Black The Fall

Black The Fall – Recensione

Guardare al passato è una pratica sempre più diffusa nell’ambito videoludico. Tra studi di sviluppo indipendenti che fanno della sperimentazione il loro punto di forza, a volte spiccano alcuni team che osano nel raccontare temi storici che sembrano non aver nulla da condividere con il media videoludico, spesso coraggiosi di una cultura che gli appartiene. Quest’oggi la storia che ci narrano i ragazzi Romeni di Sand Sailor Studio non ha nulla di divertente e colorato, in quanto il loro ultimo lavoro narra della caduta di uno dei più spietati regimi aventi a capo Ceaușescu, personaggio storico che credo non necessiti di alcuna presentazione. Un tiranno, che per oltre vent’anni ha negato alla Romania ogni forma di giustizia e libertà, sarà proprio la fonte dell’odio che trasparirà in ogni schermata che ci verrà mostrata durante la nostra avventura, che vi anticipiamo fin da ora essere cruda e spietata, proprio come la storia che vi verrà raccontata.

Black The Fall
Black The Fall è collocato all’interno di un contesto storico che non sembra avere nessuna intenzione di nascondersi!

In questo contesto vestiremo i panni di un operaio, il cui volto sembra essere talmente privo di espressività da farci credere in un primo momento di avere di fronte un robot. Il suo cappello rosso e la tuta blu saranno gli unici due colori che contrasteranno, almeno inizialmente, il buio opprimente del campo di lavoro dal quale abbiamo deciso di aiutarlo a fuggire, con la determinazione di chi sa che non ha nulla da perdere se la sua impresa dovesse fallire. Dalle sue spalle si può scorgere una strana antenna della quale, almeno inizialmente, non ci è noto saperne la funzionalità. Le uniche cose che ci verranno mostrate sono il clima di terrore all’interno del quale siamo calati, costretti a passare le nostre giornate pedalando senza sosta ed attivando strani meccanismi per portare avanti un complesso sistema di estrazione di lava dalle profondità della Terra, osservati da telecamere e guardie pronte ad uccidere nel momento in cui qualcuno dovesse smettere di eseguire gli ordini.

Black The Fall
Durante i pochi momenti di pausa, l’unica attività ricreativa era quella del “lavaggio del cervello”!

E’ quasi ironico scoprire come tutte quelle azioni che hanno da sempre caratterizzato gli anni di prigionia del nostro protagonista siano proprio quelle che dovremo sfruttare per guidarlo verso la meritata libertà, consacrata dalla fine del regime che fa da sfondo al background storico dell’intera produzione. Black The Fall, infatti, è identificabile come un puzzle game zeppo di enigmi ambientali nel quale il fattore emozionale la fa da padrona. Il paragone più naturale che si potrebbe fare per identificare al meglio il genere di produzione è quello dei due famosissimi titoli firmati Playdead: Limbo e Inside. Sia per le meccaniche che per i temi trattati, i tre titoli sono accomunati dalla voglia di coinvolgere il giocatore dall’inizio alla fine del loro viaggio, cercando di portarlo fino ai titoli di coda con una sensazione che possa rimanere dentro di loro anche una volta che l’avventura è stata portata al termine. Ed in questo Black The Fall riesce in tutto e per tutto, grazie a meccaniche mai scontate e ad enigmi che non sembrano mai essere fini a se stessi, nonostante in alcuni dei casi la chiave di lettura per risolverli potrebbe lasciarci perplessi; ma il bello del titolo è proprio questo, mai dare per scontato ciò che ci circonda.

Black The Fall
Ritrovarsi all’esterno della fabbrica non significa necessariamente essere finalmente liberi.

La nostra fuga si svolgerà lungo un gran numero di schermate a scorrimento, in un percorso lineare che non ci vedrà mai tornare sui nostri passi. Saremo in grado di correre e saltare, ma non proveremo mai il senso di libertà che un tale sistema di controllo dovrebbe rappresentare. Ogni nostra azione dovrà essere premeditata, in quanto l’intera fabbrica (sia internamente che esternamente) è ben pattugliata da guardie e sentinelle robotiche pronte a farci letteralmente vaporizzare qualora dovessero riconoscere le nostre intenzioni. Il paragone al meraviglioso mondo di Oddworld è quasi doveroso, nonostante in questo caso venga manifestato anche un certo egoismo che ci obbligherà a proseguire non curanti dei numerosi altri operai che, come noi, meriterebbero di essere liberati dalla schiavitù.

Black The Fall
Alcune volte ci verranno forniti interessanti indizi attraverso degli strani cartelli. In questo caso preparatevi ad affidarvi al vostro udito, vi servirà!

