Phantom Trigger

Phantom Trigger – Recensione

Hardcore, Neon e Slasher: queste le tre parole che mi danno il tormento da quanto Phantom Trigger è stato annunciato per l’arrivo imminente su Nintendo Switch. Oggi che posso finalmente provarlo con mano sento più che mai la necessità di scoprire in che modo l’unione di questi tre termini possa dare vita ad un titolo frenetico e ricco di azione come sembra proprio questo mentre si osserva per la prima volta il suo trailer di annuncio. Phantom Trigger è già il secondo titolo che i ragazzi di tinyBuild pubblicano sulla nuova ammiraglia di Nintendo e questa volta possiamo già tirare fin da subito un sospiro di sollievo constatando che, contrariamente a quanto avvenuto con Mr. Shifty, il gioco non soffre di alcun problema di frame rate e di esagerata occupazione di spazio sulla già di suo limitata memoria interna della console. A volte sembra assurdo doverlo specificare ma visti i trascorsi non sempre felici questa volta possiamo dirlo: sarà possibile giocare a Phantom Trigger in ogni suo aspetto fin dal day one senza dover aspettare per mesi una patch correttiva (e senza dover essere esortati ad acquistare la versione Steam del gioco).

La trama di Phantom Trigger cerca di ripercorrere gli avvenimenti di Stan in uno dei momenti più difficili della sua vita. Un problema di salute non è mai la migliore delle consapevolezze nella vita di un uomo, soprattutto se questo rischia di portarci inesorabilmente a morte certa. Tra le varie proposte da parte dei medici, quella decisa da Stan consiste in una cura sperimentale per la quale non si conosce ancora l’efficacia. Il prezzo da pagare non è solo quello dell’incertezza; la terapia messa in atto dai medici causa continue perdite di memoria e svenimenti, a seguito dei quali il nostro “eroe” si ritrova come per magia in un mondo onirico parallelo… del quale preferisco non svelare troppi dettagli. La narrazione ripercorre le vicende dal punto di vista del protagonista e quindi risulta in un primo momento molto confusionaria. Sarà solo grazie a brevi flashback, attivati di tanto in tanto, che potremo pian piano venire a conoscenza di nuove informazioni fondamentali per comprendere gli avvenimenti ed arrivare finalmente al cuore del nostro problema. Anche gli NPC presenti nell’hub di gioco, rappresentato da una fantomatica piazza di questo mondo parallelo, ci sveleranno pian piano i loro segreti e – grazie alle loro parole di conforto – ci daranno la forza per affrontare i quattro demoni che albergano dentro di noi.

Phantom Trigger Sisko famoso
E’ la prima volta che non mi riconoscono in pubblico, sarà forse colpa di quel foulard che mi copre il volto?

Hardcore – viaggi onirici per pro gamer?

La prima delle tre parole che rappresenta il genere di appartenenza di Phanom Trigger credo che la conosciamo un pò tutti. Ci sono giochi implicitamente sadici ed altri che necessitano di specificare in ogni dove quanto sarà duro affrontare l’avventura che questi offrono. Il titolo, targato Bread Team, sembra non essere sicuro della sua difficoltà al punto da adottare alcune forzature atte a complicare gratuitamente l’esperienza di gioco. Prima fra tutte, appena avviato il menu principale scoprirete che nelle impostazioni il livello di difficoltà di default risulta impostato su “hard”; bella mossa ragazzi, ma Sisko non ci è cascato!

