Yesterday Origins

Yesterday Origins – Recensione

Dopo aver partecipato attivamente per rendere possibile la pubblicazione della trilogia di Syberia anche su Nintendo Switch, con i primi due episodi già rilasciati sull’ibrida Nintendo ed il terzo capitolo in dirittura d’arrivo, Microids torna in veste di publisher permettendoci di tuffarci nelle vicende di Yesterday Origins, l’ultima avventura punta e clicca realizzata dai ragazzi di Pendulo Studios. Per chi non la conoscesse ancora, la software house spagnola può essere considerata una veterana in campo di avventure grafiche poiché nel curriculum vanta produzioni del calibro di Hollywood Monsters (1997) e la trilogia di Runaway (2001-2006-2009) della quale spero con tutto il cuore che abbiate sentito parlare almeno una volta nella vostra vita da videogiocatore. Se siete tra i fortunati che in passato hanno messo le mani su questi splendidi titoli, ricorderete dei giochi colorati e con una trama ricca di humor, caratteristiche che in questo Yesterday Origins lasciano spazio a temi decisamente più maturi ed ambientazioni dark permeate di mistero.

Yesterday Origins, già pubblicato nel 2016 su PC e console, rappresenta un vero e proprio prequel diretto di un altro titolo degli stessi sviluppatori, New York Crimes, nel quale abbiamo potuto fare la conoscenza di John Yesterday, misterioso detective dell’occulto alle prese con orribili delitti in una New York sotterranea in preda al caos. In quell’occasione, il passato del protagonista fu furbescamente poco approfondito, ed è proprio con questo secondo episodio che gli sviluppatori hanno voluto calare il sipario sulle origini di John, con una storia ricca di colpi di scena e di rivelazioni tutt’altro che prevedibili.

Yesterday Origins
Ciao John, il piacere è tutto mio!

Ora non so voi, ma io quando mi dicono che una storia nasce con l’intenzione di scavare nel passato di un personaggio già noto, tutto mi aspetto tranne di scoprire che questo ha in realtà oltre 500 anni e che nel lontano 1500 fu sottoposto ad un’operazione di trasmutazione alchemica grazie alla quale è in grado di ritornare istantaneamente in vita in seguito ad ogni morte. John Yesterday, avete capito bene, è immortale ed ogni volta che perde la vita resuscita ripristinando le sue condizioni fisiche a quelle che aveva nell’istante della sua prima morte. Purtroppo però non è tutto bello come sembra, in quanto colui che si occupò di trasmutare il corpo di John decise, per motivi che non vi racconterò per evitare spoiler sulla trama, di non inserire il mercurio nella ricetta della pozione necessaria a completare il rituale. A causa della mancanza di tale ingrediente, la memoria del povero protagonista viene azzerata ad ogni resurrezione, obbligandolo a ricominciare ogni volta una nuova vita priva di ricordi sul suo passato. Ed è proprio attorno a questa consapevolezza che si articola la trama di Yesterday Origins, fatta di continui flashback e salti spazio temporali che ci accompagneranno durante la ricerca della verità sulle origini di John, aiutato dalla sua inseparabile compagna Pauline.

Yesterday Origins
Vi avevo avvertiti che i temi di Yesterday Origins sono maturi, no?

Come abbiamo già detto, il gioco di fondo altro non è che un’avventura punta e clicca durante la quale saremo in grado di impersonare sia John che Pauline – anche contemporaneamente durante alcune specifiche sezioni – con l’obiettivo di risolvere una serie di enigmi ben congegnati e sempre coerenti con quello che è l’avanzamento narrativo dell’opera di Pendulo Studios. Al giocatore viene data la possibilità di muovere il personaggio attivo all’interno di diverse ambientazioni prerenderizzate, contenenti numerosi punti di interesse da esplorare alla ricerca di indizi ed oggetti chiavi da riporre nel proprio inventario ed utilizzare successivamente, magari in combinazione con altri elementi. Il tutto avviene sotto gli occhi vigili di una telecamera fissa, che lascia spazio ad utilissime finestre popup in stile fumetto grazie alle quali zoomare ed esplorare più a fondo alcune aree degli stage che risultano particolarmente significative ed indispensabili per il nostro avanzamento.

La versione per Nintendo Switch da noi testata, così come quelle per le altre console, non supporta in alcun modo l’utilizzo del touch screen. Un’occasione davvero sprecata e che avrebbe sicuramente migliorato il sistema di esplorazione del gioco, che in più di un’occasione risulta essere legnoso causando qualche piccola difficoltà nella selezione delle aree di interesse, che tendono ad apparire e sparire a seconda della direzione in cui guarda il nostro personaggio obbligandoci ad aggiustare continuamente il tiro mediante l’utilizzo dell’analogico sinistro.

Yesterday Origins
Per una persona immortale alla fine non è poi così difficile accumulare così tanti oggetti d’arte!

