The Darkside Detective

The Darkside Detective – Recensione

La storia di The Darkside Detective non comincia nel momento in cui Francis McQueen ed il suo fidato agente Dooley vengono richiamati a risolvere il loro primo caso per conto della divisione dedicata ai crimini del paranormale di Twin Lakes City. Tutto ha inizio molto prima, nel novembre 2014, quando una manciata di promettenti sviluppatori decisero di partecipare alla Galway Game Jam, dando vita ad una demo del gioco in poco meno di 8 ore. Quello che ne uscì fu un interessantissimo progetto pensato per intrattenere gli amanti delle avventure punta e clicca, e calibrato per poter essere fruito sia da giocatori di vecchia data che da nuove reclute che intendono affacciarsi per la prima volta al genere. Non fatevi ingannare dall’aspetto un pò grezzo di The Darkside Detective, quegli enormi pixel che cercano di delineare le varie forme fanno parte dell’intenzione originaria degli sviluppatori: catapultarci indietro nel tempo e farci rivivere un’esperienza che profuma di anni ’90 in ogni suo aspetto. Se riuscirete a dargli fiducia scoprirete un prodotto estremamente curato, fresco e genuino, proprio come la storia che stiamo per raccontarvi.

The Darkside Detective
Fin dalla schermata delle impostazioni è possibile intuire cosa ci aspetta nel gioco. PS: le prime due voci non sono modificabili!

Twin Lakes City sembra essere una città come tante agli occhi dei suoi abitanti; ed è proprio questa la più grande difficoltà del nostro protagonista, Francis McQueen. Una città nella quale aleggia un’aria di mistero talmente evidente che qualunque persona sana di mente farebbe di tutto per starle alla larga. Ma nonostante le apparizioni di gremlins, la biblioteca abitata dai fantasmi dei numerosi autori dei libri in essa contenuti, strani tentacoli che spuntano dai numerosi tombini fumanti, ed il leggendario mostro lacustre, sembra che alla gente piaccia stare in città. Il merito, molto probabilmente, è del dipartimento del paranormale – guidato proprio dal detective Francis McQueen che come strumentazione all’avanguardia può contare solamente sulla lealtà dell’agente Dooley. Uno scoppiettante duo che impareremo ad amare man mano che i casi che saremo richiamati a risolvere lasceranno il giusto spazio a qualche breve dialogo, capace di enfatizzare i rapporti umani tra i due e di coinvolgere il giocatore in un’avventura fatta di umorismo spicciolo, battutine da quattro soldi, e tanto tanto divertimento.

The Darkside Detective
Tra i numerosi stereotipi del mondo dell’horror, The Darkside Detective è capace di coniare nuove figure mitologiche…

The Darkside Detective può essere etichettato come la più classica delle avventure punta e clicca. Un banalissimo puntatore sarà l’unico vero strumento messo a disposizione del giocatore, attraverso il quale interagire con il mondo di gioco e con i vari personaggi capaci di donarci più di un sorriso grazie alla loro sempre più evidente ingenuità. Il gameplay, estremamemte semplificato, si basa sulla ricerca e successiva combinazione di oggetti con l’obiettivo di risolvere una serie di piccolissimi puzzle tutt’altro che complessi capaci di avvicinarci sempre più alla risoluzione di ciascun caso. L’inventario si compone spesso di pochi oggetti, la cui natura risulta sempre chiara e mai fumosa, per cui anche per i neofiti del genere sarà praticamente impossibile rimanere bloccati a causa di enigmi poco chiari che, tralaltro, non sembrano mai essere inseriti forzatamente nel contesto ludico messo in piedi dalla software house irlandese.

Se dal lato gameplay il gioco non ha nulla di nuovo da offrire rispetto a quanto già presente in abbondanza sul mercato delle produzioni indipendenti, è proprio grazie al suo azzeccatissimo background narrativo che The Darkside Detective riesce a farsi notare. Dopo aver risolto il primo caso, che funge da rapidissimo tutorial, ci renderemo conto che gran parte del nostro tempo lo vorremo dedicare ad interagire con l’enorme quantità di oggetti presenti in ciascuna schermata, con il solo obiettivo di leggere l’ennesima battuta infelice del nostro compagno Dooley. Ben preso scopriremo anche come, in realtà, il suo contributo per progredire con le singole indagini sia pressoché nullo ma che nonostante questo il titolo riesce a creare un legame empatico tra il giocatore e la simpatica spalla del protagonista, al punto tale che quando arriverà il momento di dover rinunciare alla sua presenza in una delle indagini finali, sarà veramente difficile non sentirne la mancanza.

