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Thumper – Recensione

Tralasciando le battute sui cocktails, Thumper è uno di quei giochi che gli snob videoludici (quelli come me insomma) amano definire esperienze; magari senza neppure sapere di cosa parlano ma, se ci sono effetti e musiche particolari, sono esperienze. In fondo, quando si parla di videogiochi, l’importante è darsi un tono tanto ognuno ha la sua opinione. Fatta l’obbligatoria premessa (che i più attenti ormai conoscono come il rant dell’anziano), passiamo a parlare di Thumper, uscito pure su Nintendo Switch a distanza di qualche mese dalla release per PC e PS4 e relativi visori VR.

Lasciamo perdere la trama che, come per ogni Rhythm game che si rispetti, è inutile nel migliore dei casi, dannosa nel peggiore: vi basti sapere che guidate uno “space beetle” nella sua folle corsa verso la sfida finale con una testa gigantesca venuta a minacciarci da un remoto futuro. Thumper non è trama, non è multiplayer, non è niente di più di un viaggio a velocità elevatissime che metterà a dura prova i vostri riflessi e anche un pò la vostra tenuta esofagea.

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Il gioco sviluppato da Drool, software house composta da ex-membri di Harmonix (e si vede), si lascia alle spalle ogni velleità musicale e si veste da avventura spaziale ma senza cambiare i concetti base del genere. Occhi fissi sullo schermo, imparare dai propri errori e il terrore di essere sempre un istante in ritardo sul tempo dell’input, vi accompagneranno per tutti i dieci livelli, ognuno di essi suddiviso in svariati sottolivelli con mid-boss e boss di end stage. E’ un esperienza (eddaje) violenta, come già spiegato da quel “A Rhythm violence game” che si può leggere nel trailer, sia dal punto di vista visivo che sonoro e ben presto vi troverete ad “assorbire” il suono per poter regolare i vostri comandi di conseguenza: ottimo, è quello che vi serve per avanzare.

La corsa del nostro “space beetle” (vabbè, chiamiamolo scarabeo) è quasi una cosa “fisica” nel senso che, quando ci troveremo a fare le prime curve, riusciremo a sentirle quasi come se le stessimo “raschiando” e da questo punto di vista, Thumper fà davvero un buon lavoro che verrà apprezzato dagli amanti di questo genere di giochi. Con il solo stick e un tasto dovremo curvare, distruggere ostacoli ed effettuare salti per raccogliere bonus. Se già questo gioco perdona poco giocandolo in maniera “rilassata”, se Thumper e la parola relax si possono in qualche modo inserire nella stessa pagina, ancor più sadico si rivelerà se tenteremo di giocare per i punteggi migliori cercando di inanellare combo, sbloccare porte e attivare moltiplicatori per vedere la sospirata S alla fine del livello. Un vero bagno di adrenalina e sangue date le svariate volte che vedrete esplodere lo scarabeo dopo il secondo errore consecutivo.

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Da semi-profano del genere, non mi viene facile spiegare questo concetto ma ci si trova quasi a “fondere” le proprie percezioni con il martellante, ipnotico suono che accompagna la corsa del nostro scarabeo spaziale: il massimo si raggiunge giocandolo in cuffia con la stanza buia e vi sfido a resistere più di un ora. Dopo un inizio ovviamente soft nel quale vi viene richiesto di premere il tasto al momento giusto per far partire una specie di proiettile, molto presto comandi sempre più complessi e veloci dovranno essere usati in rapida successione.

Un valore aggiunto, per quel che riguarda le sensazioni provate giocando, è dato dall’uso dell HD rumble, a mio parere ben sfruttato in un modo che assolutamente non infastidisce il giocatore ma che collabora con gli altri comparti a rendere l’esperienza di Thumper unica nel suo genere, riuscendo pienamente a trasmettervi ciò che il gioco vuole farvi sentire. Ho trovato davvero intrigante giocarlo con i due Joycon separati, seduto in modo rilassato sul divano davanti a uno schermo di 55″ mentre in modalità handheld, Drool ha optato per una visuale più ravvicinata del nostro scarabeo che, unita ai granitici (non amate anche voi questa parola?) 60 FPS rende il gioco godibilissimo pure fuori casa. Come per la maggior parte dei giochi per Switch, abbiamo una risoluzione scalabile, 720p in modalità handheld, 1080p nel dock.

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Gameplay asciutto, tempismo, ritmo, velocità: se questi fattori attirano il vostro interesse, Thumper è sicuramente fatto per voi. La sua difficoltà è un fattore da tenere in considerazione perchè Thumper corre velocissimo a cavallo fra soddisfazione e frustrazione e i giocatori meno pazienti sbatteranno la faccia contro la seconda. Spesso. Come rigiocabilità offre solo la ricerca del punteggio fine a se stesso ma immagino che chi avrà avuto la pazienza e la bravura di finirlo, troverà un buono stimolo nella ricerca della perfezione assoluta, cosa che non potrebbe interessare a coloro che sentiranno di essere a malapena sopravvissuti a questo mostro.

Se devo essere onesto, non sono riuscito a finirlo: troppa è la differenza con giochi a me più abituali e la mia inesperienza con questo genere, ma sono riuscito ad osservarlo e giocarlo con occhio forse ingenuo, ma senza pregiudizi di sorta e devo dire che mi ha saputo affascinare. In un modo perverso e violento, sicuramente, ma mi ha lasciato qualcosa dentro, con la sua semplicità e cattiveria e non è una cosa che capita spesso. Lo rigiocherò, a piccole dosi, cercando di riprovare quelle sensazioni nello stomaco.


Se volete saperne di più, come al solito, vi invitiamo a continuare la lettura con la recensione dei nostri amici di Nintendo Player.

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Thumper – Recensione
PRO
La portabilità di Switch si esalta nelle sessioni brevi
Ipnotico, viscerale e affascinante
Comparto tecnico essenziale ma curato
CONTRO
Un opzione "facile" avrebbe aiutato alcuni giocatori
Rigiocabilità soggettiva
8.7