Oltre ad interagire con l’ambiente circostante, i nostri protagonisti potranno anche dialogare con altri personaggi grazie ai quali ottenere nuove informazioni necessarie a risolvere gli indovinelli messi a punto dagli sviluppatori. Grazie a questa possibilità, gli enigmi risultano sempre ben contestualizzati e, soprattutto, non sarà mai necessario arrendersi al classico trial and error per poter essere portati a termine (“usa cracker su specchio” [cit]). Mi spiego meglio: l’inventario offerto dal sistema di gioco di Yesterday Origins è composto da due alloggiamenti ben distinti all’interno dei quali è possibile avere accesso agli oggetti raccolti su uno ed agli indizi sull’altro. Spesso e volentieri per compiere determinate azioni non sarà sufficiente combinare tra loro gli oggetti necessari, ma sarà fondamentale anche chiamare in causa alcuni processi logici (ricavati appunto dagli indizi scoperti dai dialoghi). In questo modo, qualora il giocatore avesse risolto un enigma “a fortuna” può almeno godere di una spiegazione logica grazie alla quale comprenderne il significato e proseguire senza il senso di incompletezza tipico di queste situazioni.

C’è da aggiungere, comunque, che il livello di difficoltà del gioco non è mai tale da rendere impossibile la risoluzione di un enigma senza dover ricorrere ad espedienti come quello precedentemente descritto. Una volta presa confidenza con le possibilità offerte dai due inventari, sarà infatti molto più facile metabolizzarne la gestione e procedere sempre più spontaneamente. In questo aiutano senza alcun dubbio le varie aree di gioco, che non sono mai troppo vaste o dispersive e che permettono di mantenere più compatto l’avanzamento. Questo risultato è sicuramente stato reso più naturale dalla struttura stessa del comparto narrativo, fatto da continui salti temporali all’interno dei quali è possibile rivivere brevi capitoli appartenenti alle vite passate di John.

Yesterday Origins
In alcune occasioni è difficile assistere agli eventi da angolazioni davvero insolite!

A livello puramente artistico, Yesterday Origins tende ad oscillare tra ambientazioni ottimamente caratterizzate ed altre che ci hanno convinto decisamente meno. Nonostante il comparto grafico risulti sempre molto pulito, questo si scontra spesso con lievi cadute di stile in corrispondenza di alcuni zoom sui fondali che ci mostrano elementi fin troppo sgranati che stonano con il resto della scena circostante. In queste occasioni si palesa una mancanza di cura da parte degli sviluppatori, che hanno probabilmente preferito applicare determinati filtri piuttosto che ridisegnare a definizioni più alte tali porzioni di schermo. Ci tengo a precisare che tali situazioni non si sono verificate solo durante le prove in modalità docked ma anche nelle sessioni in portatile permesse dalla natura ibrida di Nintendo Switch. Anche i personaggi, che possono muoversi liberamente lungo i fondali prerenderizzati, a volte “godono” di animazioni fin troppo forzate e che non permettono ai vari livelli in gioco di fondersi in un tutt’uno più omogeneo.

Dove, invece, l’ultima produzione di Pendulo Studios ci ha colpito maggiormente è proprio sul sonoro. Ciascun’area risulta ben rappresentata dai vari accompagnamenti musicali, che danno il meglio di sé durante i ricordi che ci faranno viaggiare indietro nel tempo in epoca rinascimentale. Non solo, anche il doppiaggio inglese – accompagnato da traduzioni italiane di ottima fattura –  assume un ruolo cardine nel riuscire a calare il giocatore nella parte rendendolo di fatto il vero protagonista dell’avventura.

Ultimo aggiornamento: 2023-12-05 at 21:10

Se per i piccoli difetti descritti fino a questo momento è tranquillamente possibile chiudere un occhio, dove è davvero difficile consigliare a scatola chiusa il gioco è nel rapporto longevità/prezzo. A seconda della tipologia di giocatore, sarà possibile giungere ai titoli di coda in un tempo che oscilla tra le 8 e le 10 ore, a fronte di una spesa non propriamente economica di €29,99. Sebbene non stiamo parlando di una cifra folle, questa deve scontrarsi con un prodotto che è uscito in ritardo di 2 anni rispetto alla sua prima release e, ancor peggio, con un porting probabilmente frettoloso che non ha osato aggiungere nulla di nuovo. Peccato davvero, perché le potenzialità di Nintendo Switch e la competenza in materia di entrambe le software house in gioco avrebbero permesso di sfornare un titolo capace di attirare gran parte dell’utenza dell’ibrida Nintendo, al quale comunque consiglio caldamente di valutare l’acquisto del gioco al primo sconto.

Yesterday Origins
Yesterday Origins – Recensione
PRO
Storia coinvolgente
Interessante gestione degli enigmi
Livello di difficoltà ben calibrato
CONTRO
A volte è macchinoso selezionare le aree di interesse
Mancanza supporto touch
Alcuni aspetti della trama sono fumosi
6.7