The Darkside Detective
Beetlejuice, Beetlejuice, Beetlejuice!

Il punto forte della produzione, dunque, è rappresentato dalla narrazione. Il mio consiglio è quello di non saltare nemmeno uno dei numerosi dialoghi offerti dal gioco, in particolare gli scambi di (pessime) battute tra Dooley, McQueen, ed i numerosi NPC grazie ai quali godere di una serie di siparietti per niente prevedibili e spesso demenziali, capaci di regalarci momenti al limite del facepalm. Nonostante la completa mancanza di una localizzazione italiana non è per niente difficile seguire il flusso narrativo, per cui mi sento di consigliare il gioco anche a coloro che solitamente decidono di non acquistare un prodotto privo di traduzione nella lingua del bel paese (sottoscritto compreso).

The Darkside Detective
I cittadini di Twin Lakes City sono talmente abituati a fenomeni paranormali, che nemmeno un “banalissimo” incendio è in grado di rallegrare una festicciola privata.

La versione Nintendo Switch di The Darkside Detective, oltre al supporto dei controlli mediante touch screen, non ha nulla di nuovo da offrire rispetto a quella già pubblicata su Steam. L’esperienza, infatti, rimane perfettamente godibile anche in modalità docked mediante l’utilizzo dei controlli tradizionali bastati interamente sull’accoppiata analagico-tasto di azione. La struttura del gioco però, costituito da 6 casi (più uno ulteriore in arrivo mediante un futuro aggiornamento gratuito) ben delimitati ed autoconclusivi, si presta benissimo a quello che è lo spirito della piccola ibrida firmata Nintendo. Il tempo necessario a risolvere ciascun episodio non supererà mai i 40-50 minuti, rendendo il titolo perfetto per brevi sessioni mordi e fuggi ed assestando la sua durata complessiva intorno alle 4-5 ore.

Ad un comparto grafico estremamente basilare, costituito da una forte contrapposizione tra la staticità dei personaggi in gioco e le piacevoli animazioni scenografiche quali la pioggia notturna e le luci ad intermittenza delle insegne al neon, si legano le ottime musiche a base di sintetizzatore curate dal compositore Ben Prunty. Queste sono ancora più apprezzabili se sparate direttamente in cuffia, giustificando ulteriormente la fruizione del gioco attraverso l’ottima modalità portatile offerta dall’ammiraglia di Kyoto.

The Darkside Detective
Persino un personaggio del calibro di IT è capace di rimanere pietrificato di fronte alla presenza dell’agente Dooley!

A conti fatti la formula ad episodi offerta da The Darkside Detective risulta vincente. Un gameplay semplice ma capace di offrire rapide sessioni di gioco a base di investigazione e tanti spassosi dialoghi. Se avete recentemente terminato la vostra personale avventura in compagnia di quel genio di Ron Gilbert e del suo recente Thimbleweed Park, e sentite anche solo un piccolissimo desiderio di una nuova esperienza in stile punta e clicca, l’avventura dei ragazzi di Spooky Doorway potrebbe fare al caso vostro. Se deciderete di dargli una possibilità, proprio come ho fatto io, scoprirete un titolo godibile e capace di dedicarvi qualche ora di completo relax e divertimento. Potete acquistare fin da ora The Darkside Detective sull’eShop di Nintendo Switch al modico prezzo di €12,99.

The Darkside Detective
The Darkside Detective – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a The Darkside Detective grazie ad un codice download gentilmente offerto dagli sviluppatori. Ho completato tutti e sei i casi offerti dal gioco nell'arco di circa quattro ore, durante le quali mi sono dilettato a spulciare ogni angolo di Twin Lakes City alla ricerca di oggetti, enigmi e spassosi dialoghi. Nonostante il gioco non offra praticamente mai un livello di sfida elevato, consiglio di provarlo a tutti coloro che amano le avventure punta e clicca vecchio stampo.
PRO
CONTRO
7.1