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Splasher – Recensione

Mentre il popolo degli hardcore gamer, quei simpatici giocatori che amano distruggersi i polpastrelli durante le loro sessioni di gioco con titoli dalla difficontà estrema, sta aspettando con fermento l’arrivo su Nintendo Switch di ben due capitoli dedicati al celebre Super Meat Boy, la promettente console ibrida di Nintendo ha già iniziato ad accogliere nel suo store digitale due titoli ispirati alla sadica creatura del Team Meat. Prima con l’arrivo di Slime-san ed ora con la pubblicazione di Splasher, coloro che amano la frenesia dei platform 2D dalla facile imprecazione potranno ritenersi soddisfatti di come il genere non solo sia più vivo che mai ma di come stia amorevolmente puntando dritto verso la nuova ammiraglia di Kyoto.

Splasher
Quasi quasi me ne rimango qui appollaiato. Non avete idea del casino che c’è più avanti!

Splasher è un progetto ambizioso portato avanti con dedizione dai ragazzi dello Splash Team, software house francese che conta la bellezza di due dipendenti, che riesce ad amalgamare tra loro gli elementi classici del mondo platform attraverso un collante che cerca di odorare di nuovo pur mantenendo fede alla tradizione. Un universo tinteggiato che fa proprio del colore il suo punto di forza ci intratterrà per ore ed ore mentre cercheremo di completare i 22 livelli, realizzati con estrema cura dei particolari, ed una notevole quantità di contenuti aggiuntivi dedicati a coloro che amano le sfide a tempo.

L’inicipit narrativo del gioco è tanto immediato quanto fugace: uno scienziato (pazzo) sta seminando il panico all’interno della Inkorp, una fabbrica di vernice che sembra essere diventata una discarica abusiva per lo smaltimento di rifiuti tossici. Non sappiamo quale sia il suo vero compito, ma quello che è certo che il simpatico titolare dotato di camice bianco sta tentando di condurre alcuni esperimenti dall’etica discutibile e come cavie ha deciso di utilizzare proprio i suoi dipendenti. Sarà nostro compito catturarlo e prenderci cura dei nostri colleghi in difficoltà che troveremo lungo il nostro cammino.

Splasher
Un fungo atomico cirgondato da scorie radioattive… Tutto nella norma!

Già dal primo avvio di Splasher avremo una sensazione di confidenza. Il tutoria approntato dagli sviluppatori aiuta a prendere dimestichezza con i comandi di gioco; pochi, ma che se non metabolizzati fin da subito potranno diventare il nostro peggior incubo.

Gli elementi cardine del gameplay sono rappresentati dal colore che utilizzeremo per imbrattare le superfici bidimensionali degli schemi a scorrimento orizzontale che attraverseremo muovendoci da una zona all’altra della fabbrica. La vernice non sarà spruzzata per solo fini estetici ma sarà funzionale alla nostra sopravvivenza. Grazie al colore rosso potremo letteralmente scalare i muri e camminare sul soffitto mentre mettendo i nostri piedi sulla tinta gialla verremo letteralmente sbalzati via riuscendo a raggiungere le aree più lontane. Se all’inizio dell’avventura saranno i designer a decidere quali superfici devono essere colorate ben presto il potere passerà nelle nostre mani e la pistola in nostro possesso ci permetterà di schizzare il prezioso liquido in ogni dove. Con un così grande potere, però, è facile sbagliare e dunque verremo dotati anche della possibilità di usate l’acqua per ripulire i nostri errori, attivare meccanismi ed affrontare al meglio i nemici che ci verranno ad ostacolare la fuga.

La difficoltà di Splasher, seppure volutamente elevata, è mantenuta a livelli di sicurezza grazie ad una curva di apprendimento ben congegnata ed un sistema di checkpoint che, ad esclusione degli ultimi due livelli, è amico del giocatore.

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Ciascuno stage contiene poco più di 700 gocce d’oro, perderne un paio potrebbe causare l’impossibilità di salvare l’ultimo compagno!

All’interno di ciascuno stage potremo dedicarci a molte attività interessanti. Prima fra tutte la ricerca dei nostri colleghi, costantemente in pericolo ed in cerca del nostro aiuto. In tutto ne dovremo salvare 7, per un totale di 154. Se 5 di questi basterà raggiungerli dopo averli scovati, due di loro saranno liberabili in maniera alternativa attraverso la risoluzione di particolari “zone di quarantena” all’interno delle quali resistere ad ondate di nemici e mediante la collezione di goccie d’oro, accumulabili sconfiggendo nemici e ripulendo una speciale vernice da alcune pareti. Sicuramente due validi stratagemmi per rendere più variegata l’offerta di collezionismo proposta.

