Layers of Fear: Legacy

Layers of Fear: Legacy – Recensione

Cos’è per voi la paura? Questa è la domanda che dovreste porvi nel momento in cui deciderete di valutare l’acquisto di Layers of Fear, titolo recentemente approdato sull’eShop di Nintendo Switch e pronto a farci entrare di prepotenza nella mente deviata di un pittore alla disperata ricerca del dipinto perfetto.

Quando si parla di horror in ambito videoludico, solitamente è possibile distinguere tale genere in due grandi filoni distinti: da una parte abbiamo titoli che cercano di spaventare il giocatore attraverso terribili mostri, dai quali solitamente è possibile difendersi attraverso un arsenale più o meno rifornito, mentre dall’altro è invece possibile ritrovare produzioni che basano tutto il loro fascino horror su ambientazioni pregne di atmosfera e capaci di toccare più la sfera emotiva/psicologica che quella puramente splatter.

Dopo aver potuto provare con mano Don’t Knock Twice che, come Layers of Fear, afferisce al filone degli horror psicologici, devo confessarvi che ero davvero scettico nel testare la nuova produzione dei ragazzi di Bloober Team. Titoli la cui riuscita è affidata interamente al coinvolgimento emotivo del giocatore devono essere valutati con estrema attenzione, motivo per cui all’epoca del suo lancio su Steam il gioco godette di un lunghissimo periodo di Early Access attraverso il quale gli sviluppatori raccolsero una serie infinita di feedback, grazie ai quali limare la loro produzione in vista del rilascio su console. Quest’oggi, a distanza di circa due anni, possiamo provarlo anche su Nintendo Switch nella sua versione “Legacy” che porta con sé il DLC “Inheritance”, il tutto al prezzo di €19,99.

Layers of Fear
Una tela vuota, il peggior incubo per un pittore poco ispirato!

Layers of Fear porta il fascino horror in prima persona sulla piccola ibrida Nintendo, facendoci volare direttamente all’interno della mente distorta di un pittore in preda a visioni ed alla disperata ricerca della perfezione nel dipingere quello che vorrebbe essere il suo quadro perfetto, quello che dovrebbe rappresentare l’apice della sua carriera. Quello che il nostro protagonista forse non sa è che la sua carriera, così come la sua vita privata, è andata ormai in frantumi a causa dei suoi comportamenti, tipici di chi ha necessariamente bisogno di uno psichiatra… ma di uno di quelli bravi.

Ci ritroveremo, così, a camminare ininterrottamente all’interno di una immensa magione in stile gotico, interagendo con ogni oggetto capace di attirare la nostra attenzione ed attraversando un innumerevole quantitativo di stanze. Ciò che differenzia Layers of Fear da altri esponenti del suo genere è proprio questa possibilità di interazione data al giocatore, che spesso si ritroverà ad analizzare oggetti anche insignificanti ai fini della trama ma che ci faranno sentire maggiormente protagonisti di questa folle avventura. Alcuni oggetti, invece, godranno di un ruolo fondamentale ai fini dell’avanzamento della trama. Grazie all’interazione con questi, infatti, sarà possibile richiamare alla mente del pittore alcuni avvenimenti passati, che ci faranno via via entrare in confidenza con il suo background e comprendere sempre più il motivo per il quale il “poveruomo” si è ritrovato solo all’interno di una così grande abitazione. Ad enfatizzare tale sensazione, durante le nostre lunghe passeggiate potremo raccogliere un generoso quantitativo di fotografie e di lettere, che fungeranno sia da collezionabili sia da ulteriori spunti narrativi, proprio come da tradizione!

Layers of Fear
Io questo dipinto me lo ricordavo diverso…

Corri pittore, corri!

Il gameplay del gioco è esageratamente semplificato. Dovendo collocare Layers of Fear all’interno di un genere diverso da quello horror si potrebbe addirittura parlare di walking simulator. Il giocatore, infatti, non dovrà fare altro che guidare il protagonista lungo un percorso su binari abbastanza lineare, anche se ci porterà in più di un’occasione a rivisitare le stesse stanze che, però, tendono a mutare con il passare del tempo e con l’avanzamento della trama. Ogni tanto sarà possibile incappare in qualche piccolissimo enigma, capace di spezzare la monotonia delle infinite camminate solitarie, ma non aspettatevi nulla di particolarmente complesso.

La villa da esplorare è immensa e le varie stanze sono state ben differenziate per scongiurare il più possibile la ripetitività degli ambienti. Una location in particolare, ossia lo studio del nostro pittore, rappresenterà l’hub di gioco all’interno del quale ci ritroveremo in più di un’occasione per utilizzare gli oggetti chiave raccolti sulla tela che andrà a costituire il dipinto al quale il protagonista sta cercando di dare forma.

