The Flame in the Flood

The Flame in the Flood: Complete Edition – Recensione

Curve Digital: segnatevi questo nome se possedete un Nintendo Switch ed amate gli indie. Al publisher, noto per aver supportato moltissimo WiiU assieme ad EnjoyUp quando tutti sembravano dileguarsi a causa dei dati di vendita non confortanti della sfortunata console, dobbiamo il merito di aver pubblicato titoli del calibro di Nova-111, Stealth Inc. 2, The Swapper e molti altri. Con la nuova ammiraglia di Kyoto la storia sembra volersi ripetere, e la software house ha già annunciato di avere intenzione di supportare massivamente Nintendo anche in questa sua nuova e promettente generazione. Ad inaugurare il parco titoli ci pensano i ragazzi di The Molasses Flood con la Complete Edition del loro survival game e con un debutto di tutto rispetto, aggiungerei, visto che il gioco in sole 24 ore è riuscito a vendere oltre la metà delle copie che erano state preventivate dagli stessi sviluppatori per il primo mese di commercializzazione.

The Flame in the Flood offre un’esperienza unica nel suo genere, con un gameplay che non perdona il minimo errore e che ci terrà prigionieri nel suo mondo per ore ed ore grazie ad un sistema di progressione che strizza l’occhio ai più complessi roguelike ma che ci offre costantemente la possibilità di imparare dai propri errori. E di errori, ve lo posso garantire, ne farete davvero molti!

Il mondo intorno a noi è in rovina, siamo soli e abbandonati al nostro destino, davanti a noi un fuoco acceso (unica vera salvezza in questo clima generale di degrado e desolazione). Apparentemente non ci è dato conoscere quali avvenimenti hanno radicalmente modificato il pianeta, invaso da un’implacabile inondazione che lascia spazio a giusto qualche isolotto disperso qua e là. Ad un tratto arriva lui, Aesop, il migliore amico dell’uomo che porta con sé quello che potrebbe fare la differenza e darci speranza per il nostro futuro: uno zaino! Non sappiamo dove ci porterà la corrente ma è certamente meglio che stare fermi a scaldarsi di fronte alle fiamme, in procinto di spegnersi a causa della pioggia incessante. Si parte all’avventura!

The Flame in the Flood
La nostra amata zattera sarà fondamentale per i nostri spostamenti. Abbiatene cura e tenetela sempre in perfetta forma. Senza di lei non andrete molto lontano!

Appena avviato il menù principale dovremo effettuare fin da subito la nostra prima scelta selezionando la modalità che meglio rappresenta l’esperienza che vorremo rivivere nel gioco: la endless mode e la classica campagna. La sostanziale differenza tra le due è rappresentata dal fatto che, a patto di riuscire a tirare fuori il sopravvissuto che è in noi, la modalità campagna ci offrirà un barlume di speranza grazie ad un obiettivo finale da raggiungere rappresentato dal superamento di 10 vaste regioni generate proceduralmente dal motore di gioco. Nella modalità infinita, invece, la fine dell’avventura la determineremo noi attraverso uno dei tanti fantasiosi modi nei quali è possibile soccombere alle situazioni estreme che incontreremo. Se cercate un gioco con una trama approfondita e ricca di colpi di scena sappiate che con The Flame in the Flood non troverete nulla di tutto questo. Le poche informazioni narrative alle quali verrete sottoposti (qualora decidiate di prendere parte alla modalità campagna) saranno centellinate attraverso le missioni offerte da alcune caselle postali sparpagliate nelle varie isole che faranno da intermezzo tra un viaggio e l’altro a bordo della nostra (?) fidata zattera.

The Flame in the Flood
Tutta bagnata ed intrappolata in mezzo ai rovi. Amica mia sei in seria difficoltà!

