Wulverblade

Wulverblade – Recensione

Nel panorama videoludico moderno, le produzioni indipendenti fanno sempre più breccia nel cuore degli appassionati. Il numero dei videogiocatori che apprezzano i giochi indie si rivela anno dopo anno sempre più numeroso. Questo grazie alla nascita di giochi capaci di competere con le produzioni AAA dai budget milionari.

Quando si parla di giochi indie si pensa sempre al connubio tra creatività e innovazione, ma anche a titoli che pescano dal passato grafica bitmap e generi ritenuti quasi estinti. Facendo riferimento proprio a quest’ultimo, mi sono sempre chiesto quanto avrei dovuto ancora aspettare prima che un talentuoso team si mettesse a lavoro seriamente su un beat’em up arcade a scorrimento laterale, genere che da ragazzino mi ha sempre entusiasmato. Wulverblade sarà capace di mettere fine alla mia attesa?

Wulverblade
Una donna da far perdere la testa… Letteralmente!

Wulverblade è un gioco sviluppato da Darkwind Media e fortemente voluto dal suo direttore creativo, Michael Heald, grande appassionato del genere che non ha mai nascosto di essersi ispirato ai classici del passato, uno più di tutti l’indimenticabile Golden Axe di SEGA. Ciononostante Wulverblade non è un semplice rifacimento di titoli d’epoca, la base è indubbiamente quella di un picchiaduro a scorrimento laterale, ma ad esso sono stati aggiunti elementi non caratteristici del genere, oltre che una narrativa abbastanza profonda con cutscene ben realizzate e voci narranti a spezzare l’azione.

Wulverblade
Tanto veloce ma anche tanto brutta!

Il gioco è ambientato nelle terre settentrionali della Gran Bretagna del 120 DC, durante l’occupazione da parte dell’Impero Romano. Gli eroi a nostra disposizione sono tre guerrieri di tribù locali, ognuno di essi differenziato secondo le caratteristiche classiche del genere. Caradoc rappresenta il guerriero dalle caratteristiche equilibrate, Brennus è il colosso dalla grande forza ma lento nei movimenti. Infine, l’unico guerriero femminile, Guinevere, è dotata di una notevole agilità e di particolare velocità.

Sia i nostri eroi che i nemici fanno uso di armi bianche, le scazzottate sono assenti ad eccezione di quando si effettua una presa o di quando si finisce un nemico al tappeto, in questo caso si assisterà a pugni o pestoni coi piedi fino allo spappolamento del cervello. Eh già… Il gioco è da classificare con un rossissimo PEGI 18. Arti mutilati e teste mozzate condiranno costantemente il gioco per tutta la durata. In realtà nulla di eccessivamente splatter ma la violenza inaudita non fa sicuramente di Wulverblade un gioco adatto ai più giovani.

I comandi di gioco hanno subito un considerevole ammodernamento rispetto ai titoli classici. Il tasto Y è dedicato all’attacco e se premuto ripetutamente genera una combo automatica, il tasto B è dedicato al salto, il tasto A alla parata, elemento quasi sempre assente in un beat’em up,  mentre il tasto X è dedicato alle armi pesanti che recupereremo solo sul campo di battaglia. A questi si aggiungono i tasti dorsali, dove R e ZL sono utilizzati per correre (in alternativa si può premere due volte consecutive la croce direzionale o la levetta analogica verso destra o verso sinistra), il tasto L per entrare in una sorta di modalità “furia”, dove i nostri attacchi saranno più efficaci e non subiremo alcun danno dai nemici, ottenibile solo al riempimento di una barra d’energia (quella di colore azzurro sotto alla barra della vita) e per finire il tasto ZR, che in combinazione con il tasto Y o B evoca dei lupi che sbraneranno i nemici presenti, aiuto indispensabile in presenza di nemici ostici ma utilizzabile solo una volta per livello.

Wulverblade
Y + B esegue una mossa speciale che atterra tutti i nemici nelle vicinanze.

Uno dei vari elementi tipici dei beat’em up è quello di poter raccogliere le armi cadute dai nemici sconfitti. In Wulverblade solo poche di queste sono riutilizzabili, per lo più quelle molto pesanti, tutte le altre possono solo essere scagliate contro i nemici. Tra questi anche le membra mutilate e vi assicuro che raccogliere dal suolo la testa mozzata di un nemico e gettarla contro i suoi compagni, ha quel qualcosa di estremamente malvagio che rende lo scontro imminente molto più gratificante.

