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Shantae and the Pirate’s Curse – Recensione

Diciamo la verità e parliamo chiaro… il magico mondo dei videogame è vasto e sconfinato con tante aziende che ci lavorano all’interno cercando, chi più e chi meno, di portare creazioni di un certo livello per essere apprezzate dal grande pubblico. Molte falliscono miseramente ai primi tentativi, magari senza neanche carpire i tanti consigli che i vari utenti provano a suggerire, altre invece riescono a portare giochi destinati a lasciare un segno, magari attingendo al vasto librone del videogioco che vide le sue prime pagine scritte nel 1961 con quello Spacewar! che sembra lontano anni luce dal fotorealismo che l’industria ha oggi raggiunto.

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Oi ragazzi all’epoca era un innovazione!!!

Apprezzo fondamentalmente tanti publisher ma uno su tutti mi ha sempre stupito in quanto, sempre secondo il mio parere, ha una grande bravura mista a un’ottima furbizia che gli permette in primis di stare sulla bocca di tutti e in seconda battuta, grazie anche ad un lavoro comunque certosino, di cavalcare l’onda del passaparola. Come fa? Semplice: prende licenze da fumetti e cartoni, rivitalizza franchise e marchi ormai decaduti o anagraficamente vecchi facendoli suoi e proponendo titoli freschi ma con una buona dose di nostalgia. E cosi facendo prende due piccioni con una fava; da una parte i nostalgici come me che per i titoli della loro infanzia hanno un vero e proprio feticcio e dall’altra i nuovi giocatori che con avventure seppur ispirate a glorie passate potrebbero trovare un divertimento tutto nuovo.

Stiamo parlando semplicemente di WayForward, la casa di produzione con sede in California, creata nel lontano 1990 da Voldi Way e che vanta tra i suoi ben duecento titoli nomi del calibro di DuckTales:  Remastered, Double Dragon Neon e Contra 4. La storia viene sapientemente pescata e rilavorata cercando in qualche modo di fare meglio dell’originale, remake che trasudano passione da tutti i pori e tanta cura nel dettaglio.

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Piccola, furbetta… insomma un concentrato di “cazzimma”!

Tra questo si distingue la saga di Shantae, pubblicata da Capcom per Gameboy Color nel 2002 e adottata da WayForward che ne ha creato diversi sequel approdati su WiiU, Windows, Nintendo 3DS e Gameboy Color. Quello che mi appresto a recensire è il terzo capitolo della serie che, come i precedenti, appartiene al genere da tutti definito metroidvania ma che i vecchietti come me riconosceranno in quello del platform arcade.

Ed ora tuffiamoci in un mondo fatto di sensuali odalische, pazzi pirati e folli personaggi. Pirati… all’arrembaggio!

Pirati, odalische e curve pericolose!!!

Una volta avviata la modalità storia dal menù colorato di Shantae and the Pirate’s Curse, ci dovremo calare nei panni di questa affascinante ragazzina, tanto avvenente quanto letale avendo dalla sua molti poteri e discendendo proprio da quei geni della lampada ormai decaduti. La giovane si trova nella sua magione a Scuttle Island dove si sta godendo un meritato riposo dopo aver sconfitto la sua acerrima nemica Risky Boots, una temibile piratessa tutto pepe.

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Dormi piccolo drago dormi… che ti faccio la festa!

Ma il riposo per una guerriera si sa, non è eterno, e un’altra minaccia terribile si allunga su Shantae e il suo popolo. Un ciclope a capo di un esercito, Ammo Baron, decide di sferrare un colpo di stato e grazie ad alcuni escamotage, diventa ufficialmente sindaco ma non sarà un primo cittadino tranquillo, anzi, alcune sue mosse porteranno disordine e caos.

La nostra eroina sarà costretta così a collaborare con la sua nemesi Risky e le due partiranno alla volta delle isole site nell’arcipelago di Sequin Land cercando di raccogliere tutti i pezzi della mappa che indicheranno dove si nasconde la tomba di Pirate Master, una potente e malvagia entità che grazie a Baron si sta risvegliando.

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E tu che vuoi??? Ti frusto con i capelli!