Per coloro che decideranno di affrontare la modalità storia, caldamente consigliata per le run iniziali con le quali prendere confidenza con il gioco, sarà richiesto anche di selezionare uno dei due livelli di difficoltà tra Traveler e Survivalist. Il primo permette un’esperienza meno punitiva (ma comunque ostica e spigolosa) grazie alla rimozione della morte permanente ed una serie di checkpoint attivati all’inizio di ogni regione che attraverseremo. Il secondo oltre al permadeath, quasi obbligatorio per rendere l’esperienza autentica, ci metterà di fronte ad un sistema di generazione delle risorse meno permissivo ed una velocità nella diminuzione delle nostre statistiche aumentata. Anche in questo caso consiglio di iniziare a prendere confidenza con la difficoltà più semplice in quanto la presenza dei checkpoint, seppure gestita in maniera a volte penalizzante, vi permetterà di affrontare sezioni di trial and error meno stressanti e che vi garantiranno una curva di apprendimento meno spigolosa, preparandovi di fatto ad affrontare il gioco nella modalità Survivalist, quella che descrive al meglio lo spirito del gioco.

The Flame in the Flood
Dei simpatici conigli potrebbero saziare il nostro appetito… ma abbiamo l’occorrente per catturarli?

Qualunque sia la modalità che deciderete di avviare, gli elementi che determineranno il successo della vostra impresa sono gli stessi ed è importantissimo che impariate a monitorarli costantemente:

APPETITO: inevitabilmente aumenterà con il passare del tempo e sarà fondamentale procurarsi qualsiasi  forma di cibo commestibile per non andare incontro al denutrimento; se potete cucinarlo meglio, sarà più efficace e il vostro stomaco rimarrà sazio più a lungo.

LIVELLO DI IDRATAZIONE: qualsiasi sia il ciclo stagonale generato dal motore procedurale, sarà fondamentale bere acqua al fine di mantenersi ben idratati. Questa può essere raccolta limpida dai pozzi o direttamente dalle pozzanghere, ma in questo caso dovrete prima filtrarla altrimenti andrete incontro ad una intossicazione alimentare che potrebbe portarvi a morte certa.

TEMPERATURA CORPOREA: il nostro corpo, si sa, lavora al meglio ad una temperatura costante. È importante che questa venga mantenuta a livelli di sicurezza per non anadre incontro a morte per ipotermia. I falò che troverete o che sarete in grado di creare con i giusti materiali potrebbero salvarvi la vita.

STANCHEZZA: prima o poi anche il più grande esploratore ha bisogno di riposo. Che sia alla luce di un caldo focolare o all’interno di un mezzo abbandonato è importante rilassare il proprio corpo per affrontare al meglio le fatiche quotidiane. Ricordatevi che dormire richiede tempo durante il quale le altre statistiche continueranno a calare.

VARIAZIONI DI SALUTE: la vita selvaggia è alquanto imprevedibile. Senza accorgercene potremmo lacerarci una gamba su dei rovi, se non ci curiamo potremmo ritrovarci con una grave infezione alla quale è probabile che non sopravviveremo. In caso di variazione dello stato di salute trovare una cura dovrà essere la nostra priorità.

The Flame in the Flood
Fame, Sete, Temperatura e Stanchezza: quattro elementi fondamentali per la nostra sopravvivenza!

Come cercherò di ribadire più e più volte, The Flame in the Flood è un titolo difficile che non perdona nemmeno il minimo errore da parte del giocatore che prende alla leggera i segnali offerti dalle statistiche che tengono monitorato il livello di salute della nostra protagonista. La chiave del nostro successo starà nella sperimentazione. Che vogliate o meno in questo gioco si muore ripetutamente e quindi, paradossalmente, dovremo imparare a morire con intelligenza.

Prima che iniziate a ridere di questa ultima affermazione provo a spiegarmi meglio; appena avvierete la vostra prima partita conoscerete ben poco del mondo di gioco e delle limitazioni del vostro personaggio. La cosa più spontanea da fare sarà quella di prendere e fuggire dall’isola in cui vi trovate a bordo della vostra zattera e dedicarvi al primo approccio con la piena che sta lentamente logorando il pianeta. Il vostro mezzo di fortuna sarà difficile da controllare, ma molto probabilmente riuscirete a raggiungere indenni la vostra prossima destinazione: una delle tante isole che incontreremo lungo il nostro viaggio unidirezionale.

The Flame in the Flood
La notte porta consiglio… ma non se sei alla disperata ricerca di un posto caldo ed asciutto!

