi un burattinaio, che ci guiderà nella sua opera di rivalsa, attesa da così tanto tempo da diventarne ormai il suo scopo principale. Il nostro ruolo nei suoi piani sarà fondamentale, ma non per questo sarà magnanimo, le carte sono distribuite sul tavolo, i dadi nelle nostre mani, spetterà a noi prendere le giuste decisioni, e se queste ci porteranno alla morte, la pena sarà ripetere la sequenza di carte da capo, ponderando ogni decisione e sperare in un tocco di fortuna in più.

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Osserverà ogni vostra mossa.

Racchiudere Hand of Fate 2 in una categoria è molto difficile, potremmo definirlo un gioco di carte con forti componenti action-GdR e dungeon crawler; il gameplay si snoda infatti principalmente sul tavolo del mazziere, per cui non siamo altro che lo strumento di una vendetta che ha atteso per ormai cento anni. Ponendoci delle carte sul tavolo, il nostro personaggio sarà raffigurato da una pedina che si fa strada proprio tra le carte coperte, scegliendo quali bivi prendere e tentando la fortuna con un lancio di dadi quando la situazione lo richiede, il tutto mentre il mazziere racconta il nostro procedere, le situazioni che ci si parano davanti o qualche quesito dalla risposta; ad alternare il gioco di carte, oltre alle già citate scelte multiple e lo sviluppo del nostro personaggio, ci penseranno le fasi action del gioco che differenziano il prodotto dal resto della massa ma, almeno in questo porting per Switch, non sono sviluppati nel migliore dei modi. Ci troveremo a dover compiere nella maggior parte dei casi sempre le stesse azioni, con una mappatura dei tasti che non spicca per immediatezza: i comandi sono molto semplici ma diversi da quello che abitualmente ci viene proposto nelle fasi da action game, dove solitamente i comandi sono posti in diagonali (Es. X e A, Y e B) e non a croci (Es. X e B, Y ed A). Entrando maggiormente nel dettaglio, se solitamente per concatenare combo o comunque dedicarci agli attacchi il passaggio tra X ed A è praticamente immediato, la stessa cosa non vale per X e B, può sembrare molto banale, forse una questione di gusti, ma non avete idea di quante volte ci si trova involontariamente a parare un colpo quando invece se ne vuole sferrare uno a nostra volta, o viceversa.

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Carica!

Il porting non brilla neanche sotto l’aspetto tecnico; se da una parte inizialmente lo stile è accattivante, vicino a molti titoli MMO, la personalizzazione del nostro personaggio è relegata a poche scelte che ne modificano leggermente la resa estetica, la provenienza geografica, ma tralasciando qualsiasi possibilità di scelta di classi o abilità peculiari. A livello tecnico si notano diversi aspetti un po’ ballerini. Nonostante il piccolo gioiellino Nintendo sia in grado di reggere produzioni ben più impegnative, qui assistiamo a cali di frame rate, rallentamenti ed in alcuni casi anche momenti di blocco totali, anche se fortunatamente questi ultimi molto rari e di breve durata, sia in modalità TV che portatile. La resa generale non è pessima o da buttar via, si riescono a portare avanti sezioni piacevoli, ma non giovano sicuramente alla fluidità e la riuscita finale del gioco.

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La mappa da esplorare è sufficientemente vasta.

Plasma il tuo destino

Come detto già prima, in Hand of Fate 2, la trama si svolge principalmente sul tavolo da gioco del carismatico mazziere, dove ascolteremo le sue constatazioni ed i suoi suggerimenti, portando avanti le nostre scelte tra la vita e la morte, dando vita alla sua opera di vendetta. Scegliendo di pescare la carta a destra piuttosto che quella sinistra si può cambiare drasticamente l’esito di una mano, cosa che può trasmettere un forte senso di libertà e controllo; ciò che fa storcere un po’ il naso è il fatto che si possa cambiare si l’esito delle singole battaglie, calcolando bene la nostra strategia in modo da avere le giuste risorse per il corso dell’avventura, ma le nostre scelte non cambieranno l’esito finale dell’avventura, che conta giusto un paio di finali a disposizione non dipendenti dalle nostre scelte, bensì da alcuni aspetti che potremmo accostare a dei collezionabili, o dei trofei. Certo questo serve ad accrescere la sensazione che il mazziere sia quasi onnipotente, e non sia altro che una guida che ci indirizza fra le possibilità che lui ci mette a disposizione, ma qualche bivio finale in più non avrebbe guastato, ed avrebbe dato un respiro più ampio. Nonostante questo la storia scorre liscia, presentando degli spunti non originalissimi ma piacevoli, catturando sempre la vostra attenzione.

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Fate la scelta giusta!

Una piccola nota di merito va ad una chicca aggiunta degli sviluppatori: se lascerete il controller in sospeso per qualche minuto, sentirete spesso il mazziere lamentarsi delle vostre distrazioni, di quanto a lungo abbia dovuto attendere la sua vendetta e di quanto ancora dovrà attendere a causa vostra. Sono piccole banalità, ma vi strapperanno più di un sorriso.

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Cambiano i nemici, ma le dinamiche subiscono pochi cambiamenti

La scelta è compiuta!

Raccogliendo tutte le informazioni e mettendole insieme, possiamo tranquillamente dire che l’opera di Defiant Development è un gioco dal potenziale altissimo, che in futuro potrebbe tranquillamente riservarci più di una sorpresa, ma che non sfrutta ancora queste sue potenzialità, vittima di scelte forse un po’ troppo caute a livello di gameplay, una trama a momenti lineare e di un porting con ancora qualche difetto che speriamo venga risolto presto con qualche futura patch. Fatelo vostro se cercate un avventura ibrida ed originale nelle sue meccaniche, altrimenti è forse il caso di attendere il prossimo capitolo.

Hand of Fate 2 – Recensione
PRO
Caratterizzazione del mazziere ottima
Formula originale e funzionale
Rigiocabilità alta
CONTRO
Cali di frame rate immotivati
Sfrutta poco il proprio potenziale
Comandi non sempre intuitivi
6.8
Il destino è nelle tue mani!