The Lion's Song

The Lion’s Song – Recensione

Voglio cominciare con una specificazione: c’è differenza fra i cosiddetti giochi narrativi e le storie giocabili. Secondo l’accademica Marie Laure Ryan, un gioco narrativo è quel gioco che utilizza la narrativa per motivare le azioni del giocatore e per attiarlo ancora di più nel mondo di gioco. Le storie giocabili, invece, sono quei giochi che mettono l’accento sulla storia che diventa l’elemento centrale dell’esperienza ludica. The Lion’s Song è esattamente quest’ultima: una storia giocabile suddivisa in quattro episodi. Voglio cominciare facendo questa differenziazione perché è importante mettere subito in chiaro una cosa: the Lion’s Song vuole raccontare una storia, una storia forte, intensa, drammatica, che trascina il giocatore in un turbinio di emozioni che è difficile lasciare andare senza averci riflettuto su. Al tempo stesso, la dolcezza e la delicatezza che percorrono tutti gli episodi rende i temi trattati da queso gioco facilmente digeribili, lasciandone però intatta la complessità. Questi sono solo alcuni degli aspetti che rendono the Lion’s Song un gioco che tutti dovrebbero provare almeno una volta.

the lion's song

Come già detto, the Lion’s Song è suddiviso in quattro episodi, ognuno dei quali autoconclusivo e solo leggermente collegato agli altri – a parte nel finale, dove tutti i nodi vengono al pettine. I primi tre seguono le vicende di tre personggi, mentre l’ultimo funge da cornice, dove altri tre personaggi secondari raccontano di quando incontrarono i vari protagonisti. Tutte le storie sono ambienate a Vienna tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900. L’impressione di trovarsi in una epoca ‘precedente al bianco e nero’ (metaforicamente parlando) è restituita dalla palette cromatica e dal comparto artistico, che con piccolissimi quanto efficaci espedienti, riescono a ricreare l’impressione di vivere nel ventennio che ha preceduto la Grande Guerra. Insieme al comparto artistico, la colonna sonora tocca le corde più profonde del cuore, con pezzi orchestrali nostalgici e malinconici che con una tristezza velata ci riportano in tempi che non sono più.

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Il tema ricorrente che unisce le vicende dei singoli episodi è l’esplorazione del processo di creazione artistica. Nei primi tre episodi, ogni protagonista combatte la sua personale lotta per portare a termine la propria opera magna. Abbiamo così nel primo episodio la compositrice che si ritira in una casa in montagna per trovare l’ispirazione per completare una pièce musicale, oppure il giovane pittore rampante il quale sente che ai suoi dipinti manca qualcosa, solo non sa cosa. Il viaggio introspettivo che queste persone compiono è incredibilmente personale e porta il giocatore nella mente di un artista mentre crea il suo lavoro. Il primo episodio racconta delle paure e delle difficoltà di questa giovane musicista con una raffinatezza e delicatezza da far scaldare il cuore. Semplicemente incantevole il finale di questo episodio, dove il testo sullo schermo scorre accompagnato dalle note di una canzone mentre la musicista suona sul palco del teatro.

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Nel secondo episodio, quello che parla dell’artista, il processo creativo è affronato da un’altra prospettiva. Questa volta il protagonista non ha nessuna difficoltà ad ‘attivarlo’, ma è cosciente del fatto che è ben lungi dall’essere perfetto. Questa sua sensazione si scontra con il mondo di velluto nel quale vive, fatto di serate tra aristocratici, banchieri e generali dell’esercito: nessuno di loro critica l’artista, la frustrazione del quale non fa altro che crescere. Arriviamo quindi al terzo episodio, quello che personalmente ritengo il migliore. La protagonista di questo episodio è una donna che, nella Vienna di inizio 1900, vuole essere una matematica. Lei è l’unica che è sulla strada giusta per trovare la teoria sugli ‘stati del cambiament0’. Tuttavia, in quanto donna, è esclusa dal circolo degli esperti perché le donne non erano ritenute intelligenti abbastanza per comprendere la matematica. Con una violenza e ferocia disarmante, il tema dell’emancipazione femminile irrompe sulla scena: il processo di creazione artistica questa volta si scontra con una società che leva alle donne il diritto di esprimersi, relegandole così di fatto ad una non-esistenza. La soluzione è tanto semplice quanto significativa: così come lei studia i diversi stati del cambiamento, allo stesso modo decide di cambiare il suo aspetto, di cambiare stato, e di vestirsi da uomo così da acquistare quella voce che prima non aveva.

