Furi

Furi – Recensione

Eccoci nuovamente a parlare di Furi. La parola “nuovamente” non è buttata li a caso, dato che, in veste di videogiocatore, posso affermare di possedere il titolo da oltre un anno nella mia personale libreria di Steam. All’epoca mi feci abbindolare dalle generosissime recensioni per poi scoprire a mie spese un titolo abbastanza differente da quanto descritto e di conseguenza da me immaginato. Il tempo però è passato e con esso si spera sempre che qualcosa sia cambiato nel frattempo, presumibilmente in meglio, eccomi quindi a parlarvi della “nuovissima” versione Nintendo Switch di Furi, disponibile sull’eShop dell’11 gennaio.

Furi
Serio e tenebroso ma anche ingenuo. Dare fiducia ad un tizio con la maschera da coniglio non è una mossa saggia.

Iniziamo subito con il parlare del nostro alter ego all’interno di Furi, una sorta di samurai futuristico, un essere dal potere talmente sconfinato da risultare un pericolo per l’intero universo. La nostra attuale dimora è una prigione creata su misura per noi, composta da una serie di piccoli satelliti, a loro volta sorvegliati da dieci potentissimi guardiani.

La struttura di gioco di Furi è abbastanza univoca, con la fusione tra un hack & slash, una buona componente bullet hell e una spruzzatina di picchiaduro vecchio stile. No, non il picchiaduro a scorrimento ormai quasi estinto, ma il più classico picchiaduro uno contro uno! Ovviamente detto cosi è difficile immaginare con chiarezza la tipologia di gioco, ma se vi dicessi che in Furi ci sono solo boss fight? Si, proprio i dieci potentissimi guardiani appena citati. Meglio procedere per gradi…

Il gioco inizia con un misterioso uomo dal volto coperto con una maschera rappresentante una testa di coniglio, un’immagine che abbandona l’aspetto buffo dell’animale per lasciare spazio a quella inquietante di un uomo misterioso. Egli ci libererà dal meccanismo che impediva i nostri movimenti, parlandoci di fuga, vendetta e incitandoci a combattere per conquistare la libertà.

Furi
Graficamente non eccezionale ma in certe inquadrature il cel-shading regala un colpo d’occhio notevole.

Per quanto è difficile da credersi, l’aspetto narrativo di Furi è stato veramente ben curato, intrattenendo il videogiocatore in un racconto contorto e mai del tutto chiaro, capace nonostante tutto di tenerci incollati allo schermo in preda alla curiosità. Le fasi narrative prendono vita nei livelli d’intermezzo, dove il nostro protagonista attraversa lentamente l’intero scenario. Tali sequenze sono percorribili a nostro piacimento o in automatico mediante la semplice pressione di un tasto dedicato, permettendoci quindi di apprezzare i dialoghi, sempre arricchiti da un affascinante comparto grafico e artistico del gioco.

I ragazzi francesi di The Game Bakers sono riusciti a portare il proprio gioco su Switch, facendo uso del motore grafico Unity e mantenendo una qualità assolutamente paragonabile con le controparti presenti su tutte le altre piattaforme. Per quanto possa sembrare banale, Unity non è un engine perfettamente ottimizzato per Switch, di conseguenza l’ottimo porting è la dimostrazione dell’impegno e delle ottime capacità degli sviluppatori, cosa non proprio alla portata di tutti (vedi Rime o Mr. Shifty). Nonostante non sia un tripudio di grafica, il gioco incanta per come è stato confezionato artisticamente. Questo perché tutto quello che c’è viene proposto nel modo migliore possibile, con sapienti inquadrature della telecamera a catturare i piccoli ma evocativi scenari, arricchiti da incalzanti basi musicali, meritevoli di lode.

Furi
Proiettili ogni dove!!!

Parlando di combattimenti ogni guardiano si farà avanti seguendo quella che potrebbe sembrare una scaletta preimpostata: il primo approccio al combattimento avviene in forma di bullet hell, con un vero e proprio inferno di sfere d’energia, spesso intervallate da barriere concentriche, scagliateci contro dal nostro nemico e superabili solo tramite l’esecuzione di uno scatto (più simile ad un teletrasporto a breve distanza). Non appena avremo ridotto la barra d’energia del nemico, ci si potrà avvicinare per dare vita a duelli con l’arma bianca. Oltre ad attaccare con la spada, sarà fondamentale neutralizzare gli attacchi dell’avversario con parate tempestive, che lo lasceranno scoperto per una frazione di secondo, tempo necessario per mettere a segno i nostri attacchi concatenati, infliggendo un buona dose di danni. Esattamente come in un picchiaduro, non mancano i colpi pesanti, in questo caso rappresentati dallo sparo caricato e dall’attacco con la spada caricato.

