Light Fall

Light Fall – Recensione

Annunciato durante l’ultimo Nindies di Nintendo, Light Fall è disponibile sull’eshop di Nintendo Switch dal 26 aprile (in contemporanea con l’uscita PC). L’ultima fatica di Bishop Games è un viaggio stravagante in un mondo dove l’oscurità prevale sulla luce. Accompagnati da un vecchio gufo, al quale viene affidato il totale controllo narrativo del titolo, saremo pronti a vivere un’avventura breve ma intensa. Salti, blocchi, corse e luoghi mistici faranno da contorno ad un crescendo di sensazioni che, forse, si conclude davvero troppo presto. Ma procediamo con ordine, come nostro solito…

Il caro vecchio platform…

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Come far muovere la barca in maniera “creativa”

Light Fall è un platform puro vecchia scuola. Dopo aver preso in mano il pad per qualche minuto (o la Nintendo Switch, se si decide di giocarlo in modalità portatile) il pensiero va irrimediabilmente a Ori and the Blind Forest e, tutto sommato, non può essere un male. Il nostro eroe può arrampicarsi sui muri e giocare di sponda (qualcuno ha detto Mario?), con una particolarità : durante il salto può creare fino a 4 blocchi sui quali poggiarsi ed estendere quindi la lunghezza del movimento.

La creazione del blocco è immediata e perfettamente funzionale ai comandi. Il blocco viene creato sui piedi del protagonista in modo tale da fornire immediatamente una base di appoggio. Oltre a questa peculiarità, il blocco può essere utilizzato per distruggere barriere o attaccare nemici (per la verità molto pochi) o può essere spostato per un tempo limitato, funzione decisamente utile quando si devono interrompere raggi laser che altrimenti impedirebbero il passaggio. Tutto l’armamentario viene fornito fin dall’inizio dell’avventura e, di fatto, fino al termine non verrà assegnato alcun nuovo potere. Questo limita un po’ il senso della scoperta e della progressione, in quanto non si palesa alcuna vera evoluzione in termini di gameplay durante tutto l’arco narrativo. D’altro canto, però, il tutto è affidato al level design.

Svelare tutte le meccaniche fin da subito permette al giocatore di immergersi completamente nel gameplay, supportato da un ottimo level design, mai frustrante ed in continua evoluzione, arrivando a brillare nelle fasi finali di gioco. La longevità, purtroppo, non è eccelsa, e si ha come l’impressione che, nel momento in cui il level design spicca il volo, il gioco volge improvvisamente al termine, culminando in una boss fight finale tutt’altro che memorabile. Il gioco presenta anche una serie di collezionabili, recuperabili attraverso passaggi segreti mai troppo nascosti. In generale non si ha una vera e propria esigenza di partire alla ricerca di quest’ultimi, se non quella di approfondire un comparto narrativo onestamente sbrigativo e mai troppo convincente. Da segnalare, inoltre, la presenza di una modalità speedrun che permette di confrontarsi con i giocatori di tutto il mondo in una sorta di multiplayer asincrono, modalità che ben si sposa con la natura di questo platform. Inutile dire che la tipologia di gioco si adatta perfettamente sia alla modalità portatile che casalinga ed è proprio il caso di dirlo : “è perfetto per Switch”.

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Piattaforme, piattaforme e ancora piattaforme…

Infine, ci teniamo a sottolineare che il gioco non è localizzato in italiano. Completamente doppiato in inglese (con un doppiaggio tutto sommato di buona fattura) e sottotitolato, il gioco è perfettamente fruibile anche con una conoscenza media dell’inglese. Non si avrà nessuna difficoltà nel recepire il funzionamento delle meccaniche di gioco, di base molto semplici da utilizzare.

Senza infamia e senza lode

Il lato artistico non presenta particolari sussulti. Dal punto di vista tecnico il gioco risulta sufficientemente pulito e fluido, ma gli scenari risultano davvero poveri. Siamo ben lontani dalle magnificenze artistiche mostrate da Ori (anche se il budget alla base, è bene chiarirlo, è molto differente). I colori risultano piuttosto spenti, con una palette cromatica non molto variegata. Come già anticipato, il gioco risulta abbastanza fluido, ma pecca a causa di un input lag dei comandi fin troppo eccessivo. In un platform dove precisione e tempismo risultano fondamentali, soprattutto nella fase finale, stiamo parlando di un difetto non trascurabile. Il gioco risulta comunque fruibile perfettamente dall’inizio alla fine, con un paio di situazioni in cui avremmo preferito dei controlli un po’ più responsivi e precisi.

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L’utilizzo del blocco al centro del gameplay

Le stesse sensazioni le si hanno sul comparto audio. Nessuna traccia presente nel gioco lascia davvero il segno, e ci si trova dinnanzi ad una colonna sonora decisamente anonima, senza particolari picchi.

Promosso, ma con riserva…

Light Fall è un platform talentuoso e coraggioso, che fa del level design la sua principale forza. In un’epoca in cui i videogiochi vengono riempiti di elementi secondari e contenuti inutili, il gioco di Bishop Games si concentra solo ed esclusivamente sul gameplay, offrendo un’esperienza di ottimo livello. Non si ha mai l’impressione di progredire in maniera basilare ed il livello di sfida è sempre ottimamente calibrato, non risultando mai frustrante. Avremmo gradito, forse, almeno un paio d’ore in più, soprattutto nel momento in cui la parte finale del gioco cominciava a mostrare davvero tutti i suoi punti di forza.

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Ogni tanto ci si imbatte anche in colori differenti…

In definitiva, quindi, se si è amanti dei platform vecchia scuola e se Ori and the Blind Forest non ha mai smesso di stupirvi, Light Fall può essere davvero un gioco da guardare con interesse, magari non a prezzo pieno, considerata la sua scarna longevità. Di sicuro, i ragazzi di Bishop Game hanno mostrato un notevole talento che va certamente premiato, sperando che il loro prossimo prodotto sia più corposo e confezionato con una maggiore cura per il dettaglio.

Light Fall
Light Fall – Recensione
PRO
Meccaniche funzionali e ben realizzate
Ottimo level design
Ottimo bilanciamento
CONTRO
Lato tecnico dimenticabile
Poco longevo
Boss fight finale sottotono
7.5