Raging Justice

Raging Justice – Recensione

Quando sono trapelate le prime news riguardo Raging Justice non potevo che essere entusiasta, finalmente un picchiaduro a scorrimento laterale vecchia scuola, realizzato da gente con un curriculum di altissimo livello ed esperienza. MakinGames, prima di queste news, eran per me un team indipendente sconosciuto e molto probabilmente lo è tutt’ora per molti di voi. Ma se vi dicessi che a comporlo sono ex sviluppatori di Rare? Tutti gli appassionati di videogiochi, anche i più giovani, sono a conoscenza del glorioso passato di Rareware (Rare) quando era sotto il controllo di Nintendo, ma chi ha qualche anno in più sulle spalle, ricorderà quando Tradewest distribuì verso la fine della terza generazione di console il mitico Battletoads. Un ottimo picchiaduro a scorrimento laterale ispirato alle Tartarughe Ninja e basato sulle meccaniche di Double Dragon, che ha consolidato il talento di Rare nell’industria videoludica, oltre a lasciare un bellissimo ricordo nella mia infanzia passata in compagnia del NES. Quasi a confermare le mie ottimistiche aspettative sulla qualità del titolo, la presenza di un publisher importante come il Team17, che fino ad oggi ha saputo selezionare bene i titoli da distribuire con il proprio nome. Dopo questa ambiziosa premessa, valutiamo insieme se Raging Justice rispecchia almeno in parte le mie fantasie o se semplicemente il mio è stato un abbaglio.

Una metropoli violenta

Raging JusticeIl crimine e la corruzione aumentano sempre di più in città, la causa sono dei brutti ceffi che seminano scompiglio e tengono in ostaggio il sindaco. Come in ogni beat’em up che si rispetti, la storia è solo un apripista per giustificare le botte da orbi che ne conseguono. A ristabilire l’ordine ci penseranno i nostri tre eroi, differenziati come di consueto per il genere, da un personaggio grosso e forzuto, per questo anche lento (Rick Justice), da uno piccolino e veloce (Ashley King) e per finire dal personaggio più equilibrato che in questo coso viene rappresentato da una donna (Nikki Rage). In base al tipo di personaggio che selezioniamo l’approccio al gioco e alle differenti tipologie di nemici cambia, anche se non abbastanza da creare una grande varietà.
La modalità principale è composta da nove livelli, ognuno di essi viene rappresentato con un nome ben specifico, ed oltre al superamento degli stessi ci verranno proposti dei compiti facoltativi, atti all’incremento del punteggio di fine livello. Indubbiamente Raging Justice è un picchiaduro a scorrimento laterale che fa leva sul fattore nostalgia, ricordando in modo particolare i giochi sui vecchi cabinati arcade e di conseguenza le sala giochi, ambienti dove negli anni 90, i ragazzini consumavano gettoni su gettoni per vedere il proprio nome in alto nelle classifiche. MakinGames ha cercato di riproporre almeno in parte quella filosofia, infatti a livello concluso ci verrà chiesto di pubblicare il nostro punteggio online, avendo anche la possibilità di riorganizzare la lista con i soli amici, valutando quindi se è il caso di vantarsi o far finta di nulla.

Raging JusticeAvviato un livello, il gioco fa esattamente quello che promette, ovvero menare le mani. I nemici che ci pareranno davanti sono i classici del genere: teppisti da quattro soldi, donnacce armate di taser, bestioni tutto muscoli e niente cervello e ciccioni dalla carica inarrestabile. Si avanza a suon di pugni e calci, eseguibili sia a terra che a volo, seguiti da scatti e prese. Inoltre, raccogliendo le armi fatte cadere dai nemici, sarà possibile maneggiare con pugnali, martelli, mazze da baseball, fucili e dinamite. In mancanza di quest’ultimi sarà comunque possibile raccogliere e lanciare quello che ci viene gentilmente offerto dai scenari, come bidoni della spazzatura, idranti antincendio, sgabelli, tavoli e così via. Non mancano anche i mezzi su ruote, in modo particolare un trattore ed un tosaerba, entrambi pilotabili con lo scopo di falciare tutti i nemici a schermo e volendo anche gli amici, dal menu opzioni infatti sarà possibile attivare o disattivare il fuoco amico.

Come alternativa troviamo anche una modalità denominata “Rissa”, una tipica soluzione ad ondate progressive di nemici che mette a dura prova la nostre capacità di resistenza. Modalità che come accade spesso, manca totalmente di mordente e non offre molto di più al gioco.