All’inizio, Shantae, non avrà molti poteri e potremo esclusivamente uccidere i nostri nemici tramite una “frustata” effettuata con i capelli e raccogliere alcuni poteri tramite una lampada che ci permetterà di risucchiarne l’energia. Via via che il gioco prosegue, le abilità della piccola odalisca diventeranno sempre maggiori e più potenti facilitandoci ancor di più il gioco e permettendoci di affrontare i numerosi cattivi che ci vogliono morte e i vari boss fight di fine livello che sono quanto mai arcigni.

Troveremo inoltre, nel corso della nostra avventura, numerosi accessori che saranno un valido aiuto in alcune fasi del gioco. Oltretutto, oltre che abbattere nemici, saltare ed esplorare potremo dialogare con la maggior parte dei personaggi che incontreremo… insomma di cose da fare ce n’è!

Tutto è comandato ovviamente dallo stick sinistro mentre le azioni sono delegate ai tasti a destra. In alto a sinistra potremo controllare sempre la nostra salute che come i giochi di vecchio stampo è segnalata da dei cuori mentre a destra avremo il count delle gemme raccolte che ci permetteranno di fare acquisti nei numerosi bazar o intrattenerci in varie attività.

Considerazioni finali

Appena avviato il gioco devo ammettere che ho avuto un balzo al cuore… che ci volete fare, ripeto, sono un vecchio nostalgico e il primo gioco vedendo Shantae and the Pirate’s Curse che mi è balzato in mente è stato il fenomenale Kid Dracula che mi fece viaggiare in una moltitudine di mondi diversi grazie al glorioso Gameboy. Come quell’avventura a me tanto cara anche la creazione made in WayForward si dimostra eccezionale con alcuni acuti che fanno avvicinare il tutto a quella perfezione da tutti inseguita.

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Quanta rabbia ma dove corri… dove vai!!!

La grafica è in pixel art, colorata e definita, che si discosta nettamente dalle cut scene che propongono invece una grafica di ultima generazione che ricorda gli anime della tv. Tutto è proposto a 1080p/60 fps mentre in modalità portable il tutto cala a 720p/60fps ma è proprio “da viaggiotori” che questo gioco da il meglio di sé. Ho trovato che forse, su grande schermo, il tutto perde di definizione mentre staccando la nostra Switch dal supporto e giocandoci sul divano, il tutto diventa di una gioia per gli occhi da commozione.

Il gameplay è immediato e alla portata di tutti e rispetto ai capitoli precedenti, questo Shantae and the Pirate’s Curse risulta nettamente più morbido, con un IA nemica che seppur buona, viene livellata saggiamente per permettere anche ai meno avvezzi di non esser portati subito alla frustrazione. La mappa è vasta e il gioco risulta quindi molto longevo attestandosi comunque sulle otto ore per terminare l’avventura principale; ma anche i completisti avranno pane per i loro denti. Inoltre, terminando la storia principale, sbloccherete alcune modalità che di fatto allungano ancor di più le ore di gioco da dedicare a questo capitolo.

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Mi sento osservata!!!

Anche la storia è molto ben raccontata e tutti i personaggi, dai principali ai secondari, risultano ben messi nel contesto e ognuno con una propria storia e un proprio percorso che si legano a doppio filo con quello della nostra protagonista. Le musiche e il sonoro in generale è molto buono seppur non l’ho trovato memorabile o da ricordare, comunque il tutto si lega alla perfezione con l’avventura non stancando mai le nostre povere orecchie.

E attenzione, rullo di tamburi… anche questa volta è presente l’italiano e direi, per fortuna! In un gioco come questo la mancanza della nostra italica lingua avrebbe penalizzato chi non conosce bene l’inglese e invece, anche su questo punto, i ragazzi di WayForward rispondono presente.

Diciamo che forse l’unica pecca che riesco a trovare risiede nel prezzo visto che viene proposto a 16,22 e il gioco è praticamente già uscito per qualunque dispositivo esistente… addirittura esiste una versione per Amazon Fire Stick.

Tralasciando questo piccolo difettuccio i ragazzi della casa di produzione californiana hanno, ancora una volta, fatto un centro perfetto regalandoci questo Shantae and the Pirate’s Curse, da una parte avventura vecchio stile per vecchietti e dall’altra un gioco fresco per le nuove generazioni. A bordo, ciurma!

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Shantae and the Pirate’s Curse – Recensione
PRO
Graficamente una gioia per gli occhi...
Gameplay adatto a tutti
Storia magistrale
CONTRO
... ma meglio in modalità portatile
Musiche non indimenticabili
Prezzo troppo alto
8.2