Blossom Tales: The Sleeping King

Blossom Tales: The Sleeping King – Recensione

Partiamo a bomba dicendo che Blossom Tales: The Sleeping King si ispira chiaramente a The Legend of Zelda: A Link to the Past, ma i ragazzi di Castle Pixel saranno riusciti nell’ardua impresa?

Il gioco parte con un nonno che racconta una storia a i suoi due nipotini, noi infatti vestiremo i panni della nipotina Lyli, che si immedesimerà nel racconto del nonno.

Blossom Tales: The Sleeping King
Nonno mi racconti una storia? Però facciamo che Link è Zelda e che Zelda sono io…

Lily è fresca d’investitura da cavaliere e si ritroverà già da subito a dover salvare il suo regno, il fratello del Re si rivela essere un mago oscuro e con un incantesimo addormenta il Re in un sonno senza fine. Toccherà quindi a Lily cercare gli ingredienti per una porzione capace di risvegliare il povero Re.

Come storia sicuramente un po’ banale ma durante il gioco certe scelte narrative verranno effettuate attraverso i bambini, chiedendo al nonno di modificare la storia. Ad esempio, un villaggio sarà attaccato e noi avremo la possibilità di scegliere quale tipologia di nemico attaccherà il villaggio. Questi cambiamenti, anche se di minore entità, forniscono un tocco interessante al gameplay.

Blossom Tales: The Sleeping King
ma Ganondorf quando arriva?

Graficamente il gioco si basa su uno stile pixel art, a dire il vero personalmente considero questo stile abbastanza abusato negli ultimi anni, non a caso il gioco a primo avvio parte volontariamente in modalità finestra, il motivo lo si comprende quando successivamente impostando dalle opzioni la visuale a tutto schermo è stucchevole l’impatto dinanzi a pixel dalle dimensioni esagerate, addirittura più di quanto possano essere quelli di un “A Link to the Past” su una TV Full HD da 50 pollici, con la sola differenza che noi per la recensione abbiamo utilizzato un monitor da 24. Fortunatamente poi spinti dai bei colori e dalla forte curiosità si inizia a giocare e ci si abitua in poco tempo.

Le musiche sono abbastanza gradevoli con motivetti che rimangono in testa, come altri che dalla ripetitività portano un po’ a noia, sicuramente nulla di paragonabile alle epiche musiche di uno Zelda ma superare la magnificenza, non è mai cosa facile.

Blossom Tales: The Sleeping King
e pensare che il primo fu Ulisse

Il gameplay è il vero punto forte di Blossom Tales: The Sleeping King, nell’arco del gioco si ottengono diverse armi, oltre alla solita spada e scudo, anche bombe e frecce, mettendo subito in mostra quella che è una caratteristica del gioco. A differenza di altri Action-RPG le armi non si esauriscono ma potranno essere usate fino a quando la barra della stamina (barra verde in alto a sinistra) non si esaurisce del tutto, cosa per nulla preoccupante grazie a un ripristino automatico della stessa molto rapido. Questa scelta snellisce e velocizza di molto il gameplay evitando la ricerca di altre armi o la gestione delle stesse nella propria borsa oggetti.

Altra caratteristica da noi apprezzata è sicuramente la possibilità di attaccare con la spada senza per questo smettere di continuare a camminare, elemento che differisce da quanto visto nei capitoli di Zelda, dove Link è costretto a fermarsi ogni volta che agita la spada, mentre Lyli attacca e insegue il nemico allo stesso tempo.

Come previsto dal genere ci sono molti enigmi e sezioni puzzle da risolvere, alcuni molto basilari, limitandosi allo spostare blocchi o statue di pietra, altri basati sull’utilizzo delle armi, altri ancora basati sulla nostra memoria a breve termine. Anche se difficilmente saremo sottoposti a situazioni impegnative, non per questo i puzzle risultano noiosi, anzi agevolano la continuità del ritmo vivace caratteristico del gioco.

Lyli ben presto si ritroverà con tutte le armi disponibili e una borsa piena di oggetti e porzioni ma non sarà questo il vero limite del gioco, una volta visitati i cinque dungeon, Lyli non avrà più molto da esplorare. Una situazione simile se paragonata ai vecchi capitoli delle generazioni 8 e 16 bit vi sembrerà subito abbastanza deludente.

In risposta alla domanda d’inizio recensione, Blossom Tales: The Sleeping King è sicuramente ispirato a un grande classico del passato come The Legend of Zelda: A Link to the Past, ma come molti altri titoli che hanno cercato d’imitarlo alla fine non ci sono mai riusciti in modo concreto.

Attenzione però Blossom Tales: The Sleeping King non è una imitazione, le meccaniche di gameplay valide e funzionali, uno stile nei combattimenti diversificato e la possibilità di fare scelte durante la storia, donano una propria identità, per questo consiglio comunque Blossom Tales: The Sleeping King, sopratutto agli amanti del genere Action-RPG dei tempi che furono.

Aggiungo anche la mancanza dei dialoghi nella nostra lingua, quindi chi non mastica l’inglese potrebbe incorrere in non poche difficoltà.

Blossom Tales: The Sleeping King
Blossom Tales: The Sleeping King – Recensione
PRO
Ispirato chiaramente a The Legend of Zelda: A Link to the Past
Le meccaniche di gameplay funzionano alla perfezione
Un buon equilibrio tra azione e puzzle
CONTRO
Manca la magia di un The Legend of Zelda: A Link to the Past
Non localizzato in italiano
6.8