Morphite

Morphite – Recensione

Imitazione: attività di produzione basata su un modello preesistente che si ritiene valido e che si cerca di eguagliare intenzionalmente o casualmente. La parola può avere sia valenza positiva, se il modello è preso solo come punto di partenza e stimolo, che negativa, quando la riproduzione è solo una sterile e pedissequa copia dell’esempio esistente.

Nell’arco della mia carriera videoludica, non necessariamente legata a Nintendo Switch, sono stato costantemente chiamato ad analizzare una gran quantità di progetti, molti dei quali chiaramente ispirati a titoli che in un modo o nell’altro hanno fatto la storia dei videogiochi imponendosi come standard per il proprio genere di appartenenza. In tale ambito la linea di demarcazione tra il concetto di ispirazione e quello di imitazione è talmente fragile che farsi prendere la mano, dimenticando l’importanza della sperimentazione che spesso determina il successo di una produzione indipendente, rischierebbe di introdurre sul mercato l’ennesimo clone al quale solo una cerchia ristrettissima di utenza sarà disposta a concedere il proprio interesse.

E’ con questa introduzione che voglio massimizzare la vostra attenzione su Morphite, un progetto che chiaramente prende come fonte di ispirazione l’universo di Metroid Prime e le meccaniche di No Man’s Sky e le amalgama tra loro ridimensionandole in chiave indie. Una responsabilità non da poco, considerando l’impatto storico della celebre serie di Nintendo e le numerose critiche ricevute dalla creatura di Hello Games.

Morphite
Forse non staremo esagerando con questo stile minimale?

Avere a che fare con una protagonista femminile rappresenta la prima somiglianza con la celebre cacciatrice di taglie figlia del genio di Makoto Kanoh e di Hiroji Kiyotake e, sebbene non sia funzionale al gameplay, la scelta del team di sviluppo dimostra come questo non tema il confronto diretto con una delle saghe più attese dai fan di Nintendo.

Ambientato in un lontano futuro nel quale l’umanità ha colonizzato lo spazio fino ai suoi limiti estremi, Morphite segue la storia di Myrah Kale, una giovane donna la cui vita prende una svolta improvvisa quando una semplice missione si trasforma in un’epica avventura interstellare che rivelerà il suo misterioso passato ed il suo rapporto con la rara sostanza chiamata Morphite (morfite per voi amici italiani). Dopo aver passato la sua vita a bordo di un incrociatore, per assistere Mr. Mason nei suoi esperimenti, la giovane protagonista deciderà di partire per lo sconfinato spazio, viaggiando fino agli angoli più lontani del cosmo ed esplorando pianeti generati casualmente, ciascuno caratterizzato da una propria fauna e flora! Durante le nostre ricerche saremo accompagnati da Kitcat, un aiutante robot dalla voce sintetica che scopriremo essere tanto utile quanto maldestro.

Morphite
Sì, e la mamma è sempre la mamma!

La prima missione che ci verrà assegnata sarà molto semplice, prendere confidenza con i controlli di gioco e raggiungere il pianeta più vicino del sistema solare nel quale ci troviamo alla ricerca di un particolare materiale (no non è la morphite). Nonostante un tutorial tutto sommato ben fatto, l’impatto iniziale con il gioco non è dei più soffici; la quantità di azioni che è possibile svolgere è talmente vasta che all’inizio si potrebbe avere la sensazione di non essere in grado di metabolizzare il gameplay con naturalezza. Da un lato troveremo l’esplorazione dei pianeti, sui quali potremo muoverci come in un classico FPS sconfiggendo o evitando i nemici alla ricerca di particolari strutture nelle quali risolvere piccoli enigmi ambientali al fine di procedere con la trama. Dall’altro avremo a che fare con esigenze di crafting, fondamentale per raccogliere i materiali necessari per potenziare la nostra navicella, la nostra tuta o più semplicemente da rivendere per acquistare il prezioso carburante indispensabile per muoversi tra i numerosissimi sistemi solari che potremo visitare.

L’esplorazione dei pianeti è forse l’elemento meglio riuscito dell’intera produzione a cura dei ragazzi di Crescent Moon Games e We’re Five Games. Ciascuno di essi è generato proceduralmente e presenta una buona varietà in termini di fauna e flora. Nonostante l’enorme quantità di corpi celesti offerti dalla mappa, che forse a causa della macchinosità necessaria per navigarla risulta più vasta del dovuto, per quanto riguarda il semplice svolgimento della trama sarà sufficiente atterrare su una quindicina di pianeti. Questi, per ovvi motivi, risultano sicuramente i meglio caratterizzati e presentano molti segreti ed alcuni puzzle congegnati ad-hoc dagli sviluppatori ed alcuni NPC che sapranno aiutarci a scavare a fondo nel nostro passato. Per poter godere a meglio dell’esperienza offerta dal gioco, però, sarà necessario visitare molti più pianteti di quanti esplicitamente “suggeriti” dal percorso narrativo in quanto, in molti di questi potremo prendere parte a missioni secondarie e raccogliere molti materiali utili per potenziare il nostro arsenale.

