The Fall Part 2: Unbound

The Fall Part 2: Unbound – Recensione

L’annuncio dell’imminente arrivo del secondo capitolo della trilogia “The Fall“, interessantissimo progetto curato dalla software house canadese Over the Moon, è riuscito a rendermi felice per due importantissimi motivi. Il primo, forse banale, è direttamente imputabile al fatto che ho letteralmente amato il primo episodio, grazie alla sua capacità di trattare temi maturi all’interno di un genere – quello delle avventure punta e clicca – che solitamente tende a non prendersi troppo sul serio. Il secondo, estremamente nostalgico, riguarda la mia decisione di ritornare all’avventura su WiiU – console che porto costantemente nel cuore – prima di lanciarmi in questo sequel, con l’obiettivo di prepararmi adeguatamente e non perdermi così nessuna delle citazioni che sicuramente avrei trovato all’interno di The Fall Part 2: Unbound.

Annunciato nel lontano 2013 attraverso una campagna sulla famosa piattaforma di crowdfunding Kickstarter, The Fall attirò l’attenzione di moltissimi giocatori (me compreso) grazie al suo interessante mix tra azione ed avventura, condito da temi cupi ed esplorativi ereditati dal sempreverde Metroid. Dopo essere uscito su PC e console, nel 2015 anche i Nintendari ebbero la possibilità di provare su WiiU il primo capitolo di quella che era nata come una vera e propria trilogia, con la consapevolezza che molto probabilmente non avrebbero potuto proseguirla sulla stessa macchina a causa del suo incerto futuro. A posteriori sappiamo tutti come è andata a finire, ed è proprio su Switch che gli “only N player” saranno obbligati a migrare per tornare a vestire i panni di A.R.I.D. e guidarla nuovamente nel suo viaggio alla scoperta di sé.

The Fall Part 2: Unbound
Buttiamoci a bomba alla scoperta di The Fall Part 2: Unbound!

Prima di procedere è giusto dare un avvertimento a coloro che si affacciano alla trilogia per la prima volta. Nonostante il primo capitolo risultasse autoconclusivo, Unbound riprende esattamente la sua narrazione laddove ci eravamo precedentemente salutati con la protagonista. Non a caso, infatti, nei primi minuti di gioco è possibile (facoltativamente) assistere ad un brevissimo riepilogo delle vicende che hanno in precedenza visto A.R.I.D. rendersi conto di essere una “semplice” intelligenza artificiale e, da lì, pianificare il suo progetto di fuga. Nonostante questo recap della durata di una manciata di minuti sia più che sufficiente per entrare fin da subito nel pieno dei temi narrati, tutti coloro che non hanno avuto il piacere di giocare al primo episodio potrebbero perdersi moltissimi dei riferimenti ai temi ed agli enigmi ambientali in esso contenuti. Per questo mi sento di consigliare fin da ora di valutare attentamente l’acquisto di entrambi i titoli e, soprattutto, la piattaforma sulla quale godersi l’intera trilogia.

Per evitare qualsiasi tipo di spoiler, di Unbound vi racconterò solo gli elementi fondamentali per poter descrivere successivamente il gameplay del titolo. All’inizio del gioco ci ritroveremo nuovamente a vestire i panni di A.R.I.D., il cui corpo è completamente distrutto ma la cui mente artificiale è intatta e determinata a proseguire la sua ricerca della verità. La protagonista riesce, dunque, ad intrufolarsi in una enorme rete globale attraverso la quale parte alla ricerca di un segnale che sembra essere lanciato proprio da colui che sembrava essere l’ospite della tuta spaziale precedentemente governata dall’I.A. ribelle. Da qui un viaggio fatto di colpi di scena, di collaborazioni con tre diverse unità robotiche raggiunte proprio grazie a questa grande rete interconnessa, e di combattimenti contro un terribile virus che sembra volerci impedire a tutti i costi di scoprire la verità.

The Fall Part 2: Unbound
Durante l’avventura non saremo quasi mai soli. Dovremo infatti collaborare con diverse unità, ciascuna dotata di caratteristiche differenti.

Il gameplay di Unbound si basa nuovamente sulla risoluzione di intelligenti enigmi e sul concetto di esplorazione. Anche in questo capitolo A.R.I.D., e ciascuna delle tre unità che potremo governare durante l’avventura, avrà a disposizione una fedelissima torcia – il cui fascio luminoso sarà fondamentale per interagire con le varie zone sensibili dell’ambiente, dalle quali trarre numerose informazioni riguardanti ciò che sta accadendo intorno a noi.