Con la modalità Campagna si avrà fin da subito la possibilità di scegliere tra Normale e Arcade. La differenza sostanziale consiste nella presenza di check point e nella possibilità di riprendere dall’ultimo salvataggio anche dopo il game over. Questo nella modalità Normale, mentre l’Arcade simula i veri e propri cabinati da sala giochi, quindi privi di salvataggi e di check point, dove il game over rispecchia letteralmente il significato delle parole.

Vi anticipiamo già da subito che la maggior parte dei videogiocatori andrà solo di modalità Normale, il motivo sta nella difficoltà del titolo. Il primo livello di gioco scorre liscio come l’olio fino al raggiungimento del boss, qui si assaporeranno le prime difficoltà, ma con un pizzico d’impegno si rivelerà abbastanza fattibile. Il secondo livello presenta un boss con una caratteristica che non vi sveliamo per non fare spoiler, ma che vi metterà in seria difficoltà.

Wulverblade
Il temibile esercito romano.

Le unità che vanno a comporre le armate nemiche sono rappresentante da tribù locali alleatosi con l’Impero Romano e gli stessi soldati dell’impero, infatti dal terzo livello in poi si avrà a che fare con quest’ultimi, nemici ben addestrati in varie discipline di combattimento. A noi toccherà sfondare gli scudi per ferire i soldati in difesa, anticipare in attacco i soldati con doppia spada ed evitare di posizionarci nella trattoria di arcieri e di soldati muniti di lance.

Wulverblade è un gioco tosto! Pensare di procedere con le semplici combo base è totalmente inefficace. Il gioco ci metterà spesso alle strette e l’unico modo per scamparla è quello di utilizzare tutte le abilità disponibili. I game over si presenteranno molto di frequente e starà solo a noi studiare la tecnica più efficacie e il momento propizio per evocare i lupi o scatenare la furia. Il game over in alcuni casi potrebbe essere frutto solo della nostra foga, infatti Wulverblade ci propone a schermo una corposa dose di oggetti distruggibili, come vasi, casse e forzieri, all’interno dei quali potrebbero nascondersi alcuni alimenti capaci di ripristinare parte o tutta la nostra energia vitale.

Tra gli altri oggetti disponibili trovano posto anche i collezionabili, che nel gioco prendono le sembianze di lettere e che raccontano parte della storia e curiosità sulle armi e sui luoghi storici della Gran Bretagna, realmente esistenti. Non è un caso che in Wulverblade sia presenta una mappa ad indicare la posizione dei livelli e che questi ultimi rappresentino abbastanza fedelmente le posizioni reali di foreste, fiumi e rovine antiche.

Anche il comparto narrativo per quanto affascinate non è frutto di sola fantasia, ma risulta essere la combinazione dell’antica storia britannica con racconti nativi dei luoghi chiamati in causa dal gioco.

In alternativa alla Campagna troviamo anche sette Arene, ognuna diversificata per ambientazione, dove il nostro compito sarà quello di sopravvivere il più possibile a varie ondate di nemici, ottenendo quindi un voto ed un punteggio da inserire in classifica.

Wulverblade
Molto affascinanti le sezioni nell’ombra.

Graficamente il gioco mantiene la struttura in due dimensioni tipica del genere, con la possibilità di potersi muovere anche in profondità. Tutto quello che vedrete a schermo vi sembrerà paragonabile ad un fumetto o cartone animato interattivo, disegnato a mano e con grandissima cura e precisione nei particolari. Per fortuna Michael Heald non ha optato per la tanto oggi abusata pixel art, ma ha preferito curare con molta attenzione il comparto grafico, disegnando ogni elemento partendo dalla risoluzione Full HD (1080p).

La colonna sonora è di alto livello, talmente fedele ai ritmi musicali scozzesi, che in alcune circostanze vi sembrerà di giocare alla versione videoludica del film Braveheart.