Morphite
Non tutti i nemici che affronteremo saranno piccole creature innocue.

Dopo aver scaglionato ogni centimetro quadrato del primo pianeta sarà arrivato il momento di passare al successivo. Come anticipato, tale operazione richiederà una certa quantità di carburante a seconda della distanza del sistema solare che vorremo raggiungere. Questo elemento cardine dell’esplorazione, seppur aiuti ad aumentare il livello di realismo dei vari spostamenti, è forse il vero tallone d’Achille di Morphite. Fino a quando dovrete raggiungere zone relativamente vicine sarà sufficiente vendere quel poco di materiale raccolto al fine di riempire il vostro serbatoio nella stazione di servizio, presente in tutti i sistemi solari, e partire verso la destinazione successiva. Molte volte, però, il pianeta da raggiungere sarà molto lontano e saremo obbligati ad atterrare su tutte le stazioni posizionate lungo il percorso con il solo obiettivo di acquistare carburante e ripartire. Una volta terminato il denaro a nostra disposizione questa noiosa collezione di atterraggi, che oltretutto spezzano il ritmo di gioco, dovrà essere necessariamente arricchita da ulteriori atterraggi su pianeti limitrofi (alcuni dei quali non accessibili fin da subito in quanto la loro temperatura atmosferica è troppo bassa o troppo elevata) alla ricerca di qualsiasi oggetto da poter successivamente rivendere.

Morphite
Durante l’esplorazione incontreremo anche alcuni abitanti locali, che ci offriranno ulteriori missioni da svolgere.

Quando saremo a bordo della nostra navicella non avremo quasi mai il controllo sugli spostamenti, tranne in alcune sporadiche occasioni durante le quali incroceremo la traiettoria di un veicolo nemico e sarà possibile decidere se fare fuoco o cercare di evitare lo scontro. Interessante anche la presenza di un sistema di eventi casuali avvenuti durante i brevi viaggi spaziali a seguito dei quali è possibile perdere parte dei materiali raccolti, magari a causa di un Kitcat sbadato che ha dimenticato di chiudere il portello di imbarco posteriore; purtroppo no, non esiste alcuna meccanica con la quale fargliela pagare. Questo circolo vizioso, che sicuramente valorizza la pura esplorazione spaziale, rischia di allontanare il nostro interesse sull’aspetto narrativo di Morphite. La conseguenza di questa scelta di sviluppo non riesce dunque a far spiccare una narrazione che già di suo è priva di mordente, complice un doppiaggio alquanto piatto da parte di coloro che hanno prestato la loro voce ai vari personaggi.

Un secondo punto dolente di Morphite è rappresentato dal motore grafico. Lo stile poligonale minimalistico sicuramente dona una certa personalità al gioco ma risulta estremamente semplificato, al punto da dare spesso l’impressione di avere per le mani un prototipo di quello che dovrebbe essere il gioco finale. Per non parlare poi delle animazioni, soprattutto quelle della fauna caduta sotto il nostro fuoco. Vi assicuro che vedere un essere volante morire accasciandosi lateralmente con una rotazione improvvisa di 90° e sparire nel nulla è qualcosa di estremamente imbarazzante. Niente da dire invece per quanto riguarda le tonalità di colore adottate, coerenti con l’atmosfera di ciascun pianeta, e le ottime musiche che enfatizzano l’immersione nelle fasi esplorative.

Morphite
Toh guarda un cervo, ora non mi resta che decidere se cavalcarlo od abbatterlo!

In conclusione Morphite rappresenta un progetto valido e che può essere apprezzato da tutti coloro che amano un titolo nel quale esplorare lo spazio senza curarsi di quale sia la vera destinazione, ma la mancanza della lingua italiana ed una narrazione priva di mordente rappresentano un elemento di svantaggio per gli amici italiani che desideravano un’avventura più story driven. Sicuramente ci aspettavamo di più, forse a causa delle ambiziose premesse del team di sviluppo o dalla troppa somiglianza con due titoli che nel bene e nel male hanno emozionato migliaia se non milioni di giocatori, ma non ce la sentiamo di bocciare completamente questo lavoro. Se tenevate d’occhio Morphite perché estremamente attirati dal suo particolare sistema di gioco potreste scoprire un buon titolo capace di impegnarvi per molte ore, se invece eravate semplicemente curiosi di provarlo il nostro consiglio è quello di attendere uno sconto.


Se volete saperne di più sul gioco come al solito vi invitiamo a leggere la recensione dei nostri amici di Nintendo Player.

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Morphite
Morphite – Recensione
PRO
Ottime atmosfere
Buona variabilità tra i diversi pianeti
Esplorazione dei pianeti piacevole
Stilisticamente gradevole...
CONTRO
Viaggiare tra pianeti lontani può risultare macchinoso
Animazioni imbarazzanti
Narrazione priva di mordente
...ma esageratamente minimale
6.5