The Bridge

The Bridge – Recensione

Il mondo degli indie ci dà sempre l’occasione di sperimentare nuove esperienze brillanti, di gameplay originali a prezzi modici. The Bridge, titolo sviluppato da Ty Taylor e Mario Castañeda, è uno di questi. Forte di una ottima accoglienza da parte della critica specializzata quando uscì nel 2013 per WiiU,  arriva anche sull’ultima console della casa di Kyoto: Nintendo Switch.

the bridge
Ispirato alle opere di M. C. Escher, la storia di The Bridge parte da un albero. Ai piedi di quest’ultimo giace addormentato un uomo di non precisata età, probabilmente uno scienziato. Una mela cade dall’albero (il riferimento palese a Newton), l’uomo si sveglia e inizia la sua avventura.

La trama di The Bridge, chiariamo subito, non è un elemento imprescindibile, anzi, si ha la netta sensazione che sia accessoria, un pretesto per dare un mondo di gioco al protagonista. Muovendosi attraverso un piano lineare lo scienziato arriverà nella sua abitazione dal quale accederà ai vari livelli. Divisi in 4 mondi (più speculari) , ogni mondo ha diversi livelli (per un totale di 24 più 24 speculari) al quale si vi si può entrare liberamente una volta ultimati.

Il Meccanismo

Muovendosi tra il puzzle game e il platform l’obiettivo del gioco sarà quello di arrivare all’uscita del livello previo ottenimento della chiave, non sempre facile da raggiungere e non di immediata conquista. Infatti, nonostante la curva di apprendimento sia facile, The Bridge non è un gioco così semplice come si potrebbe pensare.

The BridgeLa possibilità di ruotare i livelli a 360 gradi, col l’ausilio del giroscopio o in alternativa usando ZL e ZR per i poco pratici dei sensori di movimento, è un aspetto tanto semplice da imparare quanto difficile da padroneggiare: lo spazio, la gravità, la fisica, la prospettiva sono tutti elementi che il giocatore dovrà tenere in considerazione per poter risolvere l’enigma che si cela dietro il marchingegno. Ed è proprio il marchingegno la parte più riuscita del gioco. Ogni elemento che va a comporre il livello è pensato per essere risolto in un solo modo, non vi è fortuna o sfortuna, solo ragionamento logico. In caso di errore gli sviluppatori hanno aggiunto la possibilità di tornare indietro nel tempo e rifare l’azione, al fine di non rendere l’esperienza troppo frustante né eccessivamente pedante. È un elemento che alleggerisce notevolmente il gameplay rendono fluida l’azione e la voglia di andare a tentativi una volta che il livello necessità di diversi prove prima di essere portato a compimento.

Il Paradosso

La quantità dei contenuti, grazie anche alla modalità specchio che si attiva una volta completati i quattro mondi principali è molto buona, grazie ai livelli speculari la longevità di The Bridge aumenta sensibilmente, andando a bissare quella principale. Gli obiettivi proposti (circa 20) non fanno altro che invogliare il giocatore a terminare il gioco al 100% proponendo un grado di sfida crescente e soddisfacente.

The BridgePer gli amanti del genere The Bridge è un gioco da avere assolutamente: i contenuti, il prezzo contenuto, la longevità e l’impianto artistico sono tutti elementi che vanno a costruire una struttura ludica coesa e coerente. Quello che manca è un equilibro tra le parti, spesso sbilanciato a favore del lato artistico, unico sì ma anche molto derivativo. Tante opere, artisti, influenze si amalgamano e allo stesso tempo si contrastano (il bianco e nero, i disegni a mano e gli sfondi dipinti) rendendo The Bridge più interessante da un punto di vista artistico che del gameplay puro e semplice.

Non è un caso, infatti, avere la sensazione di déjà vu: i livelli, soprattutto se affrontati tutto d’un fiato, appariranno spesso simili fra loro, sia perché il meccanismo resterà invariato per tutto il gioco, sia perché nonostante l’impronta artistica aggiungere altri elementi del gameplay avrebbe confuso ancor più l’utente inesperto. Questo è forse l’unico dato rilevante, tanto ispirato quanto povero , in senso largo, di coraggio.


Se volete saperne di più sul gioco come al solito vi invitiamo a leggere la recensione dei nostri amici di Nintendo Player.

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The Bridge
The Bridge – Recensione
The Bridge è un puzzle game ti buona fattura, con un ottimo impianto sonoro e un solido e semplice gameplay. La quantità di elementi artistici presenti non fa che arricchire l'esperienza anche se non sempre funziona. I colori, i disegni, il meccanismo sono tutti elementi che presi singolarmente valgono più che mescolati. Il risultato, seppur piacevole, è discontinuo e la sensazione si affrontare sempre gli stessi livelli è tanta.
PRO
CONTRO
7
SETTE