Bulb Boy

Bulb Boy – Recensione

Bulb Boy è, senza ombra di dubbio, uno di quei titoli che riesce a sconvolgere il giocatore prima, durante e dopo averlo provato. Devo ammettere che da quando ho visto il primissimo trailer di annuncio di questo stravagante punta e clicca, nato dalle menti di due amici programmatori che hanno unito le loro forze sotto il nome di Bulbware, la curiosità di provarlo è aumentata giorno dopo giorno. Molto probabilmente uno dei motivi principali è da imputare ai numerosi ritardi che Bulb Boy ha subito (dopo tutto “l’attesa del piacere è essa stessa il piacere” no?) e, nonostante per l’Europa siamo ancora in attesa di una data di uscita ufficiale (si vocifera il prossimo 13 luglio ma “se non vedo non ci credo“) il potere del region-free mi permette di parlarvene in anteprima grazie alla prova della versione uscita lo scorso 6 luglio sull’eShop Americano.

Stando alla definizione fornita dagli stessi sviluppatori, Bulb Boy si posiziona nel genere degli horror. Non stiamo parlando, però, di uno di quei titoli che punta tutto sulla tecnica “jump scare“, atta a spaventare quasi a random il giocatore con il pretesto di mantenere sempre attiva la sua concentrazione, ma bensì ad uno stile che vuole mantenere il livello di coinvolgimento costantemente a livelli massimi grazie ad un’atmosfera pensata appositamente per farci calare nella parte e provare le emozioni del protagonista.

Il personaggio che andremo a controllare durante l’avventura è proprio Bulb Boy, un ragazzino dotato di una testa luminescente che può essere all’occorrenza svitata ed utilizzata per illuminare l’ambiente circostante al fine di risolvere, stanza dopo stanza, semplici enigmi sfruttando gli oggetti trovati lungo il cammino. L’incipit della trama mostrerà il nostro eroe svegliarsi dal suo sonnellino pomeridiano scoprendo che la sua casa è stata posseduta da una forza malvagia, che ha trascinato la sua famiglia in una serie di incubi dai quali è suo compito far uscire per ripristinare la pace e tornare a guardare serenamente i suoi programmi televisivi preferiti.

Bulb Boy primo livello
Qui è dove tutto ha inizio. Basterebbe non toccare quel televisore per salvare l’armonia di un’intera famiglia.

Non appena prenderete finalmente il controllo della situazione, vi accorgerete che per questa versione di Bulb Boy non è stato pensato alcun sistema di controllo touch. Tale “scoperta” mi ha inizialmente spiazzato, in quanto già nella mia mente immaginavo un sistema punta e clicca che facesse del “tocco” il suo baluardo della user experience, complice anche il fatto che il titolo era già stato precedentemente sviluppato per dispositivi mobile dotati di sistema operativo iOS e Android. Fortunatamente, sono bastati pochi minuti in compagnia di “Mr lampadina” per rendermi conto che in fondo, vista la semplicità degli enigmi proposti dal gioco, tale decisione avrebbe sicuramente avuto la spiacevole conseguenza di far ricadere l’intero gameplay in sessioni all’insegna dei “click a caso sullo schermo”.

Lo schema di controllo è incredibilmente semplice da padroneggiare: il fulcro dell’esperienza ruota attorno all’analogico sinistro (a volte anche al destro ma non mi spingo oltre per evitarvi piccoli spoiler), grazie al quale possiamo far muovere liberamente il personaggio principale con un  grado di libertà a 360 gradi, ed all’utilizzo del solo tasto “A” per interagire con l’ambiente – a mani nude o attraverso gli oggetti trovati qua e là dopo averli selezionati mediante i tasti “L” o “R”. I puzzle ambientali che ci verranno presentati sono pensati per essere studiati e risolti “al volo”, mentre si cammina su e giù per gli stage in cerca di elementi con cui interagire, piuttosto che toccando a caso ogni singolo pixel dello schermo nella speranza che accada qualcosa di utile per proseguire. Forse è proprio dall’esperienza maturata dai feedback ottenuti dagli utenti che hanno giocato il titolo su smartphone che i ragazzi di Bulbware hanno ben pensato di prevedere solamente un sistema di controllo bastato su tasti fisici, con la conseguenza (apprezzata) di mantenere invariata l’esperienza di utilizzo in tutte le modalità previste da Nintendo Switch.

