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The Coma: Recut – Recensione

Ci sono giochi che possono divertire, far urlare di gioia, avere una storia interessante che magari faccia tralasciare al videogiocatore un gameplay non eccelso e al limite dell’irritante. Poi ci sono creazioni che non hanno acuti, che risultano piatte e che dopo un paio d’ore di gioco fanno chiedere alla persona che sta usando il titolo perché ci sta sprecando delle ore importanti della sua vita che magari oltretutto si potrebbero passare con la propria lei, vedendo un film o usando qualche gioco più meritevole.

Metteteci a tutto ciò il dispiacere nel vedere soldi investiti e praticamente persi in qualcosa di puerile e insipido, che facilmente ci dimenticheremo e che amaramente ci pentiremo di vedere nella nostra libreria software. Tutto ciò è The Coma: Recut, un nome quanto mai azzeccato per il gioco sviluppato da Devespresso Games e distribuito da Digerati Distribution. Il titolo è arrivato a poca distanza di mesi sulla portentosa Switch dopo essere approdato sulle altre piattaforme ma è un qualcosa di cui potevamo fare anche a meno, un avventura piatta e ripetitiva che metterà a dura prova i vostri nervi saldi e che inoltre richiederà spesso l’uso di un dizionario per i dialoghi!

The Coma recut
Vicino ogni ambulanza c’è sempre un capannello di curiosi… anche nei videogames!

Un titolo nato come la rimasterizzazione di quel The Coma: Cutting Class uscito anni fa su pc e di cui, questo capitolo, migliora solo il gameplay e i filmati che si presentano in un buon hd! Ma di questo gioco perché ne potevamo fare tranquillamente a meno? Scopriamolo insieme!

Nascondino is the new fear!

Appena partita l’avventura verremo trasportati, attraverso un filmato, nella storia e faremo la conoscenza col nostro protagonista, un ragazzo di nome Youngho. Studente in un liceo nipponico e impaziente di effettuare il suo ultimo esame, viene sconvolto dal suicidio di un suo compagno di scuola ma nonostante tutto, the show must go on e l’esame non è per nulla rimandato.

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Ah il caro e vecchio pruriginoso mondo orientale!!!

Prima di entrare in classe faremo conoscenza con la nostra insegnante che, come da tradizione pruriginosa nipponica, è una ragazza dalle forme prorompenti di cui il nostro eroe è terribilmente infatuato. Ma durante il compito in classe, ahimè, ci addormenteremo scoprendo che non tutto è come sembra ed è nell’ombra che si annidano ancestrali paure, ansia e terrore. La nostra dolce pulzella si trasformerà in un demone assetato di sangue da cui scappare a gambe levate in un nascondino perpetuo dove l’oscurità la farà da padrona.

Dovremo entrare negli armadietti, andare dietro scatoloni, tutto in silenzio ed evitando di essere fatti a pezzettini dalle tante presenze che ci daranno la caccia. A disposizione avremo solo una torcia e vari oggetti che troveremo durante il nostro cammino ma nessuna arma, in pieno stile survival horror. Potremo decidere se camminare o correre ma per farlo in modo veloce dovremo stare ben attenti al nostro fiato per non andare in iperventilazione e veder rallentato il passo. In tutto questo dovremo cercare anche degli indizi per svelare il mistero di questo improvviso alone di paura che è sceso su di noi e come un moderno Dante cercar di riveder le stelle.

The Coma recut
L’oscurità è mia amica… o forse no!!!

Considerazioni finali

Se punti tutto sulla trama poi devi saperla ben bene delineare, non cadere mai nella ripetitività e sfruttare tutte le idee positive che dall’inizio cerchi di trasmettere e invece si vola inizialmente, come un moderno Icaro, troppo vicini al sole, ci si scotta e si stramazza al suolo. Cerco sempre di non essere troppo negativo ma qui di errori ne sono stati commessi tanti e i lati positivi del gioco sono davvero pochi.

The Coma recut
Quando i sogni diventano incubi… e adesso che fai?

Sicuramente la grafica è molto buona, tutta in HD e con ottimi disegni che rimandano ai manga nipponici e alle loro atmosfere. Anche la trama inizialmente, anche se densa di cliché da puro horror coreano, sembra diradarsi in modo ottimale ma proprio sul più bello entra in gioco il già visto e quella pruriginosa sensazione di noia che aleggerà come uno sciacallo su di noi in attesa del nostro cadavere. La longevità si attesta sulle quattro ore, forse le più lunghe che mai proverete.

Alla fine oltre che nascondersi e girare nel buio di questa scuola, seppur ottimamente ricreata, nulla in più si riesce a fare se non scappare, fuggire, correre e cercare di eludere un nemico la cui IA non è al massimo delle forze. Mi direte che anche giochi come Outlast, tanto acclamati dalla critica, di fondo hanno questo gameplay e vi dirò che in parte è vero ma se in quest’ultimo il livello di ansia ogni volta che il mostro di turno ci insegue diventa forsennato, in The Coma: Recut questa sensazione è solo come un fastidio e subito vi partirà un “ecco ci risiamo”. Per non parlare degli effetti sonori che in una tipologia di gioco come questo dovrebbero essere le colonne portanti per innalzare al massimo la nostra paura e che invece qui si contano sulle dita di una mano e sono tutti rumori che non incutono in noi nessuna sensazione.

The Coma recut
Ehi ciao bambolina… ti andrebbe un pò di sangue soli io e te?

Anche i comandi li ho trovati molto confusionari e spesso non ci rimarrà che correre perché magari abbiamo sbagliato a premere un tasto. Sicuramente ben bilanciato l’uso della torcia come la capacità di rigenerazione della salute ma sono davvero due piccoli bagliori in un gioco pieno di oscurità. Inoltre c’è sempre da sottolineare che se presenti in Italia un gioco con molti dialoghi e una storia che dovrebbe essere il fulcro dell’avventura, non puoi farlo senza almeno offrire i sottotitoli in italiano e con dialoghi molto lunghi che ben presto fanno abbandonare la voglia di tradurli. Ed è un peccato… eravamo partiti bene, come un centometrista allo start iniziale ma poi abbiamo arrancato, ci è mancato il fiato e ci siamo ritirati. Riprovateci ancora ragazzi di Devespresso Games, non tutte le ciambelle vengono col buco!

 

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The Coma: Recut – Recensione
PRO
Trama inizialmente interessante...
Buona grafica e bei disegni...
Uso interessante degli oggetti
CONTRO
... ma che poi diventa banale e scialba
... ma che non fanno diminuire la noia
Mancanza italiano
5.3