Typoman

Typoman: Revised – Recensione

Typoman non dovrebbe essere una novità per gli appassionati di “Nindie”. Presentato in pompa magna durante il programma Nindie@Home, che vide una serie di interessanti progetti indipendenti godere di una demo giocabile su WiiU mesi e mesi prima del loro debutto, il titolo di Brainseed Factory riuscì a distinguersi da produzioni del calibro di Soul Axiom, Runbow, e Forma.8 grazie all’introduzione di meccaniche basate interamente sulla manipolazione delle parole. Dopo il suo lancio in esclusiva temporanea su WiiU, gli sviluppatori decisero di limare il gameplay del gioco in vista di un lancio su più piattaforme, dando vita a Typoman: Revised… versione che oggi ritroviamo su Nintendo Switch, pubblicata da Wales Interactive alla cifra di €12,99.

In Typoman vestiremo i panni di un personaggio sconosciuto che dovrà non solo avanzare nel mondo di gioco superando i vari enigmi che si ritroverà di fronte ma dovrà anche sconfiggere il cattivo di turno. Il nostro protagonista, curiosamente formato dalle parole HERO, sarà accompagnato da un personaggio tanto elegante, quanto misterioso: MUSE.

In questo mondo le parole sono fondamentali: non solo costruiscono la scenografia del gioco e tutto ciò che lo circonda ma anche i personaggi stessi: il protagonista è composto dalle parole HERO, nelle ali di MUSE compare il suddetto nome ed alcuni nemici appaiono quando vengono create parole negative come HATE (odio) e FEAR (paura) e riescono a trasmettere le stesse sensazioni del significato della parola stessa.

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Typoman è uno di quei giochi che prende vita in seguito ad una semplice ma sorprendente idea: la manipolazione delle parole. Se avete provato la demo a suo tempo o se vi siete informati in rete con qualche bel video esplicativo conoscete già bene l’ambizione degli sviluppatori. Typoman è un titolo che punta ad essere etichettato come “videogame di spessore” grazie ad un mondo di gioco che si piega al volere delle parole. Gli stessi enigmi ambientali che andremo ad affrontare si baseranno solo ed esclusivamente sul significato delle lettere che cercheremo di comporre nel tentativo di proseguire verso il nostro destino.

Il gameplay può essere suddiviso in due fasi ben distinte: manipolazione del mondo di gioco e platforming nel senso classico del termine. E’ così che viene dato il via ad una serie di enigmi ambientali bastati interamente sulla comprensione e manipolazione delle parole (inglesi ovviamente). Per non rovinarvi alcuna sorpresa vi farò un esempio preso dalla demo (WiiU) del gioco:

Il nostro caro HERO si ritrova a passeggiare pacifico quando nota nel cielo quattro lettere misteriose che insieme vanno a formare la parola RAIN (pioggia) e dalle quali fuoriesce una quantità di acqua tale da formare una pozzanghera capace di sbarrare il nostro cammino. Armati di tanta pazienza e tanto coraggio, notiamo che una lettera “D” se ne sta sola soletta appesa in un angolo; facciamo due conti, un bel balzo e grazie al risultato della concatenzazione alfabetica otteniamo DRAIN (fogna) e tutta l’acqua magicamente viene assorbita dal terreno finalmente calpestabile.

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L’idea, sicuramente interessante, ci pone di fronte ad un interrogativo per niente irrilevante: “come si saranno comportati gli sviluppatori per aggirare l’evidente problema di gestione della localizzazione del titolo?”. E’ chiaro che dal momento in cui i testi non sono più semplice “cornice” dell’esperienza ma diventano parte fondamentale delle dinamiche di gioco, questi non possono essere adattati solamente grazie al lavoro di abili traduttori in quanto tale operazione andrebbe da un lato a snaturare i messaggi che si vogliono far cogliere al giocatore e dall’altro a rendere impossibile il lavoro degli sviluppatori.