In poche parole Wulverblade è azione, tecnica, narrativa ma anche esplorazione, pur mantenendo l’aspetto e il sapore tipico dei classici beat’em up arcade. Tutto molto bello, ma i difetti ci sono? Ebbene qualche piccolo difetto non manca, alcuni di questi sono relativi al comparto tecnico e molto probabilmente causati dal motore grafico Unity, ottimizzato solo di recente per Nintendo Switch. La prima cosa che vi salterà all’occhio sono i tempi di caricamento, decisamente troppo lunghi, che si attestano quasi sempre sui 30 – 35 secondi. Presente anche un piccolo bug che si manifesta saltuariamente quando effettuiamo una presa su un nemico, mostrando a schermo uno scatto, molto più simile ad un reflash, con una schermata nera dalla durata di una frazione di secondo (nessun allarmismo, lo scatto è percepibile, la schermata nera è quasi del tutto impercettibile).

Wulverblade
Non è Stonehenge, se ci tenete tanto a scoprirlo comprate il gioco e dite pure che vi manda GameScore.

Ma la vera incognita di Wulverblade è la difficoltà. Ultimamente va di moda dire che un gioco difficile è anche bello, io da recensore e videogiocatore non condivido tale affermazione, penso che un gioco possa essere bello anche senza eccedere in difficoltà e che molti videogiocatori preferiscano lo svago al rodersi il fegato in giochi che hanno pagato con moneta sonante, ma non si lasciano giocare. Pertanto il timore che Wulverblade possa essere abbandonano già dopo i primi livelli è abbastanza concreto. Il gioco farà sicuramente la gioia di chi ha vissuto l’epoca delle sale giochi e sicuramente l’elevata difficoltà potrebbe rientrare nei canoni dei grandi classici, ma le nuove generazioni potrebbero non essere disposte ad affrontare una sfida cosi severa, restando quindi abbastanza delusi.

Proprio causa dell’elevata difficoltà sono giunte agli sviluppatori le prime segnalazioni da parte degli utenti, alcuni addirittura con la richiesta di trucchi. Questo ha fatto si che gli sviluppatori prendessero in considerazione una futura patch per ridurre la difficoltà o magari per renderla selezionabile dalle opzioni.

Il consiglio che noi diamo a chi proprio non riesce ad avanzare nel gioco e non ha voglia di attendere una probabile patch, è quello di chiamare rinforzi. Wulverblade è giocabile in multiplayer locale fino a due giocatori e su Switch anche con i due Joy-Con separati. Avere due braccia alleate che impugnano una spada, renderà le cose più semplici e sicuramente anche più divertenti. Inoltre, come nei classici di un tempo, sarà possibile, a fine partita, firmare con le proprie iniziali il punteggio ottenuto, che andrà a posizionarsi su una classifica solo locale, esattamente come da tradizione, quindi per dare un senso alla classifica e al vostro record, dovete invitare quanti più amici possibili a giocare con voi.

In conclusione Wulverblade è un degno rappresentante moderno del genere beat’em up, che premia gli sforzi di 5 lunghi anni di sviluppo da parte di una piccola software house indipendente. La narrativa affascinate, il level design curato, le ottime musiche e tutte le piccole finezze presenti, hanno dato molta profondità ad un genere ritenuto spesso ripetitivo. L’elevata difficoltà è anch’esso un richiamo al passato, a giochi come Golden Axe, che di facile non avevano assolutamente nulla, ma regalavano soddisfazioni infinite. Questo però potrebbe mostrare l’altra faccia della medaglia e quindi una profonda delusione in chi non riesce ad impegnarsi cosi tanto, o semplicemente non ne ha voglia. Di sicuro la possibilità di selezionare il livello di difficoltà avrebbe cancellato il problema e accontentando tutti. Speriamo quindi che gli sviluppatori concretizzino l’idea di una patch risolutiva e magari anche la localizzazione in italiano. Se solo una di queste due soluzioni trovasse seguito, Wulverblade sarebbe da considerare il best buy dei videogiochi! Tanta qualità e tanto divertimento ad un prezzo piccolo piccolo, di soli 16,99€ e solo su eShop di Nintendo Switch (per le altre piattaforme arriverà in seguito).


Se volete saperne di più sul gioco come al solito vi invitiamo a leggere la recensione dei nostri amici di Nintendo Player.

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Wulverblade
Wulverblade – Recensione
PRO
Il beat’em up in chiave moderna che i fan del genere desideravano!
Narrativa, cutscene e collezionabili in un picchiaduro a scorrimento!
Gameplay avvincente e mai ripetitivo.
CONTRO
Per molti potrebbe risultare eccessivamente difficile.
Tempi di caricamento lunghi.
Non localizzato in italiano.
8
Cuore impavido