Bridge Constructor Portal

Bridge Constructor Portal – Recensione

Three is a magic number“…cantava Bob Dorough. Se potessimo scegliere un inno per il colosso del mercato videoludico su PC, la nostra amata Valve, sarebbe proprio questa la canzone che potrebbe fare al caso nostro. Half-Life 3, Team Fortress 3, Left 4 Dead 3, Portal 3: cos’hanno in comune tutti questi titoli? Beh…nessuno di loro ha mai visto la luce (e, forse, mai la vedrà). Ognuno di questi titoli appena citati porta con sé un patrimonio videoludico enorme che Valve, per un motivo o per un altro, non ha ancora deciso di portare avanti. E mentre l’intera comunità sobbalza non appena sente l’odore di nuovi annunci da parte di quel giocherellone di Gabe, lo sconforto è ormai all’ordine del giorno e si ha l’impressione che il lato meramente ludico, in casa Valve, sia stato abbandonato da tempo. A darci ancora qualche barlume di speranza, però, un annuncio a sorpresa avvenuto il 6 dicembre 2017: lo sviluppo di Bridge Constructor Portal, nuovo gioco dedicato alla celebre saga di Valve. Sia chiaro, siamo ben lontani dall’annuncio di quel Portal 3 tanto agognato, ma, quantomeno, possiamo tornare tutti a sognare. Uscito il 20 dicembre su PC e piattaforme mobile, il puzzle game sviluppato da ClockStone vedrà la luce sulle piattaforme di gioco casalinghe, inclusa Nintendo Switch, il 28 febbraio 2018. E, udite udite, il risultato non è affatto deludente.

Bentornato GlaDOS

Quello che abbiamo di fronte è sostanzialmente un puzzle game dalle forti componenti ingegneristiche. Come si può facilmente intuire dal titolo, ci troveremo presto con il nostro caschetto giallo a costruire veri e propri ponti per risolvere le nostre simulazioni. Già, simulazioni. Perché il magico mondo di Portal è un universo simulato e reale al tempo stesso, dove non si riesce mai a capire cosa faccia parte della realtà e cosa no. A sorpresa, ClockStone è riuscita pienamente a non disperdere neanche una singola caratteristica di questo splendido universo. L’inizio è folle, così come lo era l’inizio di Portal 2; i dialoghi e gli intermezzi sono esilaranti, pungenti e meravigliosamente diretti; e poi c’è lui, GlaDOS, vera e propria star di questo mondo fatto di IA e finzione. Ogni cosa all’interno di questo puzzle game ha un sapore di “bentornato a casa”

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GlaDOS ci sei mancato…!

…e allora, dopo un colloquio introduttivo completamente fuori di testa, iniziamo il nostro lavoro di impiegati. Ma non siamo impiegati normali, perché quello che dovremo fare è semplicemente risolvere simulazioni: scenari complessi in cui dovremo spedire un mezzo di trasporto da un punto A ad un punto B. Per fare ciò abbiamo solo ed esclusivamente due tipi di costruzioni: travi e cavi. E allora, da bravi ingegneri civili quali siamo, sappiamo che la fisica è tutto, nonostante ci troviamo all’interno di una simulazione: se posizioniamo un cavo in maniera errata, il peso del nostro mezzo può romperlo e mandare in frantumi minuti e minuti di minuziosa progettazione. Non solo: una volta completato il livello, saremo chiamati ad una sfida ancora più ardua, ovvero quella di far passare un intero convoglio. Ed ecco che la nostra struttura dovrà resistere a cicli di sollecitazioni differenti che ci porteranno, spesso, a modificare le nostre costruzioni. Nulla comunque ci vieta, una volta portata a termine la sfida più semplice, di proseguire per il nostro cammino. L’intera avventura è composta da 60 sfide. Ogni 10 sfide completate, il nostro alter ego avrà una “generosa promozione”.

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Portali e macchine voltanti…no! Non è ritorno al futuro.

Ma cos’è che lega tutto ciò al mondo di Portal? Semplice, qualsiasi cosa. Ogni stage sarà sommerso da elementi caratteristici della serie: portali, torrette, cubi, fluido arancione che ci permette di far accelerare i nostri mezzi, fluido blu che ci permette di farli rimbalzare, e tutto quello che ne consegue. Il tutto, però, presenta delle criticità: ben presto, l’ondata di novità portata dall’inserimento graduale di questi elementi svanisce, facendoci trovare spesso di fronte a situazioni ripetitive. Dopo i primi 10/15 livelli che fungono quasi da tutorial (introdotti in maniera esilarante da GlaDOS), la risoluzione mentale dei puzzle è pressoché immediata: l’unica vera difficoltà sta semplicemente nel fatto di dover piazzare gli elementi di sostegno in modo tale da reggere gli urti del convoglio. Tutto questo porta alla luce qualche mancanza nel level design, visto e considerato che, spesso, il tutto si riduce ad un trial & error di qualche minuto. Manca, inoltre, una vera e propria rigiocabilità che poteva certamente essere resa più longeva. Come già anticipato, per finire un livello al 100%, si deve garantire il passaggio dell’intero convoglio. Nonostante gli elementi che vengono utilizzati abbiano un costo, per esempio, non viene introdotta alcuna sfida supplementare relativa ad un loro utilizzo limitato, lasciando poco spazio all’ottimizzazione e rendendo spesso vano l’ottimo lavoro sulla fisica di gioco.

Tecnica, non solo di costruzione

Tecnicamente parlando, il titolo svolge appena sufficientemente il suo dovere. Il gioco risulta fluido e dettagliato, ma manca purtroppo una certa varietà degli ambienti. Non che l’opera principale sia ricordata specialmente da questo punto di vista, ma essendo uno spin-off limitato quantomeno nell’aspetto dimensionale, ci si poteva aspettare qualcosina in più. I comandi non risultano totalmente convincenti: sia chiaro, Switch offre una svariata gamma di comandi. Sono supportati infatti i controlli tradizionali via joycon (o pro controller) ed i comandi touch (che però non abbiamo trovato particolarmente comodi in termini di precisione). La criticità non è però dovuta alla piattaforma in sé, che, con larga probabilità, offre la migliore varietà tra le console casalinghe, quanto all’assenza della periferica principe per questo tipo di esperienza: il mouse. Infine, piccolo encomio alle musiche: accompagnano sempre con piacere ogni fase di gioco senza risultare mai eccessive.

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Non crediamo sia passato un vero direttore dei lavori…

Aspettando la portata principale

Insomma, ci troviamo di fronte a quello che è certamente un più che riuscito spin-off. L’ottimo puzzle game di ClockStone prende splendidamente spunto dall’immaginario di Portal, andando però a peccare lì dove ci si aspettava di più, ovvero proprio sulla componente ludica. In generale, però, si tratta di un’esperienza più che positiva, la quale, nell’attesa di un vero e proprio ritorno, non potrà che far piacere ai fan e a quei “criminali” che, ad oggi, ancora non hanno messo mano sull’immenso capolavoro Valve. Che GlaDOS sia con voi

Bridge Constructor Portal
Bridge Constructor Portal – Recensione
PRO
L'immaginario di Portal in tutto il suo splendore
Componente ludica soddisfacente...
CONTRO
...ma limitata in molti aspetti
Aspetto tecnico appena sufficiente
7.5