Se siete insaziabili di modalità aggiuntive ed amate le sfide a tempo, con Splasher troverete pane per i vostri denti. Dall’hub principale di gioco, impostato come se fosse esso stesso un livello nel quale raggiungere i portali che ci catapulteranno in ciascuno dei 22 stage, potremo decidere di attivare la modalità time trial, con la quale riaffrontare i livelli già superati avendo a che fare con il tempo che scorre al fine di ottenere la tanto desiderata medaglia d’oro. Se proprio amare farvi del male, e dovrete proprio farlo se siete completisti e volete raggiungere il traguardo del 100%, sarà anche possibile accedere a tre sfide a tempo aggiuntive che ci chiederanno di affrontare in una singola run l’intero gioco. La prima di queste, denominata “speedrun egoista” , ci consentirà di ignorare completamente i nostri colleghi; se vogliamo, invece, dedicarci ai dependenti della Inkorp la modalità che ce lo consentirà è la “speedrun acchiappali tutti” che, assieme alla “speedrun standard” si sbloccherà solo una volta aver concluso la campagna principale.

Splasher
Quanto è bello saltellare in una stanza piena di nemici fuori controllo!

Se c’è una cosa che ho imparato giocando a Super Mario Maker è che non è sufficiente avere un ottimo motore di gioco ed una serie infinita di elementi a nostra disposizione per creare un livello che possa divertire il giocatore. Il lavoro di level design che sta dietro a Splasher è stato svolto in maniera impeccabile; i pochi elementi sfruttati dagli sviluppatori si amalgamano bene tra loro senza mai essere abusati e nell’insieme si dimostrano capaci di esaltare il ritmo di gioco, accompagnato da una colonna sonora frizzantina ed adatta a ciascuna delle situazioni che affronteremo.

Volendo parlare di difetti, in questo caso sono costretto a trovare il pelo nell’uovo. Sebbene Switch sia un gioiellino capace di regalare moltissime emozioni anche fuori dalle nostre mura domestiche, la mancanza di una croce direzionale – a favore di quattro piccoli tasti – si fa sentire durante lunghe sessioni di gioco e per questo vi consiglio di giocare in modalità docked muniti di pro controller. Il nostro protagonista sarà in grado di sparare in tutte le direzioni ma, inspiegabilmente, non è stata pensata alcuna soluzione per permettergli di spruzzare vernice diagonalmente stando fermo sul posto. Di conseguenza in alcune circostanze non ci sarà possibile eseguire azioni ragionate ma dovremo pensare a come procedere mentre siamo già in movimento, vivendo situazioni di estrema precarietà.

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Che hai detto? “Lasciami qui e salvati almeno tu?” Ok valoroso guerriero, è stato bello conoscerti!

In conclusione, con Splasher siamo di fronte ad un ottimo esponente del suo genere grazie al suo gameplay stuzzicante ed un level design certosino capace di mettere a proprio agio tutti i tipi di giocatori. Se siete tra coloro che odiano titoli dalla difficoltà estrema, quasi snervante, forse con questo gioco non troverete una vera e propria sfida ma posso garantirvi che il divertimento, quello puro, sarà presente in ciascuno dei 22 stage che affronterete. Se volete avvicinarvi al meraviglioso mondo dei rage game questo è il titolo che fa per voi, una vera e propria accademia fondamentale per introdurre i futuri pro gamer a questo particolarissimo genere. Non fatevi ingannare dalla grafica cartonesca e dalle musiche allegre ed orecchiabili, Splasher è un gioco profondo ed appagante… perfetto per Nintendo Switch!

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Splasher – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a Splasher grazie ad un codice gentilmente offerto dagli sviluppatori. In circa 6 ore di gioco ho completato tutti i 22 livelli salvando ogni impiegato in difficoltà. Ho successivamente cercato di far salire ulteriormente la percentuale di completamento, arrivata a circa 70% con solo la campagna principale, dedicandomi a qualche sfida a tempo; un'impresa per la quale è richiesta calma e dedizione.
PRO
CONTRO
7.8