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Thimbleweed Park – Recensione

Gli anni a cavallo tra gli ’80 e i ’90, personalmente, sono stati il periodo migliore che ogni bambino potesse mai desiderare e non me ne vogliano le nuove generazioni. Abbiamo avuto il Walkman, i primi PC 386, il compact disc, il NES e abbiamo assistito a una vera rivoluzione nel campo elettronico e videoludico che ci ha fatto toccare con mano tantissime novità. In ogni casa italiana c’era un bambino felice che giocava o con il proprio Sega Megadrive o con la sua NES e quando usciva poteva decidere tra il Game Gear e il Gameboy… che bei tempi! Proprio questo periodo fu il più florido per un genere di videogames che divenne immancabile e irrinunciabile vista l’alta qualità proposta: le avventure grafiche.

Chi si distinse assolutamente fu una certa Lucasarts che propose come primo gioco Labyrinth, ispirato all’omonimo film con Jennifer Connelly, e successivamente nacque, nel 1986, una vera e propria perla grazie anche a Ron Gilbert che lo sviluppò introducendo lo SCUMM (un linguaggio di programmazione): Maniac Mansion. Seguiranno tanti e numerosi capolavori tra cui Monkey Island, Indiana Jones e l’ultima crociata, Day of Tentacle e molti altri. Questa introduzione è d’obbligo per farvi capire in che magico mondo saremo catapultati avviando Thimbleweed Park.

Maniac Mansion
Il mitico Maniac Mansion e il terribile Dr. Fred… ancora ho i brividi…

Nato da una campagna su Kickstarter che ha raggiunto in breve tempo l’obiettivo prefissato di 375.000 dollari, il gioco viene creato da Ron Gilbert coadiuvato dal collega Gary Winnick con il quale hanno fondato la società Terrible Toybox proprio per riportare le avventure grafiche alla ribalta. Inoltre hanno collaborato a questa piccolo capolavoro anche altre persone appartenenti alla defunta Lucasarts come David Fox per la progettazione e la programmazione e Mark Ferrari per il graphic design. Esatto, come ho detto questo gioco è una piccola perla che cerca di offrire alla nuova generazione un genere che per molti sicuramente sarà nuovo, forse leggermente ostico, oramai abituati a giochi in cui l’obiettivo è sparare, saltare, fuggire… qui dovrete pensare, scoprire e riflettere immergendovi in questa folle avventura.

Thimbleweed Park
Ricordatevi, l’omicidio è solo la punta di un iceberg… molto grande!

Andiamo tutti a Thimbleweed Park!

Il gioco ha un menu che comprende esclusivamente l’avvio della partita e la configurazione. Non ci sono missioni, non c’è l’online, è una avventura grafica e come tale dobbiamo solo immedesimarci nei personaggi e terminarlo. Possiamo scegliere tra due diverse difficoltà di gioco, la facile, per chi non ha mai provato questo genere e vuole quindi affrontarlo con il sorriso senza tirare numerosi improperi e la seconda che vi metterà dinanzi ad un maggiore numero di enigmi.

Thimbleweed Park
Dobbiamo anche fare i teppistelli… rompiamo la luce con un sasso ma poi… SCAPPIAMO!

Tutto comincia con un omicidio commesso nella tenebrosa e strana città di Thimbleweed Park dove, per indagare e risolvere l’atroce crimine, vengono chiamati due agenti federali: Angela Rey e Antonio Reyes. Due personalità distinte, due caratteri opposti ma che dovranno unire le loro forze per la risoluzione del caso nel più breve tempo possibile. Questi sono i due personaggi giocabili ai quali, durante tre flashback, vengono aggiunti: il clown irascibile e sboccato Ransome, la giovane aspirante programmatrice di videogiochi Delores e suo padre Franklin. Dobbiamo esplorare in lungo e in largo la città cercando indizi, raccogliendo prove e parlando con gli abitanti e man mano che andremo avanti nella nostra avventura scopriremo che l’omicidio è solo la punta di un iceberg.