Gli sviluppatori del gioco hanno ben pensato di narrare le vicende con una piccola vena tecnologica, tappezzando il campo di lavoro di strani macchinari più o meno senzienti. Ben presto scopriremo, così, la funzione di quella famosa antenna della quale vi avevo precedentemente anticipato l’esistenza. Alle guardie, infatti, è dato in dotazione un particolare telecomando con il quale è letteralemente possibile controllare l’operato del personale schiavizzato. Apparecchio che sarà possibile recuperare e grazie al quale potremo dare una bella svolta al gameplay del gioco, permettendoci di richiedere l’aiuto di alcuni operai (e non solo) per proseguire la nostra egoistica fuga.

Ogni fase di gioco comincia con un fallimento, necessario a studiare la stanza nella quale ci troviamo per capire quali sono i pericoli da affrontare volta per volta. Sia chiaro, non saremo mai messi di fronte ad un sistema di trial & error tedioso ma bensì ad usa serie di enigmi che spesso devono essere ben compresi per poter proseguire. Purtroppo a volte il sistema di comando risulterà poco reattivo, rendendo più complicati del dovuto alcuni passaggi che richiedono una gran precisione, ed il sistema di checkpoint non sempre gestito al meglio, facendoci ritrovare a volte punti di ripristino troppo lontani tra di loro. Nonostante questo saranno pochi i momenti nei quali potremo ritenerci bloccati, e trovare la soluzione ad un particolare enigma richiederà spesso di lavorare di fantasia piuttosto che di riflessi.

Black The Fall
Non importa cosa vedrete durante il vostro cammino, la parola d’ordine è “proseguire”

Nonostante durante l’avventura non saremo mai soli, in quanto circondati da altri silenziosi operai, guardie e sentinelle robotiche, la sensazione di solitudine sarà l’unica vera emozione che verrà enfatizzata dal gioco, complice anche una colonna sonora molto riservata e che tende a valorizzare molto più gli effetti sonori che la OST di accompagnamento.

Sul fronte grafico, invece, la nostra fuga può essere suddivisa in due fasi ben distinte. Nella prima, rappresentata da sezioni di gameplay interne alla fabbrica dalla quale stiamo scappando, vi sarà una prevalenza esagerata di tinte scure ed una quasi totale assenza di un sistema di illuminazione. Se da un lato la scelta è senza ombra di dubbio coerente con le intenzioni degli sviluppatori di trasmettere un senso di smarrimento, questa rende in alcune circostanze complicata la lettura degli schemi, soprattutto durante sessioni in mobilità dove alcuni riflessi sullo schermo della console potrebbero non essere d’aiuto. Nella seconda fase invece, che ci vedrà continuare la nostra fuga all’esterno del campo di lavoro, verrà in nostro aiuto una miglior visibilità – accompagnata da ambientazioni più grandi e con una quantità superiore di dettagli grafici.

Una doverosa nota di demerito va ad un effetto di aliasing a volte troppo ricorrente, specialmente durante alcune fasi particolarmente buie. Nonostante questo non mini in alcun modo l’esperienza, è un peccato che alcune schermate particolarmente riuscite risultino “sporcate” e non riescano, dunque, a dare il meglio di sé.

Black The Fall
Lava e aliasing, un binomio vincente!

Black Tha Fall è, dunque, un esperimento ben riuscito, che riesce ad innescare nel giocatore un senso di curiosità nei confronti di una storia spesso fin troppo dimenticata. La produzione riesce a far cogliere il senso di patriottismo degli sviluppatori, che sono riusciti a narrare alcuni avvenimenti che hanno toccato nel profondo il loro popolo senza la necessità di dire una parola. Il titolo è infatti privo di qualsiasi tipo di dialogo, rendendo l’immersione del giocatore ancora più semplice e diretta. Se amate gli enigmi e volete mettervi alla prova in un contesto diverso dal solito, questo titolo è il candidato perfetto per essere uno dei vostri prossimi acquisti. Lo troverete sul Nintendo Switch eShop a partire dal prossimo 9 gennaio 2018 al prezzo di €14,99.


Se gradite un secondo parere, potete guardare la video recensione di Black The Fall a cura di Casa Nintendo

Black The Fall
Black The Fall – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a Black The Fall grazie ad un codice gentilmente fornito dagli sviluppatori, portando a termine l'avventura nell'arco di circa 3 ore. Nonostante la breve durata il titolo è riuscito a lasciarmi con la voglia di essere rigiocato, cosa che farò con estremo piacere.
PRO
CONTRO
7.1