Emulazione del passato con qualche ma…

Joy-Con alla mano ci si rende conto già dai primi minuti che il gioco ha un livello di difficoltà tarato verso l’alto, con la presenza di alcune situazioni non perfettamente bilanciate che fanno pensare più ad una mancanza in fase di sviluppo che a soluzioni effettivamente programmate in quel determinato modo. Perdere tutte le vite e ritornare in gioco grazie alle “Continue” vi sembrerà più una regola che una scelta opzionale, queste però non sono infinite (quasi a voler simulare le paghette di quando eravamo ragazzini ed i gettoni che non erano mai abbastanza) e quindi farne spesso uso comporta inevitabilmente ad un Game Over definitivo e all’impossibilità di giungere alla fine del gioco. Abbassare il livello di difficoltà, scegliendo tra le tre opzioni disponibili, riduce ovviamente la resistenza dei nemici che cadranno prima al tappeto, ma se speravate di rendere il gioco permissivo mi dispiace dirvi che non sarà così.

Raging JusticeElemento classico dei beat’em up è la super mossa da utilizzare nei momenti di estrema difficoltà, capace di scaraventare via tutti i nemici nelle vicinanze. Peccato però che questa in Raging Justice risulti penalizzante al punto tale da spingere ad evitarne l’uso, sottraendo ad ogni sua esecuzione una cospicua percentuale di salute dalla nostra barra d’energia. In definitiva se non si viene affiancati da un amico che sappia giocare di squadra, l’unica soluzione possibile per agevolare la nostra avanzata è quella di recuperare salute con gli arresti. A furia di cazzotti capiterà spesso di stordire qualche nemico, il quale traballante e con le stelline che gli girano intorno alla testa, potrà essere ammanettato, facendo cadere un panino o un succulento pollo rivitalizzante.

Raging JusticePrendendo in considerazione il livello tecnico del gioco è innegabile come la scelta dei ragazzi di MakinGames sia stata coraggiosa. Altri picchiaduro a scorrimento laterale di recente uscita hanno sfruttato l’elemento nostalgico anche per quanto concerne la grafica, adottando uno stile 16 bit pixel art, dove invece Raging Justice mostra una grafica pre-renderizzata. Grafica che pur esprimendo un valido effetto retro, potrebbe non essere compresa o gradita dall’utenza abituata a soluzioni più moderne. Se a questo aggiungiamo delle animazioni volutamente macchinose, ma che oltre ad una sensazione di legnosità non riescono ad esprimere altro, ecco che delle buone idee iniziali potrebbero apparire non tanto buone a prodotto ultimato.

Decisamente meglio la situazione per quanto riguarda la conversione per Nintendo Switch, dove gli sviluppatori hanno sfruttato tutte le caratteristiche peculiari della console. Il gioco gira sempre fluido senza mai alcuna incertezza, i tempi di caricamento tra un livello e l’altro non risultano mai noiosi, in più è possibile giocare in multiplayer locale fino a due giocatori sfruttando la possibilità dei Joy-Con separati. Non meno importante, la possibilità di registrare piccoli video gameplay da condividere sui social.

Raging Justice è un picchiaduro a scorrimento laterale vecchia scuola che punta tutto sul fattore nostalgia. I fan che hanno vissuto i temi d’oro del genere, di sicuro chiuderanno non uno ma due occhi su alcune scelte discutibili fatte dagli sviluppatori, riuscendo comunque ad apprezzare il titolo. Per i più giovani il consiglio è quello di acquistare il gioco solo a patto di condividere il proprio tempo in compagnia di un amico.

Ritornando alla mia personale premessa iniziale, Raging Justice non ha tradito in toto quelle che erano le mie aspettative, trovando comunque in esso qualche elemento originale e apprezzabile. Resta però evidente come qualche magagna di troppo abbia ridimensionato quelli che inizialmente mi sembravano dei curriculum stellari, facendomi sospettare che gli sviluppatori sono sì degli ex Rare, ma di una Rare troppo giovane rispetto al genere beat’em up.

Raging Justice
Raging Justice – Recensione
PRO
Tre personaggi con tre stili differenti
Le classifiche online sono una gradita aggiunta
Si farà apprezzare dai veterani del genere...
CONTRO
...decisamente meno dai novizi
Bilanciamento della difficoltà per nulla equilibrato
Animazioni volutamente macchinose che non convincono
6.8
Tante botte e nostalgia