Le fasi di gioco possono essere suddivise in due parti principali, e questa volta ben distinte tra di loro: una meramente rivolta all’azione, con la protagonista capace di correre saltare e fare fuori chiunque tenti di sbarrarci la strada grazie alla sua pistola (potenziabile), ed una più profonda e volta all’interazione con gli oggetti grazie ai quali procedere all’avventura. Come il genere insegna, molto spesso gli oggetti dovranno essere raccolti ed utilizzati altrove. Quello che differenzia (di molto) The Fall dai più recenti esponenti del genere è un’attenzione maniacale da parte degli sviluppatori nei confronti degli enigmi, che non danno mai la sensazione di essere forzati e fuori luogo, ma che in questo nuovo capitolo tendono ad alzare lievemente l’asticella della difficoltà a favore di risvolti narrativi degni di un moderno Asimov.

The Fall Part 2: Unbound
Grazie alle impostazioni sulla difficoltà sarà possibile ridurre all’osso i combattimenti e concentrarci quasi esclusivamente sugli aspetti narrativi del gioco.

Se da una parte gli enigmi continuano ad essere intelligenti, anche se a volte estremamente complessi, è sulla componente esplorativa che questo nuovo episodio mostra tutte le sue debolezze. L’impressione è quella che gli sviluppatori abbiano cercato di differenziare la formula precedentemente applicata introducendo una dinamica di avanzamento simile a quella di un comune metroidvania. E’ così che la grande rete neurale che ci permetterà di connettere tutte le varie zone, all’interno delle quali prendere parte alle separate sezioni punta e clicca, diventa un semplice elemento di contorno inserito di forza giusto per allungare il brodo; introducendo un backtracking superfluo e contornato da altrettanti inutili combattimenti che, tralaltro, possono essere ridotti all’osso attraverso le poche impostazioni di gioco grazie alle quali personalizzare la propria esperienza.

The Fall Part 2: Unbound
Vi presento “The one”, una intelligenza artificiale che sembra essersi leggermente montata la testa!

La versione Switch del gioco, testata per scrivere questa recensione, sembra non aggiungere niente di nuovo rispetto a quanto offerto dalle controparti Steam, PS4 e Xbox One. L’unica vera feature degna di nota potrebbe essere la possibilità di giocare a The Fall Part 2: unbound “on the go” grazie alla portabilità offerta dalla piccola ibrida Nintendo. Peccato che, però, in questa configurazione il gioco sembri ostacolare la lettura degli stage a causa di testi estremamente piccoli e zone di interazione troppo vicine tra loro che rendono complessa l’interazione. Il consiglio resta, dunque, quello di godersi il gioco sul proprio televisore.

Lo stile grafico è rimasto bene o male quello del predecessore, con atmosfere molto cupe e deprimenti che riescono a calare il giocatore in un ambientazione che cerca di enfatizzare in ogni sua schermata il senso di abbandono che pervade la nostra protagonista. Ottime anche le colonne sonore che mixano tra loro elementi di assoluta dolcezza, quali le note di un pianoforte, ed altri ben più decisi destinati ai momenti nei quali il ritmo di gioco si fa più serrato. Una menzione d’onore va anche all’ottimo doppiaggio inglese ed alla completa sottotitolazione in italiano che rende più piacevole la lettura dei numerosi dossier fondamentali per godere degli interessanti retroscena narrativi dei quali il titolo è costellato.

The Fall Part 2: Unbound
Fa così strano vedere due uomini impassibili di fronte ad una bella ragazza. Sicuramente ci stanno nascondendo qualcosa…

Nonostante Unbound risulti un episodio gradevole della trilogia nata oltre quattro anni fa, dispiace constatare come la strada intrapresa dagli sviluppatori nel tentativo di differenziare tra loro i primi due capitoli abbia portato ad elementi che ne hanno, di fatto, snaturato la formula originale. La riproposizione delle dinamiche punta e clicca risulta nuovamente riuscita, ma è proprio sulla componente esplorativa che poteva essere sicuramente fatto di meglio. Un gioco, comunque, da consigliare caldamente a tutti coloro che amano le avventure grafiche punta e clicca e che abbiano voglia di gustarsi una serie di enigmi ambientali tutt’altro che banali.

The Fall Part 2: Unbound
The Fall Part 2: Unbound – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a The Fall Part 2: Unbound grazie ad un codice download fornito dagli sviluppatori.  Dopo aver apprezzato moltissimo il primo capitolo sono rimasto spiazzato dalla direzione intrapresa da questo secondo episodio che, seppur gradevole, mi ha lasciato con un pò di amaro in bocca. Speriamo che la trilogia abbia una degna conclusione e, soprattutto, che questa non arrivi tra ulteriori quattro anni.
PRO
CONTRO
6.5
PROVACI ANCORA A.R.I.D.