A breve analizzeremo il sistema di combattimento ma, fin da ora, vi svelo che una delle mosse che potremo (e dovremo) sfruttare sarà quella del teletrasporto. Anche se questo non ci permetterà di superare i muri come avveniva con Mr. Shifty, tale azione sarà fondamentale per evitare molte situazioni spiacevoli. Anche qui, però, gli sviluppatori hanno adottato delle scelte operative che da un lato rendono il sistema di azione meno alla “premi i tasti a caso” e dall’altro espongono troppo facilmente il giocatore agli attacchi nemici. Per eseguire lo scatto, infatti, dovremo prima assicurarci che l’animazione di eventuali attacchi precedenti risulti completata, pena la mancata ricezione del comando con conseguente esposizione totale al fuoco nemico. Il teletrasporto, inoltre, porta con sè una piccola ulteriore controindicazione che potrebbe compromettere l’intera esperienza di gioco. Sebbene alcune aree dei livelli possono essere superate solamente facendo fuori tutti i nemici presenti al loro interno, altre potrebbero essere completamente ignorate premendo ripetutamente il tasto dedicato allo scatto (“B”).

Alla luce di queste considerazioni, a mio parere, la parola “hardcore” risulta bocciata se utilizzata nell’intento di rappresentare lo spirito del gioco.

Phantom Trigger potenziamento
Un’esplosione al neon che ci renderà più forti di prima. Speriamo solo che non ci renda anche ciechi!

Neon – la febbre del sabato sera

Per quanto riguarda il secondo termine, neon, le cose si mettono decisamente meglio grazie al particolare stile grafico che gioca costantemente con l’illuminazione nei vari livelli. Sebbene le ambientazioni di fondo risultino molto buie, le scelte stilistiche basate – appunto – su colori al neon permettono di dare maggior risalto a ciò che è veramente importante: l’azione. I nostri pugni brilleranno ad ogni pressione del tasto dedicato e così faranno gli elementi dei vari dungeon che ci mostreranno via via la strada da percorrere per raggiungere il boss di turno. Tra esplosioni varie ed effetti sonori rockeggianti, sarà davvero come rivivere in prima persona le folli acrobazie di John Travolta in “la febbre del sabato sera” – magari con giusto qualche insidia aggiuntiva.

Anche a livello sonoro è possibile riconoscere il tocco magico del neon. Come suggerito dagli stessi sviluppatori, Phantom Trigger dà il meglio di sè se giocato con un paio di cuffie. In questo modo potrete apprezzare una serie di effetti sonori che tanto richiamano quelli delle iconiche spade laser usate negli epici combattimenti di Star Wars. Se aggiungiamo dei motivetti rock che enfatizzano l’azione, sotto questo punto di vista il lavoro del team di sviluppo può sicuramente essere apprezzato.

Phantom Trigger screen
Alla vostra destra potete osservare un televisore dotato di gambe che sta per sferrare un attacco laser mentre l’impavido Sisko cerca di placare due bruti che pestano uno dei loro alleati. Ah si, c’è pure uno slime che si diverte a girare in tondo!

Slasher – il sistema di combattimento

Veniamo ora a quello che è il cuore del gameplay di Phantom Trigger: il suo sistema di combattimento. Grazie alla potenza delle nostre mani potremo squarciare (slash per gli anglofoni) l’aria esaltando, complice il gentile contributo della grafica al neon, i due elementi della natura che meglio rappresentano il mondo parallelo all’interno del quale ci troviamo: fuoco e ghiaccio. Mediante la pressione del tasto “Y” saremo in grado di sferrare freddi attacchi ravvicinati ed attraverso il pulsante “A” tirare dei ben più ampi cazzotti infuocati. In aggiunta, grazie ad una frusta utilizzabile con “X” sarà possibile tirare a sè quei nemici troppo lontani ed afferrare alcuni oggetti con l’intenzione di scaraventarli altrove, magari proprio addosso a qualche forma di vita ostile.

Phantom Trigger combo
Man mano che utilizzeremo i vari attacchi questi verranno potenziati e saliranno di livello, sbloccando una serie di combo decisamente interessanti.