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L’ultimo episodio, dall’espressivo titolo ‘Chiusura’, vuole tirare le fila e dare un finale univoco a queste vicende così lontane le une dalle altre. Ambientato a bordo di un treno, facciamo la conoscenza di tre personaggi secondari (più uno che pone le domande) i quali sono entrati in contatto con i protagonisti degli episodi. In questo modo, ci viene fornita qualche informazione aggiuntiva sul destino dei personaggi principali, anche se inizialmente una chiusura vera e propria sembra non arrivare. Fino all’arrivo del colpo di scena finale, semplicemente da brividi e che appesantisce il cuore irrimediabilmente. Pochi sono i giochi in grado di regalare emozioni così forti. The Lion’s Song, per quello che fa, è unico nel suo genere.

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Prima di arrivare al commento finale, è giusto però evidenziare i seppur minori difetti di questo gioco. Essendo una storia giocabile, uno si aspetta di trovarsi davanti ad una narrativa interattiva che possa offrire una relativamente grande libertà di scelta al giocatore sul come gli eventi si dispiegheranno. Tuttavia, l’interattivà è molto bassa: gli eventi principali non cambiano, ma soprattutto non c’è una vera e propria continuità fra le scelte che prendiamo fra i vari episodi. Le cose che si possono influenzare sono solo avvenimenti minori che alla fine non hanno effetto sull’andamento della narrazione. Se questo fatto all’inizio può far storcere il naso, già dopo i primi cinque minuti di gioco, diventa del tutto irrilevante.

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Questo perchè the Lion’s Song è un titolo ambizioso, complesso, ma non dal punto di vista del gameplay, quanto dal punto di vista dei temi trattati. Raramente nei videogiochi certi argomenti vengono affrontati, e questo gioco lo fa con una dolcezza e delicatezza incredibile. Tutto questo è anche derivato dalla scrittura che è di altissimo livello, sfiorando picchi poetici a volte commoventi. In aggiunta, la colonna sonora e il comparto artistico fanno di tutto per coinvolgere emotivamente il giocatore e fare da supporto alla narrazione, riuscendoci magistralmente. La grafica può inizialmente sembrare blanda, ma è nei momenti più intensi che ci vengono proposte le visuali più audaci e drammatiche. È un gioco che vuole essere come uno dei grandi romanzi dell’800. Le vicende, gli eventi, i temi trattati sono fatti con una tale raffinatezza che The Lion’s Song non impone, non forza un’interpretazione specifica ai giocatori. Al contrario, fa in modo che siano loro a dare un loro signifcato alla loro esperienza personale.

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Ogni episodio è della durata di un’ora circa. Inoltre, ogni volta che ne avremo completato uno, ci vengono mostrare le percentuali delle decisioni prese dagli altri giocatori. Il gioco è disponibile sul Nintendo eShop al prezzo di 9.99. A questo punto, non vi resta che mettervi comodi con una tazza di tè: l’epopea di The Lion’s Song aspetta di essere vissuta. 

The Lion's Song
The Lion’s Song – Recensione
PRO
Comparto artistico e grafico bellissimi
Colonna sonora da brividi
La storia raccontata è incredibile
CONTRO
La narrativa non presenta un alto livello di interattività
9
The Lion's Song è un capolavoro