White Night

White Night – Recensione

Sebbene a prima vista White Night potrebbe sembrare l’ennesimo indie dalla grafica estremamente semplificata, l’opera prima di OSome Studio cela al suo interno un concentrato densissimo di competenze, cultura e creatività. Non a caso andando a documentarsi in rete, come dovrebbe fare un qualsiasi consumatore consapevole prima di ogni acquisto, è possibile immergersi in una serie di retroscena che rendono il prodotto videoludico di questo studio di sviluppo francese estremamente attraente.

Primo fra tutti, il publisher che decise di gestire la distribuzione del titolo quando questo uscì su console la bellezza di tre anni fa fu Activision; il solo fatto che la casa di Call od Duty abbia deciso di investire su un titolo indie di tale natura, così come fece a suo tempo Ubisoft con Valiant Hearts e Child of Light, fa ben sperare. La fiducia probabilmente nacque non solo dalla natura del progetto, ma anche nella reputazione di questo nuovo studio di sviluppo, nato riunendo al suo interno alcuni degli sviluppatori di Eden Games che ebbero contribuito alla serie di Alone in the Dark, titolo al quale tralaltro White Night sembra essere palesemente ispirato. Come colpo di grazia, la partecipazione del CNC (Centre national du cinéma et de l’image animée) vuole mettere in chiaro fin dal primo logo che l’avventura che andremo a vivere non solo è di natura story-driven, ma che fa proprio della settima arte il punto cardine dell’intera esperienza.

Aggiungendo altre piccole chicche che vi svelerò a breve, potete ben capire come tali premesse rendano istantaneamente White Night un titolo interessante; ed è proprio in occasione del suo rilancio sul mercato attraverso una versione dedicata a Nintendo Switch che siamo qui a parlarvene.

White Night
Lo stile grafico di White Night si rivelerà molto presto funzionale alla trama e al gameplay!

La grande depressione!

White Night è un’avventura noir in salsa horror che deve tutto il suo fascino sia all’evidente impatto visivo, che porta alla memoria quel violentissimo Mad World, sia ad una narrazione mai banale e che evidenzia una cura maniacale che non lascia nessun dettaglio al caso.

Tutto ha inizio con il protagonista, del quale non posso in alcun modo svelarvi il nome, alla guida della sua auto. La sera è particolarmente buia, e la strada viene illuminata solo grazie ad un flebile chiaro di luna. All’improvviso qualcosa attraversa la vettura, non si capisce bene cosa ma sembra la siluette di una donna. L’auto sbanda e finisce contro un albero, vicino ad una grande villa, e l’unica cosa che ci resta da fare è quella di varcarne la porta di ingresso per cercare qualcuno che ci possa aiutare. Ben presto capiremo che l’edificio è abbandonato da tempo e che è stata proprio Selena, la giovane fanciulla, ad attirarci al suo interno, spingendoci all’esplorazione di ogni sua stanza.

Ad arricchire una trama ricca di interessanti risvolti narrativi ci pensa un sistema abbastanza corposo di collezionabili, rappresentati da fotografie e documenti sparsi in ogni angolo della magione. Attraverso la raccolta e lettura di articoli di giornale e lettere, sarà possibile approfondire oltre alla storia del declino della famiglia che abitava la villa anche il contesto storico all’interno del quale avvengono le vicende del gioco. Un escamotage classico per le avventure di stampo horror, che in questo caso acquista maggior valore creando una cornice storica reale: quella dell’America senza speranze, segnata dalla grave crisi economica che la colpì nel 1929.

White Night
La narrazione prende il controllo anche nelle brevi fasi di tutorial

Sopravvivere alla notte!

Una volta varcato l’ingresso della villa è subito chiara quella che è l’impostazione del gioco: White Night nel gameplay è paragonabile ad un’avventura punta e clicca. Saremo in grado di esplorare l’ambiente alla ricerca di alcuni oggetti chiave necessari per svolgere le nostre indagini e risolvere i numerosi enigmi confezionati dagli sviluppatori. Questi non risultano essere mai banali, ma anzi riescono a contestualizzare al meglio le vicende che tessono una trama che ci terrà sempre incollati alla nostra sessione di gioco. Non sarà raro trovare oggetti solo dopo aver svolto determinate azioni o letto particolari dossier, ma non preoccupatevi per questo in quanto il titolo è ottimamente tradotto nella nostra lingua. Nonostante sia possibile raccogliere più di un oggetto per volta, non esiste un vero e proprio inventario, ma a seconda della situazione sarà il gioco stesso a proporci l’unico elemento che sarà possibile utilizzare. Questo, però, non deve essere visto come un aspetto negativo che potrebbe snaturare i puzzle presenti, poiché questi spesso richiederanno ben altre abilità per essere risolti.

L’esplorazione della villa sarà osservabile attraverso una telecamera fissa, che ci offrirà una visuale statica molto simile a quella del celebre Resident Evil. Se non avete mai avuto il piacere di giocare a titoli del genere prima d’ora, sappiate che inizialmente potreste trovare i controlli di movimento abbastanza macchinosi a causa di un disorientamento generale causato da una continua rotazione della prospettiva. Non vi nego che ci sono stati un paio di momenti nei quali mi sono ritrovato “bloccato” non a causa di un enigma troppo complesso, ma per via del fatto che non riuscivo più a ritrovare il punto specifico verso il quale sapevo benissimo di dover tornare per compiere una determinata azione. Ovviamente basterà un pò di pratica, e forse un senso dell’orientamento migliore di quello del sottoscritto, per metabolizzare questa caratteristica del gioco.