Per quanto riguarda la magione, si ha la sensazione che questa muti costantemente al nostro passaggio. Non sarà raro infatti entrare in una stanza che sembra rappresentare un vicolo cieco e scoprire successivamente ad una rotazione a 360 gradi su noi stessi che questa era piena di porte dalle quali poter uscire. Solitamente, sono sincero, questo tipo di espedienti mi fanno storcere il naso ma nel caso di Layer of Fear stranamente tutto sembra acquistare coerenza con quello che vuole essere lo spirito del gioco. Non dimentichiamo che molto probabilmente non è la villa a mutare ma è proprio la mente del nostro protagonista a farlo… Brrrrrrr!

Layers of Fear
Toh, un enigma!

Ok Sisko, hai detto che Layers of Fear è un horror. E i mostri?

In Layers of Fear l’unica cosa di cui dovrete aver paura è rappresentata dalla psiche instabile del protagonista. Con questo non voglio dirvi che il gioco non offrirà mai occasioni per farsi un sano salto dalla sedia, ma bensì che non vi ritroverete mai a lottare contro mostri assetati di sangue contro i quali scaricare raffiche di proiettili nel disperato tentativo di vederli sparire.

Il fascino horror di Layers of Fear è rappresentato tutto dal sapiente utilizzo degli effetti sonori e dalle continue distorsioni ambientali, spesso affidate ai numerosissimi dipinti appesi alle pareti della magione. Alcuni di questi sono “disturbanti” anche nella loro variante classica, sintomo che l’instabilità del pittore ha origine ben prima dell’incipit narrativo che ci ha accompagnati all’inizio del gioco.

Finalmente siamo di fronte ad un titolo con una componente grafica estremamente curata. Spesso ci siamo ritrovati tra le mani titoli horror che, convinti di giocarsi tutto attraverso l’utilizzo massivo di trovate quali jumpscare, si sono completamente scordati di creare un ambiente verosimile che aiutasse il giocatore a sentirsi immerso completamente nel gioco. In Layers of Fear, fortunatamente, tutto questo non accade e l’immensa magione è stata curata in ogni sua forma e valorizzata da un utilizzo sapiente degli effetti di luci ed ombre. Tale cura, però, sembra a volte mostrare il suo lato debole in alcune scene particolarmente buie, nelle quali l’eccessiva compressione delle immagini tende a far risultare sgranati alcuni effetti nebbia.

Layers of Fear
Ciao dolce bambina, c’è qualcosa che posso fare per te?

Legacy Edition?

Come anticipato, su Nintendo Switch Layers of Fear si presenta con una versione Legacy che introduce alcune novità dedicate alla piccola ibrida Nintendo. Prima fra tutte, la modalità portatile non risulta fine a se stessa. Grazie ad essa infatti sarà possibile portare il terrore psicologico ovunque vogliamo, con l’obiettivo di fruire della giusta atmosfera sia dentro che fuori dello schermo. Il consiglio rimane sempre lo stesso: munitevi di cuffie e trovate un ambiente rilassante e buio, in modo da non perdervi la minima sfumatura offerta dal gioco.

L’intero gioco è inoltre fruibile attraverso l’utilizzo scollegato di entrambi i Joy-Con, sfruttando i sensori di movimento (per aprire porte, armadi, cassetti) e l’HD rumble. In questa configurazione, ovviamente, il realismo viene enfatizzato e l’esperienza può essere assimilata, con le giuste proporzioni, a quella data da un titolo VR.

Infine, all’interno di questa versione è contenuto il DLC “Inheritance” attraverso il quale rivivere alcuni avvenimenti paralleli della trama vestendo i panni della figlia del pittore che si ritrova a visitare la casa ottenuta in eredità a seguito della morte del padre. In questo DLC il gameplay tende a svilupparsi in alcune interessanti fasi platform e la telecamera cambia prospettiva a causa di alcuni flashback che ci fanno vedere il mondo attraverso gli occhi di una bimba. Stranamente, se nel titolo principale il frame rate si era comportato in maniera quasi impeccabile, in questo contenuto aggiuntivo si tende in alcune circostanze ad assistere ad una perdita di fluidità. Nulla di esagerato comunque!

Layers of Fear
Tipica stanza che rispetta tutte le normative di sicurezza per essere accessibile ad una bimba di 5 anni.

Se state cercando un titolo horror di tipo psicologico probabilmente in Layers of Fear troverete pane per i vostri denti, ma sappiate che la piccola produzione indipendente dei ragazzi di Bloober Team si saprà vendere a caro prezzo (la bellezza di €19,99) e, qualora non amiate un gioco horror nel quale sia di fatto impossibile difendersi (ne tanto meno morire), forse è meglio che rivolgiate la vostra attenzione altrove, magari proprio nel recentissimo Hollow. Per tutti gli altri non pensateci due volte; state per vivere un’esperienza mozzafiato, arricchita da un DLC per niente banale e che saprà tenervi in tensione per tutta la sua durata, che purtroppo si assesterà al di sotto delle 5 ore complessive.

Layers of Fear: Legacy
Layers of Fear: Legacy – Recensione
PRO
Atmosfere ben riuscite
Coinvolgimento assicurato
Tecnicamente ben realizzato...
CONTRO
Enigmi ambientali praticamente assenti
Longevità limitata
... anche se il DLC presenta alcuni problemi di frame rate
7.6
il caravaggio degli horror psicologici