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Victor Vran: Overkill Edition – Recensione

Esatto, le prime due cose che saltano all’occhio di questo Victor Vran: Overkill Edition, appena uscito per PS4 e sviluppato da Haemimont Games, sono il fatto che il personaggio principale che dà il nome al gioco, Victor Vran, è doppiato da Doug Cockle che ha dato la voce a Geralt Di Rivia in The Witcher 3 e la presenza di un espansione dedicata ai Motorhead, dove avremo la possibilità di aiutare il mitico Lemmy Kilmister a risvegliare Snaggletooth ed eliminare una volta per tutte il Fuhrer. Oltre a questo, abbiamo un hack’n slash che cerca di seguire le orme di Diablo con qualche spruzzata di Baldur’s gate: Dark Alliance, prima di tutto fornendoci quello che ogni giocatore ama di più: il loot. E ne vedremo talmente tanto che, come nel 95% di questi giochi, i soldi che raccoglieremo risulteranno virtualmente inutili.

Partiamo dall’inizio: Victor è un cacciatore di demoni, pagato per sterminarli e svolge bene il suo lavoro usando gli attrezzi del mestiere che svariano da armi da mischia come spade e martelli a due mani fino ad armi a distanza come fucili, pistole e canne mozze. A questo aggiungiamo qualche skill propria di ogni arma, una ultimate che si ricarica provocando danni e svariati oggetti capaci di darci abilità passive e così via. Niente di nuovo sotto il sole, niente che non si sia mai visto. Victor Vran non ha pretese di innovazione, non mira (e non riesce) a stupire, è semplicemente quello che è: un gioco onesto capace di divertire, niente di più.

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Sulle tracce del suo amico Adrian, le peripezie di Victor lo porteranno a Zagoravia, una ridente cittadina che ricorda una qualunque città dell’est europeo del diciannovesimo secolo. Peccato che tutti i demoni e non morti necessari a un hack’n slash vi si siano dati appuntamento: ma guarda tu a volte il caso birichino. Molto presto, inizierà a sentire una voce nella sua testa (no, non è Randy Orton) che non mancherà di prenderlo in giro e fare battute sarcastiche, risultando, nello svolgimento del gioco, discretamente divertente e mai pesante.

Il combat system, anche se semplificato rispetto a Diablo, è ampiamente soddisfacente e ci si trova in fretta a mulinare a ritmo un martello da 40 kg o sparare fucilate, usando la schivata per evitare gli attacchi dei nemici. La differenza maggiore è che Victor Vran è molto meno legato alle skill e più a un combattimento basato sulle armi: può piacere o meno ma rende giustizia al gioco. Un altro fattore che aiuta molto, sono i 60 fps che, anche se non granitici dato che nelle situazioni più congestionate vedremo qualche calo (niente di trascendentale), rendono comunque il massacro di demoni e non morti appagante e fluido. Se devo trovare una cosa che mi ha infastidito, non posso non citare l’inventario: in alcuni casi si ha la sensazione di non controllarne la gestione e non si riesce a spostare manualmente gli oggetti al suo interno, finendo spesso per scambiare le armi in uso.

I nemici sono abbastanza vari e spaziano fra i classici del genere quindi troveremo ragni enormi, scheletri, maghi del fuoco, vampiri ed esattori di Equitalia. Oltre che nell’aspetto, pure il comportamento di ognuno differisce quindi, se avremo ragni che si lanciano all’attacco come carne da macello, vedremo maghi lanciarci palle di fuoco e scappare per tenerci a distanza mentre, magari, un gruppo di scheletri tenta di accerchiarci. Il tutto, unito alle nostre capacità acrobatiche, dà luogo a quello che in molti casi sembra quasi un balletto.

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Ad aiutarci e tentare di proteggerci, avremo le Carte del Destino che potremo trovare come loot o ci verranno regalate al passaggio di livello. Anche qui, rimaniamo nei classici con boost alla salute, al danno, all’armatura, rigenerazione e così via. D’altro canto, a farci rischiare la pellaccia, in ogni livello troveremo varie sfide, dal trovare segreti nascosti allo sconfiggere tot nemici senza usare pozioni, farci colpire e così via. E diventa difficile non rischiare quando tenti di uccidere ottanta nemici in due minuti con palle di fuoco che volano a destra e sinistra e un paio di bestioni che tentano di spianarti con dei poco rassicuranti magli. Ancora non vi basta? Attivate i malocchi, prendetevi dei malus, potenziate i nemici e raccogliete più esperienza e loot migliore.

A quello che abbiamo detto, aggiungiamoci le due campagne uscite su PC già incluse e il fatto di potervi spostare dalla principale alle espansioni a vostro piacimento e il multiplayer sia in locale che online che, nelle due o tre partite che ho fatto in sede di recensione, mi è parso stabile e veloce, pure nel matchmaking. In definitiva un gioco che merita più di molte produzioni più blasonate e che, magari aiutato anche dal periodo non ricchissimo di grandi uscite, potrà ritagliarsi uno spazio nella collezione di molti.

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Per quello che mi riguarda ne sono rimasto soddisfatto: forse non eccelle in niente ma non ha mancanze, non delude e ha moltissimi contenuti per tenervi incollati a cercare di droppare “quel” fucile per poi, magari spostarvi nell’espansione dei motorhead e scaricarlo in faccia al Fuhrer. Anche in rapporto al prezzo richiesto, una quarantina di euro, questo gioco conferma la sua onestà di fondo. Divertente, non troppo costoso e pieno di cose da fare e demoni da trucidare. Cosa volete di più? Un trailer? Eccovelo, razza di viziati!

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Victor Vran: Overkill Edition – Recensione
PRO
Combat system divertente e soddisfacente
Tanti contenuti e due DLC di cui uno sui Motorhead!
Le Sfide aggiungono longevità e ricompense
CONTRO
Alcune boss battle non esaltanti
Graficamente non eccezionale
Gestione dell'inventario lenta e macchinosa
8.6