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Figment – Recensione

Schermo soffuso, nessuna immagine, parole di una famiglia felice in sottofondo mentre stanno facendo una gita in auto, poi un urlo, una frenata e nient’altro. Al risveglio ci troviamo in un luogo ameno, che scopriamo essere la mente. Ma la mente di chi? È quella di un membro della famiglia o di chi altro? A questa domanda potrete rispondere solo giocando Figment, indie farcito di azione, puzzle e avventura dei Bedtime Digital Games.  In questa recensione vi parlerò della versione per Nintendo Switch, ho precisato in quanto il gioco è disponibile per l’acquisto anche su PC Steam e Gog e sarà in futuro rilasciato per PS4 e Xbox One.

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Il nostro eroe Dusty insieme alla piccola Piper

In Figment, prenderemo il controllo di Dusty, un personaggio molto particolare che vive nella parte frontale del cervello e che, aiutato da Piper, una sorta di grillo parlante volatile, cercherà di riprendere l’album dei ricordi che gli è stato rubato. Questa è la motivazione iniziale che spingerà Dusty ad uscire dalla sua casa e a scoprire che la mente dove abita, è ridotta in frantumi, piena di incubi e sull’orlo di essere in balia della paura per sempre. Recatosi quindi a città cervello, una sorta di hub centrale del gioco, il nostro eroe farà la conoscenza del vecchio sindaco, un anziano che ci spiegherà come riportare la mente, ad uno stato di normalità. Molto particolari le case all’interno di città cervello, potremo infatti parlare, bussando alla loro porta, con gli inquilini di casa stress, casa apatia, casa ordine e altri ancora. Tutti quanti con la loro caratteristica e unica personalità e tutti pronti a strapparvi un sorriso, come del resto, quasi tutti i personaggi di Figment. Nelle nostre esplorazioni, che ci porteranno sia nell’emisfero destro e sinistro del cervello (senza teletrasporto), dovremo fare i conti con alcuni nemici. Principalmente combatteremo con tentacoli, ragni e quadrupedi a colpi di spada, ma occasionalmente troveremo anche altri “problemi” a tentare di complicare il nostro compito. La varietà dei nemici, è uno dei problemi del gioco, troppo pochi. Si poteva senz’altro spaziare di più e giocare con l’immaginazione. Alla fine siamo nella mente. C’è un motivo preciso per cui esistono principalmente quei nemici, non posso rivelarvelo per non fare spoiler, ma niente vietava di aggiungere numerose altre creature all’interno dell’avventura. Peccato.

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La Mappa del mondo di gioco

Oltre a chi tenterà di farci la pelle, avremo anche numerosi puzzle a ostacolarci il cammino. Questi sono sicuramente ben fatti, con meccaniche carine e divertenti, salvo diventare alla lunga un po’ ripetitivi. In generale dovrete trovare l’oggetto A, spostarlo in B e attivare nel frattempo un pulsante per sbloccare una strada. Di questo semplice meccanismo ci saranno numerose varianti nel corso del gioco, troverete ad esempio anche blocchi da muovere in determinate zone e mattonelle nelle quali passare ricordandovi a memoria il percorso ad esempio.

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Tipico esempio di un Puzzle del gioco

I fondali, così come personaggi e animazioni, sono veramente belli e disegnati a mano. Evocativi e calano perfettamente il giocatore nell’ambiente che ci circonda. Le musiche poi danno il tocco finale. Oltre ad accompagnarci durante il cammino, saranno presenti, cantate, anche nei combattimenti con i boss. Descriveranno infatti il pensiero di coloro che stiamo combattendo e ci faranno capire chi sono questi brutti ceffi. Un modo per capire chi invece noi siamo, lo possiamo trovare nelle sfere di memoria. Queste non sono altro che collezionabili che ci faranno ripercorre i ricordi della nostra vita, svelandoci alcuni particolari aggiuntivi, non necessari al prosieguo della storia.

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All’attacco delle belve!!!

Ahimè il gioco non è esente da difetti. La parte squisitamente tecnica è quella veramente carente, almeno nella versione da me giocata. Se il gioco brilla di sentimenti, emozioni e storia, il calo di frame che si nota frequentemente spezza un po’ questa magia. Se nella prima parte, come potete vedere nel video dei primi minuti di gioco qui sotto, è quasi impercettibile, verso la fine del gioco sarà decisamente fastidioso. Tra l’altro, sia che giochiate Figment in modalità portatile o in Dock, non cambierà il risultato. Il calo di frame sarà sempre presente. Molto fastidiosi anche i bug che ho riscontrato durante la mia partita. Si va dal nostro Dusty che impazzisce ruotando su se stesso, all’impossibilità di bussare ad una porta per colpa di una scala, alla presenza di ponti che poco dopo essere creati diventano invisibili e danno la sensazione di camminare nel vuoto. Questi sono purtroppo solo alcuni di quelli che ho trovato e che, anche se non costringono a ricominciare il gioco, vi faranno usare il caricamento rapido al precedente checkpoint. Fortunatamente questi ultimi sono tanti e a poca distanza l’uno dall’altro.

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Puzzle logici a più non posso

Per concludere, Figment è disponibile anche in Italiano, anche se solamente sottotitolato. Il gioco merita, è sicuramente una di quelle avventure che, una volta finite, rimarranno con voi e che cerca di darvi una morale, un insegnamento. Se riuscirete a soprassedere sui piccoli problemi che sono convinto verranno risolti dagli sviluppatori (in quel caso aggiungete pure un punto pieno al voto qui sotto), posso garantirvi che le circa 6 ore necessarie per finire il gioco, saranno ben spese. Figment è acquistabile su eShop e su Steam al prezzo di 19,99€.  Vi lascio con il video dei nostri primi minuti di gioco, fateci sapere la vostra nei commenti.

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Figment – Recensione
PRO
Atmosfera eccezionale
Musiche coinvolgenti
Puzzle divertenti...
CONTRO
...ma alla lunga ripetitivi
Pochi nemici
Cali di frame frequenti
6.5