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The Count Lucanor – Recensione

E’ difficile trovare piacere in un gioco in cui il protagonista ti sta subito antipatico e cerchi quindi di farlo morire in tutti i modi fregandotene delle vite e di finire il tutto, un pò come avveniva con i primi The Sims in cui se avevate una giornata storta, vi potevate divertire a eliminare le porte, appiccare un incendio e ciao ciao famiglia felice… ma oggi mi sento di buon umore e proverò per un attimo a dimenticarmi di questo piccolo particolare e cercherò di analizzare al meglio questo nuovo indie.

The Count Lucanor è un gioco uscito per PC nel 2016, edito e sviluppato da Baroque Decay, e da poco approdato sul piccolo gioiellino made in Kyoto grazie (o anche no) a Ratalaika Games già autori di 36 Fragments of Midnight  e Squareboy vs Bullies: Arena Edition, giochi non proprio pessimi ma che comunque per vari difetti non hanno raggiunto una sufficienza piena.

The Count Lucanor
Cadaveri… cadaveri come se piovessero…

E’ un gioco molto particolare che fa della trama il suo punto di forza e ambientazioni che richiamano le favole gotiche e orrorifiche di Andersen come Hansel e Gretel, regalandoci l’ennesimo gioco con grafica in pixel art e musiche stile 8-bit dei capolavori di Sebastian Bach. L’ispirazione è stata tratta, a detta del suo creatore, da giochi classici e molto apprezzati come Zelda e Silent Hill ma purtroppo di questi due giochi ci sono solo piccole somiglianze.

Bimbo capriccioso… spero ti perda nella foresta.

Una volta avviato il gioco, che non prevede ulteriori modalità se non la semplice storia, saremo messi alla guida del dolce e tenero Hans (sono ironico eh…), che nel giorno del suo decimo compleanno decide di accusare la mamma di non essere una brava persona in quanto, essendo povera e col marito in guerra, non gli ha fatto nessun regalo e preparato alcunché dolciume come invece i suoi amici hanno sempre in dono.

Deluso da tutto ciò decide di partire all’avventura per diventare ricco e non tornare più. La mamma nonostante tutto ciò gli dona il bastone appartenuto al padre e tre denari (ce ne volevano 30… piccolo Giuda!). Il nostro piccolo eroe… no il mocciosetto, parte per l’avventura, esplorando i territori circostanti scoprendo ben presto l’orrore di un mondo che muta, proprio come nei primi Silent Hill. Ad esempio, quelle piccole caprette con il contadino che avevamo incontrato, si trasformano presto in bestie assetate di sangue che divorano il loro padrone lasciandone solo la testa mozzata.

The Count Lucanor
Che caprette dolci e amorevoli… andate da Hans su…

Una volta che ci saremo persi nel bosco e avremo osservato alcuni di questi orrori, dovremo seguire un simpatico personaggio che ci porterà dritti dritti nel castello promettendoci molta ricchezza nel caso risolviamo degli enigmi. Ben presto il carattere di Hans muterà e diventerà più maturo proprio per sopravvivere ai tanti momenti shock a cui dovrà assistere. Infatti, all’interno di questo maniero, saranno numerosi gli enigmi da risolvere e spesso ci perderemo in vie buie e senza uscita. Oltretutto i nemici sono numerosi e pronti a darci la caccia e noi dovremo far forza esclusivamente sulla nostra astuzia e velocità nel nasconderci. Inoltre tutto è pervaso dall’oscurità e la sola luce che abbiamo sarà quelle di alcune candele che potremo portar con noi.

The Count Lucanor
Lucrezia… chi sarà questa dolce fanciulla?

A nostra disposizione è presente un inventario dove compariranno tutti gli oggetti che raccoglieremo durante la nostra avventura, come il cibo per rigenerare l’energia o chiavi per accedere a determinate aree. Quello che più di tutti dovremo ottenere sono le monete d’oro che saranno un utilissima merce di scambio per acquisire alcuni oggetti importantissimi al fine del completamento della storia. Ovviamente incontreremo anche numerose persone bisognose del nostro aiuto e ogni scelta che faremo sarà vitale in quanto tutto ciò influirà sul finale (il gioco ne contiene cinque in totale).

The Count Lucanor
Ci sono pure degli esibizionisti in questo castello…

Considerazioni finali

Purtroppo il gravissimo problema di questo gioco è il protagonista. La storia di base potrebbe essere interessante ma prendere il comando di un ragazzino che decide di abbandonare la madre povera e vedova di guerra perché non gli ha fatto i regali per il compleanno, ti fa venir voglia di vedere Hans massacrato da qualche lupo in mezzo al bosco e non scherzo, le prime fasi mi hanno fatto salire la bile al massimo.

Il resto della storia prosegue su standard classici con alcuni acuti di classe e qualche spunto da vero horror ma purtroppo la longevità non è delle migliori, vi basteranno solo 6 ore per completare il tutto e tranne che per i finali alternativi non avrete altre motivazioni per rigiocarci.

The Count Lucanor
I rebus abbondano e non sono facilissimi

Ultimo aggiornamento: 2023-12-14 at 20:00

Qualcuno su Facebook mi ha detto che la grafica pixel retrò ormai è abusata ed è vero, a volte così i programmatori fanno sicuramente meno fatica, ma mentre giochi come Tiny Barbarian DX sono proprio studiati su quella grafica e ne fanno un punto di forza, The Count Lucanor ha in questo stile il suo punto debole. Definire la sua grafica retrò è davvero un eufemismo, qui signori non è pixellosa ma cubettosa, sembra di giocare sul caro e vecchio Commodore 64 e non è un punto a favore. Oltretutto i movimenti sono ridicoli e spesso Hans, quando cammina, sembra improvvisamente colto da dolori che solo un bell’imodium calmerebbero.

I comandi sono precisi e almeno questi fanno il loro compitino alla perfezione. Le musiche sicuramente interessanti in quanto riprendono le melodie di Bach tutte remixate a 8-bit in una maniera eccellente. Quindi l’idea era ottima e lo sarebbe stata ancora di più cambiando la storia iniziale del protagonista e migliorando la grafica utilizzando magari uno stile cartoon. Anche qui, ancora una volta, manca la nostra cara lingua italica ma i dialoghi sono brevi e se avete una minima infarinatura di inglese non sarà difficile capire il tutto.

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Mancava anche il Camerlengo assassino….

Se siete dei sadici questo è il gioco che fa per voi e troverete sempre modi divertenti per uccidere Hans, se siete dei puri di spirito passate oltre, visto lo tsunami di indie che ci ha travolto troverete quello più adatto a voi. Ciao Hans, a mai più rivederci antipatico discolo!


Se volete saperne di più sul gioco come al solito vi invitiamo a leggere la recensione dei nostri amici di Nintendo Player.

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The Count Lucanor – Recensione
PRO
Idea e storia di base ottima...
Musiche in 8-bit ben remixate...
Comandi perfetti
Enigmi buoni
CONTRO
...peccato per il protagonista odioso
...ma grafica pixellosa troppo abusata
Longevità bassa
Mancanza italiano
5.8