Thimbleweed Park
Lavoreremo mai nella MmucasFlem? Speriamo ci prendino con loro quei mattacchioni!

Abbiamo a disposizione una tabella di verbi, tipico delle avventure grafiche, per dare istruzioni ai nostri personaggi e un inventario dove troveremo a nostra disposizione tutti gli oggetti raccolti. Il gioco è racchiuso tutto qui se non fosse che troverete sparsi in tutta la città numerosi easter-egg e sorprese, assisterete a numerose gag e dialoghi esilaranti e surreali che prendono in giro il mondo dei videogames e il gioco stesso ed infine incontrerete molti personaggi indimenticabili come un giardiniere che parla il dialetto ciociaro. Molte citazioni richiameranno gli anni d’oro di questo genere o addirittura giochi della Lucasarts, ad esempio quando sarete nel negozio “La libreria dell’occulto” (cosa vi ricorderà la testa del navigatore?). Le trovate geniali si sprecano (troverete, per esempio, un elenco dove tutte le persone che compaiono sono i sostenitori del gioco), le soluzioni non sono facilissime e vi faranno spremere per bene le meningi ma, una volta completato il gioco, sarete appagati e forse una lacrimuccia vi scenderà.

Thimbleweed Park
Cinque personaggi giocabili… mica male! Amerete Ransome tanto quanto me?

Considerazioni finali

Questa volta le considerazioni finali saranno a largo spettro. Questa recensione è stata difficile per un semplice motivo: lo spoiler.

Raccontandovi magari qualche aneddoto simpatico o easter-egg avrei rovinato la vostra sorpresa mista a meraviglia e vi assicuro che ce ne sono numerosi; sappiate solamente che questo gioco è geniale, ma da una mente eccelsa come quella di Ron Gilbert non mi sarei potuto aspettare di meno. Insomma un tuffo in un mix perfetto tra X-Files e qualche film demenziale di Mel Brooks. La grafica è volutamente retrò e pixellosa (ve ne accorgerete indagando all’inizio sul cadavere… poi capirete) e le musiche sono varie, un vero e proprio salto nostalgico negli anni passati.

La traduzione italiana, ovviamente solo sottotitolata, è perfetta ed è stata eseguita da Fabio Bortolotti. Su Switch il gioco gira in modo pressoché perfetto sia in modalità docked che portatile. Sicuramente quest’ultima la fa da padrona donandoci un touch perfetto per questo stile di gioco evitandoci i seppur comodissimi comandi con Joy-Con/Pro. Qualsiasi configurazione è stata ottimizzata a dovere.

Thimbleweed Park
Il mitico Ransome… quale parolaccia o improperio ci dedicherà oggi?

La durata dipende esclusivamente da come si affronta il gioco, fondamentalmente se siete già pratici di questo genere e sceglierete la modalità facile, finirete il gioco in breve tempo quindi consiglio la modalità difficile per alzare un pochino l’asticella di difficoltà e così la durata. Devo trovare per forza un lato negativo? Non riesco, a meno che non mi immedesimo in una persona che non ha mai affrontato una tipologia di gioco come questa, allora potrei trovare difficoltà per alcuni passaggi leggermente dispersivi, ma sarebbe come cercare il famoso ago nel pagliaio. Investite in questo gioco, questi ragazzi si meritano i nostri soldini nonché i nostri ringraziamenti. Dopo NES Mini, SNES Mini, Stranger Things arriva Thimbleweed Park e siamo di nuovo nei mitici ’90. Gli anni migliori!


Se volete saperne di più sul gioco come al solito vi invitiamo a leggere la recensione dei nostri amici di Nintendo Player.

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Thimbleweed Park – Recensione
PRO
Esilarante e divertente
Enigmi ben fatti
Storia intrigante e geniale
CONTRO
A volte dispersivo
9.2