White Night
La risoluzione degli enigmi a volte richiede l’attenta lettura dei documenti che troveremo sparsi per la villa.

Bianco e Nero, o Nero e Bianco?

Veniamo ora a quella che è la caratteristica più evidente di White Night: il comparto grafico. Come avrete ormai assimilato osservando le varie immagini presenti in questa recensione, l’intera rappresentazione delle ambientazioni e dei personaggi avviene attraverso l’utilizzo di soli due colori: il bianco ed il nero. Non c’è spazio a sfumature né a nessun’altra tonalità, fatta eccezione per il giallo che verrà in aiuto per evidenziare gli oggetti con i quali è possibile interagire. Le motivazioni di una tale scelta stilistica sono da attibuire alla necessità di differenziare in maniera tutto ciò che è illuminato da qualsiasi altra zona immersa nell’oscurità.

White Night
Una donna tanto tenebrosa quanto affascinante…

Come anticipato, le dimensioni della villa che ci ospita sono generose e ben presto ci renderemo conto che questa è popolata da strane creature eteree che ci renderanno impossibile l’accesso a determinate aree. Non avremo alcuna arma per difenderci e l’unico modo per liberarci di loro al fine di proseguire l’esplorazione di tutti e quattro i piani che compongono la struttura sarà quello di sfruttare a dovere le poche fonti di illuminazione messe a nostra disposizione. Non solo, se ci ritroveremo al buio per più di qualche secondo questi spiriti diventeranno letali portandoci al game over ed obbligandoci a ricominciare dall’ultimo checkpoint (non sempre posizionato dietro l’angolo).

E cosa c’è di meglio per non rimanere mai al buio se non una fedele scatola di fiammiferi? Questo elementare strumento di sopravvivenza sarà l’unica fonte di luce che potremo portare sempre con noi. Come è giusto che sia, però, dovremo accettare alcuni compromessi quali un inventario limitato a 12 fiammiferi per volta e, soprattutto, una loro durata variabile e dipendente da diversi fattori, come per esempio il fatto che noi corriamo o camminiamo più lentamente. Per aumemtare il realismo, capiterà in più di un’occasione che uno di loro faccia letteralmente cilecca e che dunque venga sprecato. Il ruolo centrale del fiammifero ci condizionerà anche in alcuni puzzle, in quanto esisteranno azioni che richiedono l’utilizzo di entrambe le mani e che quindi ci costringeranno a trovare il modo di farci luce in maniera alternativa.

Queste fonti di illuminazione secondarie, rappresentare da alcune lampade posizionate sapientemente nell’edificio, serviranno sia a risolvere gli enigmi sia a sconfiggere i fantasmi, operazione che con i fiammiferi non avrebbe alcun risultato. La vera regina indiscussa dell’illuminazione di White Night, però, è la luna. Nonostante il corpo celeste degli innamorati non abbia alcun influsso sul gameplay del gioco, è proprio nel modo in cui questo si insinua dentro le musiche e la stessa trama che è possibile apprezzare il lavoro di ricerca svolto dagli sviluppatori. In un’intervista questi hanno addirittura dichiarato come l’intero processo di produzione del gioco sia stato scandito dal calendario lunare, al punto tale che la luna che potrete osservare nel gioco rappresenterà sempre quella del mondo reale. E le chicche non finiscono qui: anche il finale del gioco sarà diverso a seconda di quando lo porteremo a termine. Provate a concludere l’avventura mentre nel cielo brilla una meravigliosa luna piena, ed assisterete ad eventi completamente diversi da quelli di tutti gli altri giorni. Su PS4 esiste addirittura un achievement dedicato, Simpatico no?

White Night
In diversi punti della villa potremo trovare numerosi fiammiferi, necessari a illuminare il nostro percorso.

Se deciderete di approcciarvi a White Night, esperienza che senza ombra di dubbio consiglio agli amanti delle avventure punta e clicca di natura story driven, sappiate che dovrete farlo ritagliandovi frammenti di tempo sufficientemente lunghi da concedervi la possibilità di immergervi completamente all’interno della sua coinvolgente atmosfera. Sconsiglio, infatti, di affrontare l’opera di OSome Studio in brevi sessioni di gameplay, che renderebbero più complicata sia l’esplorazione della villa sia la possibilità di mettere bene a fuoco i vari obiettivi necessari per risolvere gli interessanti enigmi proposti. Per giungere al gran finale vi saranno richieste all’incirca 5-6 ore, che una volta riposto il pad o la console non danno la sensazione di essere passati troppo in fretta. Non fatevi ingannare, dunque, da una componente artistica che è tutt’altro che banale e che si è dimostrata perfettamente funzionale ad un gameplay semplice e basato interamente sull’esplorazione e la risoluzione degli enigmi. Lasciatevi stregare dalla forza attrattiva di Selena e della luna, ne varrà sicuramente la pena.

White Night
White Night – Recensione
PRO
Enigmi mai scontati
Ottimo uso degli effetti di luce
Narrazione mediante collezionabili
CONTRO
La gestione della telecamera a volte favorisce il disorientamento
Tempi di caricamento a volte troppo lunghi
Checkpoint non sempre posizionati al meglio
8.2
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