Tutti questi elementi presi singolarmente non avranno alcun effetto sui nostri nemici. Per fare si che il potere del ghiaccio e del fuoco si sprigioni in forma “attiva”, infatti, dovremo prima potenziare i singoli attacchi – semplicemente utilizzandoli. Ogni qualvolta che richiameremo uno dei tre poteri in nostro possesso (senza dimenticarci dell’utile teletrasporto che però non rientra in questo meccanismo di livellamento) guadagneremo una piccola quantità di punti esperienza grazie ai quali questi potranno salire di livello. Un buon numero di combo verranno successivamente sbloccate garantendoci una serie di attacchi sempre più rappresentativi di quanto siamo realmente in grado di fare all’interno di questo mondo ostile.

Se c’è un aspetto nel quale forse il gioco da il meglio di sè è nell’esplorazione. Nonostante i livelli siano abbastanza ampi non si ha mai la sensazione di perdersi grazie ad una linearità implicita che non ci porta quasi mai a bivi profondi al punto da farci perdere la strada maestra. Nonostante questo, sarebbe stata gradita una minimappa capace di mostrarci, anche sommariamente, l’ambiente circostante per agevolare almeno coloro che si prestano a brevi sessioni di gioco e che rischierebbero successivamente di perdere il senso dell’orientamento. Ad arricchire l’esplorazione ci pensano alcuni collezionabili, utilizzabili come merce di scambio con gli NPC dell’hub centrale. Questi non sono posizionati, come spesso accade, all’interno di veri e propri passaggi segreti ma possono essere raggiunti risolvendo semplicissimi enigmi ambientali.

Terapia di coppia…

Ultima analisi per la modalità cooperativa presente in Phantom Trigger. Particolarmente apprezzato lo sforzo degli sviluppatori di offrire un esperienza di multiplayer locale a quei giocatori in possesso di un partner stabile e capace di giocare ai videogiochi. Mediante la spartizione dei due Joy-Con, sarà possibile far entrare in campo in qualsiasi momento un secondo giocatore con il quale – però – condivideremo anche la barra della salute. E’ per questo che sarà fondamentale affidarsi all’aiuto di qualcuno realmente in grado di rendersi utile (vi assicuro che non sempre è così) se non vorrete aggiungere un ulteriore forzatura alla difficoltà di gioco. Vi consiglio anche di affidare il ruolo di P1 al giocatore più esperto dei due in quanto la telecamera tenderà a seguire sempre questo ed a teletrasportare il P2 qualora la distanza tra i due player dovesse risultare eccessiva. Ultima, ma non meno importante, una modalità Arena all’interno della quale affrontare da soli o in coppia ondate di nemici desiderosi di farci fuori.

Tirando le somme siamo di fronte ad un titolo che, seppure non eccellendo, risulta valido in molti suoi aspetti. Forse il suo vero tallone d’Achille è quel volersi definire hardcore a tutti i costi, quando i meriti legati al suo livello di sfida sono più una conseguenza di scelte progettuali a volte discutibili piuttosto che di un gameplay pensato per enfatizzarne l’azione. Se davvero mi chiedessero di definire Phantom Trigger in tre parole, forse, sarei più propenso ad etichettarlo come un valido “action neon slasher”. Lo trovate fin da ora disponibile su Steam e Nintendo eShop al prezzo di €14.99.

Nel caso voleste saperne di più, di seguito vi ripropongo il video gameplay realizzato per noi da Axios.



Se volete saperne di più sul gioco come al solito vi invitiamo a leggere la recensione dei nostri amici di Nintendo Player.

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Phantom Trigger
Phantom Trigger – Recensione
MODUS OPERANDI: Ho giocato a Phantom Trigger grazie ad un codice download gentilmente fornito da tinyBuild games. Ho trovato piacevole lo stile grafico adottato ed interessante l'esplorazione delle varie aree di gioco (nonostante la mancanza di una mappa che avrebbe reso più utile l'orientamento). Mi sono dedicato anche a qualche breve sessione in multiplayer con la mia dolce metà, constatando che se si impegna sa essere molto più pericolosa di me...
PRO
CONTRO
6.9