Gironzolando in questo nuovo territorio sconosciuto noterete che il vostro cane richiamerà l’attenzione su qualsiasi oggetto che è possibile raccogliere e scoprirete che questi possono essere composti in più e più modi. Prima che prendiate consapevolezza di quali sono gli oggetti essenziali per la vostra sopravvivenza, e quali di questi potete costruire dovunque siate rispetto a quelli che richiedono un focolare, vi ritroverete con una delle statistiche ad attirare la vostra attenzione. Magari avete fame e non siete ancora riusciti a trovare nulla che possa saziare il vostro appetito. O magari avete semplicemente sete ma nei dintorni non c’è nemmeno un pozzo e vi siete dimenticati di portare con voi un po di preziosa acqua pulita. Se non provvederete subito a prendervi cura di voi stessi andrete in contro a morte certa, ma state sicuri che nel prossimo tentativo non commetterete più questo errore.

Anche se la capacità del nostro zaino è limitata (ma espandibile con i giusti elementi), alcuni oggetti possono essere trasferiti ad Aesop o addirittura lasciati a bordo della zattera. In questo modo avremo con noi sempre e soltanto i materiali fondamentali e potremo riporre saggiamente quelli che, magari, possiamo attendere per consumare (per esempio le medicine per curare le intossicazioni). Anche perché sembra che il nostro fedele amico dopo la nostra morte correrà ad aiutare il sopravvissuto successivo, portando con sé quei pochi oggetti che gli avevate affidato. Fatelo con consapevolezza e la vostra run successiva potrebbe giovarne.

The Flame in the Flood
Abilitandoli attraverso un’opzione dedicata nel menu principale, i commenti degli sviluppatori potrebbero tenerci compagnia durante le nostre partite.

The Flame in the Flood non è spigoloso solo nel gameplay. Lo stile artistico utilizzato da The Molasse Food utilizza una tecnica simile al cell shading che permette una rappresentazione quasi deformata della realtà. Grazie alla caratterizzazione del volto della protagonista, che richiama moltissimo lo stile di Modigliani, sarà veramente facile tenere monitorato il suo stato di salute attraverso i suoi tratti distintivi che soccombono alle situazioni estreme alle quali, volente o nolente, verrà esposta. Addirittura il velato richiamo allo stile delle pitture rupestri, sia nella palette cromatica che nella rappresentazione estremamente stilizzata di alcuni elementi ambientali, riesce a rendere al meglio il senso di regressione che sta avvenendo la nostra civiltà a causa del disastro ambientale contro il quale cerchiamo di sopravvivere.

Non solo, anche il comparto sonoro risulta piacevole e di grande impatto. Interamente curate dall’artista Chuck Ragan, cantautore molto conosciuto negli Stati Uniti, le tracce si fondono alla perfezione con le ambientazioni e con il clima desolato e malinconico dell’intera produzione. La fatica della protagonista è amplificata dalla presenza di sonorità country che fanno grande utilizzo di chitarra acustica e fisarmonica, così come di pezzi cantati che ci offrono una completa immersione nel gioco.

The Flame in the Flood
Scusi potrebbe spiegarmi che ha da fissare? Starei cercando di godermi uno dei pochi momenti tranquilli offerti dal gioco!

Come avrete ormai ban capito, The Flame in the Flood non è un titolo adatto a tutti. A causa della sua natura estremamente realistica, il sistema di gioco punisce severamente il giocatore poco attento e non abituato a questo genere di esperienza. Se non siete disposti a provare e riprovare tecniche di sopravvivenza sempre diverse al fine di individuare il vostro stile di gioco potreste ben presto abbandonare l’avventura. Non a causa della scarsa qualità del titolo, anzi, ma semplicemente per via del suo genere di appartenenza. Per tutti gli altri, invece, sarà possibile prendere parte ad un’avventura gratificante e potenzialmente infinita.

The Flame in the Flood
The Flame in the Flood: Complete Edition – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a The Flame in the Flood grazie ad un codice download gentilmente offerto dagli sviluppatori. Non essendo particolarmente amante del genere ho avuto estrema difficoltà all'inizio della mia avventura in quanto mi sono trovato di fronte un titolo molto duro e che non perdona il minimo errore. Ci sono volute diverse partite prima di entrare nello spirito del gioco e poter finalmente portare a termine la mia avventura. Consiglio il titolo a coloro che amano il genere survival e che non hanno paura di far morire la protagonista più e più volte, per tutti gli altri l'impresa potrebbe essere talmente ostica da non permettergli di arrivare ai titoli di coda.
PRO
CONTRO
7.2
UN SURVIVAL AL 100%