Metroid Samus Returns

Metroid: Samus Returns – Recensione

L’E3 2017, per Nintendo, non è stato solo l’E3 della consacrazione di Switch, ma anche quello del ritorno di uno degli storici franchise della casa di Kyoto. Dopo ben 10 anni dall’uscita di Metroid Prime 3: Corruption (dimenticandoci silenziosamente di Metroid Other M e Federation Force), ecco l’annuncio che tutti aspettavano: Metroid Prime 4. Se durante il breve Spotlight ci siamo dovuti accontentare di un teaser trailer che non mostrava assolutamente niente, la vera sorpresa è arrivata durante l’ormai collaudata Tree House. Samus si preparava a tornare non solo sul nuovo gioiellino di casa Nintendo, ma anche per un’ultima iterazione su 3DS con il remake di uno dei capitoli meno apprezzati in chiave 2D, ovvero Metroid II: Return of Samus (rinominato Metroid Samus Returns per l’occasione). In un colpo solo, Nintendo aveva riacceso prepotentemente i riflettori su una saga riposta nel cassetto da troppo tempo. Se per Metroid Prime 4 ci sarà ancora da aspettare, Metroid Samus Returns ha visto il suo arrivo sugli scaffali il 15 settembre 2017. Seppur con qualche mese di ritardo, siamo pronti a dirvi se questo ritorno di Samus in chiave 2D ci ha convinti e se oggi c’è ancora spazio per questa tipologia di gameplay.

Backtracking, che passione!

Chiariamo subito una cosa: lo spirito dei vecchi Metroid non è cambiato di una virgola. MercurySteam, lo studio dietro allo sviluppo di questo nuovo episodio su 3DS, è riuscito a garantire un’atmosfera ed un gameplay fin da subito familiari per i veterani della saga. La storia è appena un pretesto per spingerci a trovare e ad uccidere ogni Metroid presente sul pianeta, e non verrà certo ricordata negli annali. Ciò che colpisce fin da subito, però, è la fluidità di gioco e lo svecchiamento di alcune meccaniche. Samus può ora sparare in ogni direzione e, soprattutto, grazie ad un’intelligente inserimento del parry, può velocizzare (e non di poco) ogni scontro. Utilizzando la parata al momento giusto, infatti, potete stordire il nemico per qualche secondo ed infliggergli un’ingente quantità di danni. Durante lo scontro con alcuni boss, il parry sarà addirittura essenziale per scoprire le zone nevralgiche del vostro nemico.

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Il capitolo originale

Chiunque conosca la saga, ne riconosce senza dubbio l’importanza del backtracking. La nostra eroina acquisirà man mano sempre più poteri, grazie ai quali si potrà accedere a zone prima inesplorabili. Alquanto piacevole, secondo il nostro parere, l’idea di inserire un radar in grado di individuare, all’interno di un raggio massimo, tutte le pareti potenzialmente distruttibili. Questa meccanica è stata vista dai più come una facilitazione non necessaria, ma, in fondo, è solo un modo per evitare di sparare all’impazzata su ogni forma di roccia presente sul pianeta. Purtroppo, l’avventura non spinge mai il giocatore a ritornare sui suoi passi per accedere a vecchie stanze inizialmente inaccessibili; difatti, il livello di sfida è decisamente basso e non si sente troppo il bisogno di tornare indietro a completare l’arsenale (se non per puro completismo). Da questo punto di vista, i boss non sono di grande aiuto: si nota una certa ripetitività nei pattern ed una poca varietà nell’azione, che li rende poco a poco sempre meno temibili. Il gioco è stato portato a termine in poco più di 14 ore a livello di difficoltà normale (unica disponibile all’inizio del gioco) completandolo al 50%. Ripetiamo però che il resto del completamento è del tutto accessorio ed è relegato esclusivamente all’armamentario di Samus (capienza missili e serbatoi di energia). Infine, un breve accenno al supporto amiibo: 3 dei 4 amiibo dedicati al franchise (inclusi quelli della serie Smash Bros) forniscono contenuti del tutto extra. Segnaliamo però che l’amiibo di Metroid permette di sbloccare la modalità Fusion (ovvero un ulteriore livello di difficoltà). Considerata anche la scarsa reperibilità dell’oggetto in questione, non ci è sembrata una scelta così azzeccata.

Graficamente c’è, ma non si applica…

Dal punto di vista tecnico Metroid Samus Returns non fa gridare al miracolo. La macchina sulla quale gira è certamente vetusta e sul viale del tramonto, ma abbiamo visto produzioni ben più brillanti da questo punto di vista. Si nota un certo riciclo degli ambienti e poca varietà e, soprattutto, un livello artistico non al pari con le migliori produzioni Nintendo. Buoni invece gli effetti particellari ed i dettagli presenti a schermo. Da segnalare infine un’ottima fluidità generale.

L’effetto 3D attivabile sulla portatile di casa Nintendo fa largamente il suo dovere, favorito anche dal punto di vista laterale dell’azione, che ne accentua la profondità. Per quanto riguarda il comparto musicale, vengono ripresi in larga parte temi classici, ben inseriti all’interno dell’azione, senza però lasciare davvero il segno. Insomma, non stiamo parlando sicuramente di una delle colonne sonore più memorabili della saga.

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Una delle nuove meccaniche introdotte: il parry

Dulcis in fundo

Metroid Samus Returns è, in definitiva, un ritorno più che gradito. Le meccaniche 2D sono ancora fresche e le (poche) novità inserite si sposano alla perfezione con il gameplay, svecchiandolo in maniera adeguata. Si nota però una certa pigrizia da parte degli sviluppatori, forse frenati anche dall’importanza del franchise e dalla loro poca esperienza con progetti di tale portata. In attesa di Metroid Prime 4 e, forse, di un nuovo grande capitolo in 2D, gli appassionati del franchise (e non solo) possono godersi quello che è, senza ombra di dubbio, un ottimo capitolo dedicato alla cacciatrice di taglie più famosa al mondo.

Metroid Samus Returns
Metroid: Samus Returns – Recensione
PRO
Le nuove meccaniche si integrano alla perfezione
Lo spirito dei vecchi Metroid resta inalterato
Ottima fluidità di gioco
CONTRO
Un certo riciclo di idee e ambienti
Tecnicamente non eccezionale
7.8