Tokyo 42

Tokyo 42 – Recensione

Tokyo 42 è un gioco che ha da subito incuriosito gli appassionati delle produzioni indipendenti, con il suo stile unico al punto tale da essere considerato “strano”, eufemismo che in questo caso calza a pennello.

Il nome lascia poco spazio alla fantasia, facendo intuire chiaramente periodo e luogo. Il piccolo team SMAC Games, composto da due fratelli, ha preso spunto da alcuni classici del passato, come i primissimi Grand Theft AutoSyndicate della Bullfrog e Cannon Fodder prodotto da Sensible Software (si, gli stessi del mitico Sensible Soccer), ambientando il tutto in una Tokyo futuristica del 2042 con chiara tendenza cyberpunk e visuale isometrica.

Tokyo 42
Maurits Cornelis Escher
Tokyo 42
guardami… guardami… guardami…

Lo stile grafico è indubbiamente l’elemento più caratteristico del gioco, una Tokyo disegnata con quella che sembrerebbe essere l’evoluzione della pixel art. Intendiamoci, non troveremo seghettature o aliasing pixelloso classico dei giochi 8 bit ma scenari isometrici che sembrano venire fuori da un progetto CAD di un architetto che si è voluto divertire a colorare il tutto. Premetto che sono totalmente ignorante in pittura ma a prima vista Tokyo 42 mi ha ricordato lo stile delle opere di Escher misto con una di quelle immagini trip che danno l’impressione di essere in movimento. Non vi è ancora chiaro? Allora non mi avete creduto quando precedentemente ho usato l’eufemismo “strano”? Le immagini di gameplay presenti in questa recensione potrenno solo in parte rendere l’idea dello stile utilizzato, per poterlo apprezzare appieno bisognerebbe giocarci, fidatevi.

La trama è folle e affascinate anche se abbastanza sintetizzata, concentrando il tutto sul concetto di vendetta. Il protagonista in Tokyo 42 non ha una identità, scelta atta all’immedesimazione del giocatore. Ci ritroveremo nella nostra abitazione in una giornata di relax passatata a guardare la TV, quando tramite notiziario verremo a conoscenza di essere stati accusati ingiustamente di omicidio. La polizia è in procinto di fare irruzione per arrestarci ma inaspettatamente uno sconosciuto alleato ci contatta suggerendoci come fuggire. E’ chiaro quindi che il vero killer ha usato la nostra identità come capro espiatorio e in tale situazione, quale scelta migliore ci sarebbe oltre a quella di diventare noi stessi dei killer? Scalare le gerarchie della criminalità organizzata e quindi scovare chi si è fatto vigliaccamente scudo con il nostro nome. Nella Tokyo del futuro la professione dell’assassino è da considerarsi quasi di uso comune, infatti una multinazionale della farmaceutica dal nome Nano-Med ha diffuso un medicinale che permette a chiunque di ritornare immediatamente in vita dopo la morte. L’omicidio quindi diventa un modo per dare una lezione più che per porre fine a una vita.

Tokyo 42
Voglio conoscere l’architetto.

Tokyo 42 è strutturato come un sandbox ricco di edifici, piazze, scalinate, ponti e sporgenze, il tutto collocato su livelli differenti, offrendo una buona verticalità e mediante la rotazione di 45° con i tasti dorsali, di un’altrettanto buona quantità di prospettive selezionabili. La rotazione della visuale orizzontale è strettamente connessa al gameplay, offrendoci la possibilità di approcciarci meglio in base alla situazione del momento, oltre che lasciarci libera scelta sullo stile di combattimento da scegliere, privilegiando spesso lo stealth allo scontro diretto con armi da fuoco o viceversa.

In Tokyo 42 vige la regola “one-shot one-kill” ma il sistema di mira a prescindere dall’arma utilizzata risulta sempre molto laborioso, rendendo sicuramente il fucile da cecchino un’arma infallibile sulla lunga distanza e molto meno efficaci tutte le altre armi da fuoco, sopratutto nel caso in cui due o più nemici si rendono troppo vicini e magari in uno spazio aperto con insufficienti ripari. Di conseguenza l’approccio stealth risulta spesso quello più efficace e gratificane, dove la katana in abbinamento alla struttura di gioco riesce ad esprimersi al meglio.

Tokyo 42
Senza gatti pucciosi non è Tokyo.
Tokyo 42
Mi ricorda la Capsule Corporation.

Tokyo 42 ha la capacità di stuzzicare il giocatore nel progettare il sistema migliore di assassinare ogni nemico, di conseguenza conoscere bene il campo d’azione è fondamene. Per farlo ci viene in soccorso il binocolo, permettendoci di avere accesso a una porzione maggiore della mappa e quindi scrutare la posizione dei nemici come anche tutti i percorsi disponibili con i vari ripari ed eventuali vie di fuga.

Nel complesso Tokyo 42 offre un discreto numero di missioni principali e secondarie, quest’ultime utilissime per l’incremento della reputazione criminale, come anche per il proseguo della storia. Da perfetto killer il grosso delle missioni è quello di uccidere l’obbiettivo assegnatovi o sgominare interi gruppi di nemici. Di conseguenza la varietà non è un punto forte e nei casi in cui l’obbiettivo non prevede spargimenti di sangue, non è detto che si riveli una valida alternativa. Per esempio in una missione il nostro compito sarà il recupero di un gatto smarrito…

Tokyo 42
Una scia di cadaveri nel silenzio più totale.

Oltre alla campagna in singolo è presente anche una modalità online, in sostanza un deathmatch dove scovare la posizione del nemico per farlo fuori. Cambiare aspetto ci permetterà di mimetizzarci con i passanti e quindi di far perdere le nostre traccia e allo stesso tempo agevolare l’attacco.

A seguire vi elenchiamo i componenti della nostra configurazione di prova basata su MSI Aegis:

  • Sistema operativo Windows 10
  • Processore Intel i7-6700 3,4GHz
  • Memoria RAM 16GB DDR4
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 970

Requisiti minimi:

  • Sistema operativo Windows XP SP2
  • Processore Intel i3-3220 o AMD FX-4100
  • Memoria RAM 2GB
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 o AMD 7850

In conclusione Tokyo 42 ci ha sorpresi in modo abbastanza positivo. Lo stile grafico lo rende piacevolmente singolare, anche se con qualche limite, infatti tutti gli omini risultano abbastanza piccoli e non vi nascondiamo che involontariamente ci siamo ritrovati più volte a breve distanza dallo schermo. Se amate gli stealth e quindi preferite pianificare la vostra strategia d’attacco, e non temete un livello di difficoltà abbastanza elevato che accentua ulteriormente la poca varietà delle missioni, Tokyo 42 potrebbe giustificare il costo d’acquisto. Se cercate azione e sparatorie spettacolari, Tokyo 42 le offre in abbondanza ma difficilmente ne uscirete vittoriosi.

Tokyo 42
Tokyo 42 – Recensione
PRO
Stile grafico singolare ma accattivante
Escogitare la migliore strategia è un piacere
Tante missioni
CONTRO
Alcune missioni sono troppo simili
Non per tutti i palati
7
one-shot one-kill