Miyamoto colpito da un emulatore su PSP

Si è vero, anche un genio come Miyamoto fù colpito da un emulatore creato per PSP.

Nel 2005, un pò tutto il mondo, parlava di PSP, la prima portatile di casa Sony annunciata in pompa magna con un marketing mirato a demolire l’allora re incontrastato delle console portatili, quel Nintendo DS ideato e prodotto dalla grande N e che stupì il mondo per la sua portatilità, il doppio schermo, il touch screen e tante altre feature. PSP puntò tutto sulla grafica. Aveva infatti una GPU di tutto rispetto e un grande schermo dove, oltre ai videogame, si potevano ammirare anche film e navigare su internet.

Ci fù però un episodio che diede un boost enorme alle vendite, il Jailbreak della console. Da sempre, pirateria e vendite delle console sono andate a braccetto. Se da una parte si perdevano introiti nella vendita dei videogames dall’altra la vendita delle console salivano alle stelle. E arrivavano anche i primi software ideati dalle varie comunità e con questi anche gli emulatori. Intere librerie del Nes, Gameboy, Sega Mega Drive, ecc. potevano seguirci ovunque volevamo. E di questo si stupì anche Miyamoto.

Il giornalista Chris Kohler, autore di molti articoli su Wired e famoso per libri che trattano il mondo videoludico come “Power Up: How Japanese Video Games Gave the World an Extra Life” ha raccontato, nell’ultima revisione del suo libro uscito da poco, proprio di un episodio avvenuto durante un E3. Il giornalista stava avendo un colloquio con Perrin Kaplan, vice presidente del marketing Nintendo, quando sicuro che le voci di un hacking della PSP non erano trapelate completamente, volle far vedere alla donna la sua PSP hackerata mostrandole un’emulatore Gameboy, che aveva ricevuto tramite posta da poco, che girava alla perfezione. La donna subito portò il giornalista da Miyamoto che rimase stupito di tutto ciò e la volle provare con mano giocando a Super Mario Land. Poi mostrò la console ai designer dell’hardware Nintendo

Sembra quindi che Nintendo era molto curiosa e affascinata dall’emulazione del suo software su altro ambiente anche se poi ha seguito una strada molto dura per quanto riguarda homebrew e hacking rendendo i suoi sistemi sempre più difficili da “bucare”. E’ vero anche come, forse, da quell’episodio siano nate molte idee per virtual console e per la creazione del Nes Mini.