La soluzione dei ragazzi di Brainseed Factory è, a mio parere, la migliore che si potesse immaginare per un titolo del genere: un sistema di aiuti che, se richiamato, fa comparire sullo schermo secondario delle frasi che all’apparenza sembrano generiche ma che contengono al loro interno la parola chiave necessaria a risolvere l’enigma di turno. Ovviamente il giocatore è libero di non utilizzate tale sistema che, a nostro parere, risulta utile anche se si conosce bene la lingua in quanto non sempre la soluzione richiesta risulta ovvia o intuitiva.

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Come specificato in anteprima, questa versione di Typoman è basata interamente sul porting diretto di quanto pubblicato successivamente su PS4, Xbox One e Steam. Per questo, è possibile godere di alcuni contenuti aggiuntivi, come i due nuovi minigiochi “Antonymizer” e “Word Hunter”, l’introduzione di collezionabili, nuovi puzzle ambientali. Inoltre, il titolo ha goduto di un lieve restyling sia a livello grafico  che a livello di bilanciamento di boss fight ed enigmi. A fronte di tutti questi nuovi contenuti, però, la versione originale di Typoman ha dovuto sacrificare la presenza del supporto al touch screen, grazie al quale era possibile rendere l’operazione di “shuffling” delle lettere più confortevole. Un vero peccato, visto che tale feature sarebbe tornata davvero utile in modalità portatile!Typoman

A livello grafico siamo in una situazione positiva: lo scenario, che può essere per esempio una grotta o una fabbrica, è contornato dalle stesse parole che diventano anche figure importanti. Dove vediamo “ELEVATOR” troviamo un ascensore, dove vediamo delle “A” alla fine di un dirupo le possiamo interpretare come delle spine e così via. A livello sonoro, invece, siamo in una situazione di atmosfera. La musica, infatti, non ha un ruolo importante e serve solo per da contorno per il momento. Crediamo che, per sottintendere questa situazione, possiamo dire: “Val più una parola che 100 musiche”.

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Sfortunatamente, però, abbiamo riscontrato parecchi difetti: primi tra tutti una durata totale bassa e limitata (in 4 ore è possibile finire il gioco senza problemi) e meccaniche che risultano col tempo ripetitive. L’idea di base infatti, seppure ottima, viene utilizzata allo sfinimento in ogni stage e alla lunga tende a perdere quel fascino che avrebbe potuto avere se, ad esempio, fossero stati aggiunti progressivamente nuovi elementi di gioco. Le fasi platform sono ridotte all’osso e non riescono quasi mai ad aggiungere ritmo al titolo che già di suo dispone di un ambientazione lenta e pacifica. Le stesse parole vengono sfruttate più volte per risolvere enigmi diversi e tendono a far perdere ben presto l’interesse nel proseguire all’avventura. Si potrebbe dire che tutti gli elementi migliori sono stati inseriti nella demo e, per questo, il gioco intero non offre niente di nuovo a chi ha deciso di supportare il progetto investendo il proprio denaro.

Inoltre, abbiamo riscontrato la presenza di tempi di caricamento davvero lunghi (si parla di durate paragonabili alla decina di minuti) e di alcuni bug capaci di bloccare il gioco, obbligandoci a riavviare la nostra partita per poter proseguire.

Le nostre conclusioni, ahimè, non possono consigliarvi a pieni voti il gioco (come invece avremmo pensato provando il gioco la prima volta). La qualità generale del titolo si fa sentire e per questo non possiamo nemmeno bocciarlo. Quello che sicuramente va fatto notare è il dispiacere di avere avuto per le mani un gioco dall’ottimo potenziale e dalle incredibili premesse. Ci viene quasi da dire che il povero HERO sia stato inserito in un genere all’interno del quale non si sentiva a suo agio: forse uno stile metroidvania avrebbe, per la prima volta, fatto la differenza. Se volete comunque prendere il gioco vi consigliamo di acquistarlo entro l’8 marzo 2018, sfruttando lo sconto del 20% applicato per celebrarne il lancio.

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Typoman: Revised – Recensione
PRO
Ottimo sistema di aiuti che compensa la forzatura della lingua inglese
Idea di fondo interessante
Buon level design dei personaggi
CONTRO
Nessuna introduzione progressiva di nuovi elementi
Longevità limitata
Caricamenti spesso lunghi
Mancanza supporto touch screen
6.2
Una parola vale più di mille silenzi