Negli angoli alti dello schermo sono presenti le barre d’energia, la nostra e quella del nostro avversario, sotto ad esse sono presenti dei quadratini, ognuno corrisponde ad una vita e come giusto che sia, i quadratini dei nostri avversari sono decisamente più numerosi. Al passaggio di una nuova barra d’energia, il nostro avversario cambierà lo stile d’attacco, costringendoci a sua volta a cambiare il nostro, nel tentativo di comprendere il prima possibile quale nuovo approccio d’attacco può portare i migliori risultati. Ecco quindi che le cose iniziano a farsi difficili, o meglio terribilmente difficili e frustranti, dove anche il più calmo e pacato dei videogiocatori, portando anche il più calmo e pacato dei videogiocatori a ritrovarsi inevitabilmente ad imprecare contro lo schermo della TV.

Furi
Si prenderà cura di noi con una scarica di botte!

Chi legge le mie recensioni, conosce benissimo il mio non essere favorevole ai giochi ingiustamente difficili e purtroppo questo Furi rientra in quella tipologia di giochi, tra l’altro con l’aggiunta di un ulteriore fattore che mi ha quasi infastidito. Alla base del gameplay di Furi, oltre alla prontezza dei riflessi, bisogna avere anche una buona memoria… mi spiego meglio: come già anticipato, il nostro nemico ad ogni barra d’energia cambia il suo tipo di attacco, noi se non siamo “fortunati” scopriremo il giusto metodo per superare gli attacchi dopo qualche morte. Questo si ripete in modo identico per ogni barra d’energia. Morire nell’ultima fase del combattimento, porta inevitabilmente a ripetere il combattimento dall’inizio e vi possiamo assicurare che questi non sono per niente brevi! Questa scelta di gameplay, obbliga il giocatore a memorizzare tutte le varie fasi del combattimento, in quanto queste si ripresenteranno puntuali e uguali ad ogni riavvio.

Ironicamente ho abbinato i combattimenti di Furi ad un rhythm game dove a schermo non appaiono i tasti da premere, lasciando al giocatore il difficile compito di intuirli in base alle note musicali della melodia in sottofondo. Ad ogni errore la melodia riparte finendo inevitabilmente in un loop da esaurimento nervoso.

Purtroppo la possibilità di abbassare il livello di difficoltà non viene in nostro soccorso, in quanto alla difficoltà più bassa il gioco termina dopo solo cinque guardiani, senza cogliere praticamente nulla della storia. Una scelta di game design voluta dagli sviluppatori per incentivare il giocatore ad impostare la difficoltà per il quale il gioco è stato pensato, ma che di fatto non può essere una valida soluzione per i meno pazienti.

Ovviamente la situazione è abbastanza soggettiva e quello che per me potrebbe essere una tipologia di gameplay pessima, per altri potrebbe risultare molto soddisfacente e appagante, quindi prendete in considerazione le mie parole senza però bocciare niente e nessuno, consapevoli che sarà il gioco ad imporvi l’esecuzione di determinati “ritmi” e attacchi, senza offrirvi quasi mai la possibilità di giocare in piena libertà dando sfogo alla fantasia.

In conclusione riteniamo che Furi sia un mix di generi solitamente definiti di nicchia e che in questo caso restringe ulteriormente la propria cerchia di utenza limitandosi ad un solo pubblico hardcore, super amante delle sfide impegnative. A nostro modo di vedere un’occasione sprecata, considerate la qualità tecniche superiori rispetto a molti altri giochi indipendenti e l’innegabile impegno riproposto nella realizzazione del gioco.

Furi
Furi – Recensione
PRO
Un cel-shading semplice, pulito ed efficace
Controlli precisissimi
Comparto audio da applausi
CONTRO
Combat system schematico e non molto vario
Poco longevo
Frustrante per molti, appagante per chi cerca la sfida a tutti i costi
6.8
Sento tuoni, ticchettii...