Bulb Boy Tacchino
Dicono che quando vedo un tacchino dovrei ringraziare qualcuno. Ma in questo momento ho davvero paura di proferire parola!

Gli enigmi proposti da Bulb Boy sono molto semplici e non richiedono mai l’esplorazione di più stanze per volta. In questo modo il backtracking è inesistente ed il giocatore non deve fare altro che godersi, schema dopo schema la narrazione che il titolo vuole farci vivere in prima persona nelle vesti del protagonista. Per la maggior parte del tempo giocheremo nei panni di Bulb Boy, ma niente ci vieta di garantirvi che ci saranno alcune gradite sorprese grazie alle quali dare una piccola svolta al gameplay.

L’atmosfera di gioco sarà sempre molto fitta e disturbata. Se le immagini mostrate in questa recensione possono già da sole rendere l’idea di come lo stile artistico adottato dagli sviluppatori riesca a garantire un livello di “disagio” costante, sappiate che anche il sottofondo musicale avrà la sua grossa responsabilità nel farvi calare completamente nella mente del ragazzo luminescente. Ad aggiungere quel pizzico di malinconia alla serie di emozioni che è possibile provare giocando a Bulb Boy, ci pensano alcuni livelli flashback, nei quali rivivremo momenti felici in famiglia – conclusi irrimediabilmente con una risata talmente intensa che ancora posso sentire il loro eco risuonare nella mia testa.

Bulb Boy Flashback
Uno dei tanti momenti felici destinato irrimediabilmente a terminare…

Parlando di longevità, forse andiamo a toccare l’unico elemento debole del gioco. Per arrivare fino a quello che ha tutte le carte in regola per essere definito un boss finale (con tanto di ulteriore variante nel gameplay che tende ad adottare più uno stile platform) non impiegherete più di 3 ore. Considerando, però, anche il prezzo proposto di soli €7.99 ritengo che sia tranquillamente possibile consigliare l’acquisto premiando la qualità dell’esperienza che si potrà vivere in questo stravagante titolo.

Il lavoro svolto da Bulbware non si ferma solo alla definizione di un’atmosferica di gioco capace di massimizzare l’esperienza utente, ma prosegue verso un lavoro certosino di caratterizzazione dei personaggi, che sono dotati di un livello di eccentricità quasi fuori controllo. Spesso vi ritroverete a compiere atti riprovevoli, come uccidere il mostro di turno, e la cosa più probabile che vi ritroverete a sentire è una risata tanto amorevole quanto raccapricciante. Dopotutto non c’è mai spazio ai dialoghi, e qualsiasi forma di comunicazione verbale si limiterà a gracili versi o semplici pittogrammi.

Bulb Boy Sconvolto
Questa immagine rappresenta un giocatore che ha appena terminato la sua avventura in compagnia di Bulb Boy!

Tirando le somme siamo di fronte ad un titolo gradevole che, seppure potrebbe non rimanere nei nostri ricordi come il punta e clicca migliore della nostra vita, ha tutte le carte in regola per offrire un’esperienza diversa dal solito e che con molta probabilità nessuno di noi aveva ad oggi avuto il piacere di vivere. I puzzle proposti sono ben congegnati e riescono a dare un significato aggiuntivo al genere dei videogame horror: titoli che ad oggi cercano sempre più spesso di spaventare il giocatore piuttosto che coinvolgerlo emotivamente. Insomma, un calderone di idee ben amalgamate che danno vita ad un prodotto fresco e che merita di essere giocato.

Bulb Boy
Bulb Boy – Recensione
MODUS OPERANDI: ho giocato a Bulb Boy grazie ad un codice download Americano gentilmente offerto da Bulbware. Ho portato a termine l'avventura nel giro di qualche sessione di gioco, provando spesso le sensazioni di angoscia che erano nelle intenzioni dei programmatori. Pur non esistendo alcun fattore di rigiocabilità, Bulb Boy ha seminato dentro di me il desiderio di ricominciare, prima o poi, l'avventura per perdermi nuovamente all'interno del suo stravagante mondo di gioco.
PRO
CONTRO
7.3