Immortal Redneck

Immortal Redneck – Recensione

La prima caratteristica necessaria per costruire un videogioco che faccia parlare di sè, è quella di proporre un personaggio principale che sia ben caratterizzato e capace di dare personalità all’intera produzione. Ci riuscirono tantissimi anni fa i ragazzi di Croteam dando vita a quella perla trash (perché di questo si tratta) di Serious Sam e fondando un nuovo genere che sarebbe da lì in avanti stato preso come metro di confronto per tutti gli sparatutto in prima persona che fanno di un immenso e tamarrissimo arsenale il loro punto di forza. Anche Immortal Redneck non fa eccezione a questa regola e, anzi, sembra proprio volere in tutti i modi essere associato a questo intramontabile classico delle softeche di noi che siamo nati a pane e lanciarazzi. La storia che ci raccontano i ragazzi di CremaGames sembra essere stata inserita di forza nel quadro generale di gioco proprio per offrire ai giocatori un’impalcatura ludica tanto tamarra quanto grezza; non a caso i redneck, categoria nella quale rientra sicuramente il nostro protagonista, sono i classici contadini che popolano gli Stati Uniti meridionali. Lo stereotipo vuole che i redneck siano rozzi, volgari e ignoranti, e che abbiano sempre a portata di mano un fucile da caccia con cui allontanare gli “invasori” delle loro tenute. Ora prendete una persona di tale “ceppo sociale”, mettetela alla guida di uno sgangherato fuoristrada, e sparatelo in mezzo al deserto Egizio a caccia di dolci coniglietti. Il risultato è presto servito: il povero “collorosso” finisce dritto dentro il primo burrone passando a miglior vita e risvegliandosi… mummificato. Benvenuti nel mondo senza fine di Immortal Redneck!

Immortal Redneck
Qualcuno sta per passare a miglior vita…

Sempre il solito roguelike?

Immortal Redneck rientra nel genere degli sparatutto in prima persona, ma si presenta nelle nostre console “arricchito” da una predominante componente roguelite che – nel bene e nel male – è stata pensata per differenziarlo dalla grande mole di produzioni analoghe che popolano gli store digitali di tutte le piattaforme dell’attuale generazione. Il roguelite è una variante più umana del conosciutissimo roguelike, termine che ho imparato ad amare/odiare da quando possiedo il mio fiammante Nintendo Switch, che permette ai nostri progressi di venire in parte recuperati ogni qualvolta che incappiamo nel gameover. Il sistema di controllo del nostro personaggio è quello dei classici FPS, potenziato in questa versione per Nintendo Switch dalla possibilità di aggiustare la mira attraverso l’utilizzo dei sensori di movimento della console e del comodissimo pro controller. Tale feature aggiuntiva si rivela estremamente comoda in quanto il ritmo di gioco è spesso frenetico e richiede molta precisione sia nell’affrontare i nostri nemici sia nel progettare la nostra esplorazione all’interno delle enormi aree di gioco che dovremo di volta in volta ripulire dalle ondate di nemici sempre pronti a farci ritornare nel nostro sarcofago. Peccato solo per la completa mancanza di un tasto dedicato alla calibrazione del puntatore, necessaria a seguito di quelle occasioni frenetiche che ci vedono dimenare il controller nel cielo nel tentativo di sconfiggere l’ennesimo nemico che sta mettendo a repentaglio la nostra salute.

Il nostro obiettivo principale sarà quello di scalare, una alla volta, tre altissime piramidi con l’obiettivo di sconfiggere i potenti boss che dimorano al loro interno. Così facendo saremo in grado di fare una buona impressione sugli dei, con la speranza di poter tornare in vita e riprendere la nostra quotidianità da buon uomo campagna. Come da tradizione roguelike, la struttura interna di ciascun edificio piramidale viene generata casualmente ad ogni run; Tale componente randomica si applica, però, solamente alle mappe interne delle piramidi, le quali sono costituite da stanze preconfezionate. In questo modo, gli sviluppatori sono riusciti ad offrire al giocatore mappe dal design studiato a tavolino e capaci di non essere mai completamente sbilanciate, favorendo il senso di confidenza del quale in giocatore può giovare ogni volta che deve riaffrontare da capo la propria scalata.

Immortal Redneck
Tra i tanti nemici che potremo affrontare vi sono anche, ehm, dei polli!

Immortal de che?

Così come recita uno dei tanti suggerimenti mostrati durante le varie schermate di caricamento, in Immortal Redneck non dobbiamo mai aver paura di morire. Ad ogni nuovo tentativo, infatti, potremo investire il denaro guadagnato in precedenza per potenziare il nostro protagonista e renderlo – di volta in volta – sempre più temibile. A questo scopo, ci verrà dato accesso ad un ampio albero delle abilità attraverso il quale è possibile personalizzare la propria esperienza andando a ritoccare quegli aspetti del personaggio che ci rendono maggiormente vulnerabili. A seconda del proprio stile di gioco, ognuno potrà decidere su quali skill (attacco, difesa, salute) puntare il denaro faticosamente guadagnato, aumentando così le proprie probabilità di successo.

Lo skill-tree ci permetterà, tra le tante cose, anche di sbloccare nuove classi per il nostro personaggio, per un totale di nove. Liberando una delle otto divinità presenti in Immortal Redneck, infatti, saremo in grado di affrontare il gioco anche nei loro panni – espandendo così il nostro armamentario. Ciascuna classe godrà di statistiche differenziate, abilità ed armi diverse e voci specifiche nell’albero delle skill; sbloccarle tutte non significherà solamente progredire nell’avventura ma anche perfezionare sempre più il nostro approccio al gioco.

I propri risparmi monetari, inoltre, potranno essere sfruttati per acquistare alcune pergamene presso un losco mercante che ci aiuterà nella scalata di ciascuna piramide. Tra i papiri più utili che ho avuto il piacere di far miei posso sicuramente citare quelli che permettono di riprendere la propria scalata appena dopo i combattimenti con i mid-boss o addirittura di poter esplorare nuovamente la mappa complice del nostro ultimo fallimento senza che questa venga generata casualmente.

Piccolo suggerimento: ogni volta che decideremo di avventurarci all’interno di una piramide tutto l’oro in nostro possesso verrà offerto agli dei; cerchiamo di spenderne il più possibile in modo da lasciarli a bocca asciutta!

Immortal Redneck
L’albero delle abilità permette di personalizzare l’esperienza e renderci, run dopo run, sempre più temibili

Un redneck senza occhi e senza orecchie!

Graficamente, Immortal Redneck non vuole certo far gridare al miracolo. Nonostante le varie ambientazioni siano molto semplificate nel design, lo stile grafico adottato permette di avere quasi sempre una visione chiara di ciò che ci circonda. In questo modo, ogni game over può essere imputato solamente ad un errore del giocatore e non ad una cattiva leggibilità degli stage. Molte volte, addirittura, ci verrà offerta la possibilità di conoscere la posizione dei nemici anche se questi si trovano dietro ad ostacoli come pareti e vegetazione. Tutto questo non significa certamente che scalare le tre piramidi presenti nel gioco sarà una passeggiata, anzi! Immortal Redneck è un gioco estremamente punitivo e nel quale molto spesso le nostre probabilità di vittoria sono influenzate anche dai vari oggetti che verranno rilasciati dai nemici. Alcuni di questi potranno avere su di noi sia effetti positivi, quali immunità a determinate sostanze, sia negativi, come per esempio l’impossibilità di saltare; sarà nostra cura decidere se, a seconda della situazione, sarà il caso di raccogliere o meno ciò che il sistema di generazione casuale ci offrirà lungo il cammino.

Per quanto riguarda il comparto sonoro, invece, quello che viene offerto è una colonna sonora piuttosto spenta e che tende spesso a lasciare dei momenti di vuoto durante le varie sessioni di gioco. Ci sono situazioni nelle quali è addirittura più divertente concentrarsi sugli effetti sonori, comprese le varie zozzerie pronunciate dal protagonista, piuttosto che sulla musica di sottofondo; non proprio il massimo quando si necessita di un qualcosa di stimolante e che ci aiuti a mantenere alto il ritmo di gioco.

Immortal Redneck
Il mercante a quest’ora si starà facendo un sonnellino, forse è meglio non disturbarlo…

Per concludere, posso certamente consigliare Immortal Redneck a tutti coloro che in un titolo non cercano una storia ma solamente una valvola di sfogo dopo una dura giornata di lavoro. Grazie al sistema di gioco, che ci permetterà di vedere – morte dopo morte – il nostro personaggio sempre più temibile, sarà possibile passare decine se non centinaia di ore ad ammazzare orde di nemici assetati di sangue. La ripetitività è smorzata da una quantità davvero notevole di nemici (molti dei quali ispirati alle famose piaghe d’Egitto), armi e potenziamenti di ogni tipo, garantendoci ad ogni nuovo tentativo un nuova esperienza di gioco. Ovviamente non aspettatevi l’erede spirituale di Serious Sam; per quello basterà attendere l’E3 di quest’anno e sperare che gli sviluppatori abbiano in piano anche una versione dedicata al nostro amato Nintendo Switch. Se nel frattempo volete dare un’opportunità ad Immortal Redneck lo potete trovare fin da ora sull’eShop al prezzo di €19,99.

Immortal Redneck
Immortal Redneck – Recensione
PRO
Progressione del personaggio
Buon level design delle singole stanze
Sistema di puntamento mediante giroscopio...
CONTRO
Ripetitività del sottofondo sonoro
Eccessivamente punitivo
... mancanza di un tasto dedicato alla calibrazione
6.6
IMMORAL REDNECK